Riflettiamo Insieme

nella vigna ...

Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli,  ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli. Allora udii una gran voce nel cielo che diceva:
«Ora si è compiuta
la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio
e la potenza del suo Cristo,
poiché è stato precipitato
l'accusatore dei nostri fratelli,
colui che li accusava davanti al nostro Dio
giorno e notte.
Ma essi lo hanno vinto
per mezzo del sangue dell'Agnello
e grazie alla testimonianza del loro martirio;
poiché hanno disprezzato la vita
fino a morire.
Esultate, dunque, o cieli,
e voi che abitate in essi. (Apocalisse 12,7-12)

***
Mentre io, Daniele, consideravo la visione e cercavo di comprenderla, ecco davanti a me uno in piedi, dall'aspetto d'uomo; intesi la voce di un uomo, in mezzo all'Ulai, che gridava e diceva: «Gabriele, spiega a lui la visione». Egli venne dove io ero e quando giunse, io ebbi paura e caddi con la faccia a terra. Egli mi disse: «Figlio dell'uomo, comprendi bene, questa visione riguarda il tempo della fine». Mentre egli parlava con me, caddi svenuto con la faccia a terra; ma egli mi toccò e mi fece alzare.
Egli disse: «Ecco io ti rivelo ciò che avverrà al termine dell'ira, perché la visione riguarda il tempo della fine. Il montone con due corna, che tu hai visto, significa il re di Media e di Persia; il capro è il re della Grecia; il gran corno, che era in mezzo ai suoi occhi, è il primo re. Che quello sia stato spezzato e quattro ne siano sorti al posto di uno, significa che quattro regni sorgeranno dalla medesima nazione, ma non con la medesima potenza di lui.
Alla fine del loro regno, quando l'empietà avrà raggiunto il colmo, sorgerà un re audace, sfacciato e intrigante. La sua potenza si rafforzerà, ma non per potenza propria; causerà inaudite rovine, avrà successo nelle imprese, distruggerà i potenti e il popolo dei santi. Per la sua astuzia, la frode prospererà nelle sue mani, si insuperbirà in cuor suo e con inganno farà perire molti: insorgerà contro il principe dei prìncipi, ma verrà spezzato senza intervento di mano d'uomo. La visione di sere e mattine, che è stata spiegata, è vera. Ora tu tieni segreta la visione, perché riguarda cose che avverranno fra molti giorni».
Io, Daniele, rimasi sfinito e mi sentii male per vari giorni: poi mi alzai e sbrigai gli affari del re: ma ero stupefatto della visione perché non la potevo comprendere. (Daniele 8,15-27)

***
Erano entrati nella Media e già erano vicini a Ecbàtana, quando Raffaele disse al ragazzo: «Fratello Tobia!». Gli rispose: «Eccomi». Riprese: «Questa notte dobbiamo alloggiare presso Raguele, che è tuo parente. Egli ha una figlia chiamata Sara e all'infuori di Sara nessun altro figlio o figlia. Tu, come il parente più stretto, hai diritto di sposarla più di qualunque altro uomo e di avere in eredità i beni di suo padre. È una ragazza seria, coraggiosa, molto graziosa e suo padre è una brava persona». E aggiunse: «Tu hai il diritto di sposarla. Ascoltami, fratello; io parlerò della fanciulla al padre questa sera, perché la serbi come tua fidanzata. Quando torneremo da Rage, faremo il matrimonio. So che Raguele non potrà rifiutarla a te o prometterla ad altri; egli incorrerebbe nella morte secondo la prescrizione della legge di Mosè, poiché egli sa che prima di ogni altro spetta a te avere sua figlia. Ascoltami, dunque, fratello. Questa sera parleremo della fanciulla e ne domanderemo la mano. Al nostro ritorno da Rage la prenderemo e la condurremo con noi a casa tua». Allora Tobia rispose a Raffaele: «Fratello Azaria, ho sentito dire che essa è già stata data in moglie a sette uomini ed essi sono morti nella stanza nuziale la notte stessa in cui dovevano unirsi a lei. Ho sentito inoltre dire che un demonio le uccide i mariti. Per questo ho paura: il demonio è geloso di lei, a lei non fa del male, ma se qualcuno le si vuole accostare, egli lo uccide. Io sono l'unico figlio di mio padre. Ho paura di morire e di condurre così alla tomba la vita di mio padre e di mia madre per l'angoscia della mia perdita. Non hanno un altro figlio che li possa seppellire». Ma quello gli disse: «Hai forse dimenticato i moniti di tuo padre, che ti ha raccomandato di prendere in moglie una donna del tuo casato? Ascoltami, dunque, o fratello: non preoccuparti di questo demonio e sposala. Sono certo che questa sera ti verrà data in moglie. Quando però entri nella camera nuziale, prendi il cuore e il fegato del pesce e mettine un poco sulla brace degli incensi. L'odore si spanderà, il demonio lo dovrà annusare e fuggirà e non comparirà più intorno a lei. Poi, prima di unirti con essa, alzatevi tutti e due a pregare. Supplicate il Signore del cielo perché venga su di voi la sua grazia e la sua salvezza. Non temere: essa ti è stata destinata fin dall'eternità. Sarai tu a salvarla. Ti seguirà e penso che da lei avrai figli che saranno per te come fratelli. Non stare in pensiero». Quando Tobia sentì le parole di Raffaele e seppe che Sara era sua consanguinea della stirpe della famiglia di suo padre, l'amò al punto da non saper più distogliere il cuore da lei. (Tobia 6,10-19)


Preghiera a San Pio da Pietrelcina


Tu povero nascesti, o Padre Pio

come fu Cristo, il nostro Redentore,

compagna l'umiltà ti fu fedele,

immensa la Tua fede nel Signore.

Simigliante a Gesù anche le piaghe,

che Tu accettasti con rassegnazione

memore del penoso Suo Calvario

e della tormentata Sua Passione.

Or che Tu godi dell'Eterna Luce,

fulgente, radiosa ed infinita,

continuando a darci il Tuo aiuto

mostrati a noi quel che Tu fosti in vita.

In questo mondo pieno di tristezza

dona il sollievo a tutti i sofferenti,

infondi in noi l'amore in ogni cuore,

la fratellanza tra le umane genti.

Noi affidiamo a Te le nostre pene,

or che ormai sei più vicino a Dio,

fa quel che puoi per il nostro bene

intercedi per Noi, o Padre Pio!

Nella Sua Sapienza...

Diario di Bordo 21.09.2010.

I Doni dello Spirito. Nello Spirito Santo siamo Innestati in Cristo.
La Sua Sapienza ci Illumina, ci Guida, ci Dona il Senso della Vita.

     Dal Libro della Sapienza, cap. 7, 22 – 23  Elogio della Sapienza
     Nella sapienza c’è uno spirito intelligente, santo, unico, molteplice,
      sottile, mobile, penetrante, senza macchia, terso, inoffensivo, amante del bene,
      acuto, libero, benefico, amante dell’uomo, stabile, sicuro, senz’affanni,
      onnipotente, onniveggente e che pervade tutti gli spiriti intelligenti, puri, sottilissimi.

Cosa sarebbe la Vita senza Sapore, se fosse Insipida...
Se non avesse il Senso Alto del Suo Esistere!
La Sapienza è il Sale, il Sapore della Vita.
E' ciò che dà alla Vita il Suo Valore.

Ricevere lo Spirito Santo è Accogliere la Sapienza di Dio in Noi.
Il Senso dell'Essere stati Creati  si Rivela e si Manifesta
I Desideri di Dio Orientano l'Orizzonte della Vita
Nulla ci è nascosto e Tutto acquista Senso.

La Sapienza ci Introduce nei Misteri di Dio
e in quello che Mirabilmente Egli Vuole Compiere
perché ogni Uomo e Donna  abbia ad Essere  a Lui Simile
Opera che la Sapienza Indica, Guida, Istruisce, Forma, Imprime, Regola.

Opera che non si risolve solo nel Compiere il Disegno di Dio per Ognuno,
ma che è Capace di far Interagire le Singole Esistenze con l'Insieme.
Ognuno Parte Unica ed Irripetibile del Mosaico Multiforme
al quale Siamo Chiamati a Vivere nella Comunione.

La Sapienza di Dio Costruisce e Regola
il Compiersi della Gloria di Dio.
In Ognuno e in Tutti.

Michele    michele@beth-or.org      www.beth-or.org 


L'amore di Dio (San Filippo Neri)

Oggi abbiamo ricordato San Filippo Neri e continuiamo a farlo ora, riflettendo su alcune sue parole sull'amore di Dio:

- Chi vuole altra cosa che non sia Cristo, non sa quello che si voglia. Chi dimanda
altra cosa che non sia Cristo, non sa quello che dimanda. Chi opera e non per Cristo,
non sa quello che si faccia.
- L'anima che si dà tutta a Dio, è tutta di Dio.
- Quanto amore si pone nelle creature, tanto se ne toglie a Dio.
2
- All'acquisto dell'amor di Dio non c'è più vera e più breve strada che staccarsi
dall'amore delle cose del mondo ancor piccole e di poco momento e dall'amor di se
stesso, amando in noi più il volere e servizio di Dio, che la nostra soddisfazione e
volere.
- Come mai è possibile che un uomo il quale crede in Dio, possa amare altra cosa che
Dio?
- La grandezza dell'amor di Dio si riconosce dalla grandezza del desiderio che l'uomo
ha di patire per amor suo.
- A chi veramente ama Dio non può avvenire cosa di più gran dispiacere quanto non
aver occasione di patire per Lui.
- Ad uno il quale ama veramente il Signore non è cosa più grave, né più molesta
quanto la vita.
- I veri servi di Dio hanno la vita in pazienza e la morte in desiderio.
- Un'anima veramente innamorata di Dio viene a tale che bisogna che dica: Signore,
lasciatemi dormire: Signore, lasciatemi stare.


Nel Nome dell'Amore

Diario di Bordo 10.09.2010.

Nel Nome dell'Amore...

Dalla Preghiera di M. Maddalena.
“Che l’Umanità sia Adunata nel Nome del Padre
del Figlio e dello Spirito Santo”.
Uniti dal Potere dell’Amore.

Signore Preghiamo quel che Tu hai Già Deciso di Dare,
perché nessuno di Noi può Sapere quel che è Bene per Noi.
E’ il Tuo Spirito che Dona di Conoscere e Chiedere nel Presente
quel che Già oggi  è Seme di Vita  per l’Umanità che Verrà Domani.

Infatti il Nostro Bene è Presente  da sempre  nel Cuore del Padre
Bene che attende il nostro Crescere in Te per Essere Vissuto
Realtà di Vita che Manifesta la Perfezione del Creato
Gioia che Riempirà di Gioia l’Eterno Tempo.

Nel Vostro Nome siano Battezzate Tutte le Genti
Questo è il Comandamento Missionario che hai Dato.
Nel Vostro Nome  Tutti i Popoli  saranno Adunati e Uniti
Ecclesia Divina Adunanza che Celebra il Tuo Essere Nostro Dio.

Solo il Potere del Vostro Amore può Concepire questo Trionfo
Potere che in Noi ci Forma ad Immagine a Voi Somigliante.
Segno Imperituro del Valore e del Potere che è in Voi
Noi Destinatari della Gioia che mai potrà Svanire.

Fieri d’Essere quel che Avete Voluto che Fossimo!



Preghiera alla Beata Vergine Addolorata

Lasciami vivere accanto a te, Madre mia,
per tenere compagnia alla tua solitudine
e al tuo profondo dolore!

Lasciami risentire nella mia anima
il pianto doloroso dei tuoi occhi
e l'abbandono del tuo cuore!

Non voglio sul cammino della mia vita
gustare la letizia di Betlemme, adorando il Bambino Gesù,
nelle tue braccia verginali.

Non voglio godere nella tua umile casa di Nazareth
della cara presenza di Gesù Cristo.

Né voglio unirmi al coro degli angeli
nella tua gloriosa Assunzione!

Voglio nella mia vita
gli scherni e le beffe del Calvario;
voglio la lenta agonia del Figlio tuo,
il disprezzo, l'ignominia, l'infamia della Croce.

Voglio, o Vergine Addolorata, stare vicino a te, in piedi,
per fortificare il mio spirito con le tue lacrime,
consumare il mio sacrificio col tuo martirio,
sostenere il mio cuore con la tua solitudine,
amare il mio e tuo Dio
con l'immolazione di tutto il mio essere.

Beato Miguel A. Pro S.J.

 

La croce è gloria ed esaltazione di Cristo

Continuiamo a ricordare la Croce del nostro Signore Gesù Cristo, riflettendo sugli scritti di sant'Andrea di Creta, vescovo e grande innografo:

Dai «Discorsi» di sant’Andrea di Creta, vescovo
La croce è gloria ed esaltazione di Cristo

Noi celebriamo la festa della santa croce, per mezzo della quale sono state cacciate le tenebre ed é ritornata la luce. Celebriamo la festa della santa croce, e così, insieme al Crocifisso, veniamo innalzati e sublimati anche noi. Infatti ci distacchiamo dalla terra del peccato e saliamo verso le altezze. E’ tale e tanta la ricchezza della croce che chi la possiede ha un vero tesoro. E la chiamo giustamente così, perché di nome e di fatto é il più prezioso di tutti i beni. E’ in essa che risiede tutta la nostra salvezza. Essa é il mezzo e la via per il ritorno allo stato originale.
 
Se infatti non ci fosse la croce, non ci sarebbe nemmeno Cristo crocifisso. Se non ci fosse la croce, la Vita non sarebbe stata affissa al legno. Se poi la Vita non fosse stata inchiodata al legno, dal suo fianco non sarebbero sgorgate quelle sorgenti di immortalità, sangue e acqua, che purificano il mondo. La sentenza di condanna scritta per il nostro peccato non sarebbe stata lacerata, noi non avremmo avuto la libertà, non potremmo godere dell’albero della vita, il paradiso non sarebbe stato aperto per noi. Se non ci fosse la croce, la morte non sarebbe stata vinta, l’inferno non sarebbe stato spogliato.
E’ dunque la croce una risorsa veramente stupenda e imareggiabile, perché, per suo mezzo, abbiamo conseguito molti beni, tanto più numerosi quanto più grande ne é il merito, dovuto però in massima parte ai miracoli e alla passione del Cristo. E’ preziosa poi la croce perché é insieme patibolo e trofeo di Dio. Patibolo per la sua volontaria morte su di essa. Trofeo perché con essa fu vinto il diavolo e col diavolo fu sconfitta la morte. Inoltre la potenza dell’inferno venne fiaccata, e così la croce é diventata la salvezza comune di tutto l’universo. La croce é gloria di Cristo, esaltazione di Cristo. La croce é il calice prezioso e inestimabile che raccoglie tutte le sofferenze di Cristo, é la sintesi completa della sua passione. Per convincerti che la croce é la gloria di Cristo, senti quello che egli dice: «Ora il figlio dell’uomo é stato glorificato e anche Dio é stato glorificato in lui, e lo glorificherà subito» (Gv 13, 31-32). E di nuovo: «Glorificami, Padre, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse» (Gv 17, 5). E ancor: «Padre glorifica il tuo nome. Venne dunque una voce dal cielo: L’ho glorificato e di nuovo lo glorificherò» (Gv 12, 28), per indicare quella glorificazione che fu conseguita allora sulla croce. Che poi la croce sia anche esaltazione di Cristo, ascolta ciò che egli stesso dice: Quando sarò esaltato, allora attirerò tutti a me (cfr. Gv 12, 32). Vedi dunque che la croce é gloria ed esaltazione di Cristo.

 

La preghiera è luce per l'anima

Riflettiamo sulle parole di San Giovanni Crisostomo che la Chiesa Cattolica celebra oggi: 
 
La preghiera, o dialogo con Dio, è un bene sommo. È infatti, una comunione intima con Dio. Come gli occhi del corpo vedendo la luce ne sono rischiarati, così anche l'anima che è tesa verso Dio viene illuminata dalla luce ineffabile della preghiera. Deve essere, però, una preghiera non fatta per abitudine ma che proceda dal cuore. Non deve essere circoscritta a determinati tempi od ore, ma fiorire continuamente, notte e giorno.Non bisogna infatti innalzare il nostro animo a Dio solamente quando attendiamo con tutto lo spirito alla preghiera. Occorre che, anche quando siamo occupati in altre faccende, sia nella cura verso i poveri, sia nelle altre attività, impreziosite magari dalla generosità verso il prossimo, abbiamo il desiderio e il ricordo di Dio, perché, insaporito dall'amore divino, come da sale, tutto diventi cibo gustosissimo al Signore dell'universo. Possiamo godere continuamente di questo vantaggio, anzi per tutta la vita, se a questo tipo di preghiera dedichiamo il più possibile del nostro tempo. La preghiera è luce dell'anima, vera conoscenza di Dio, mediatrice tra Dio e l'uomo. L'anima, elevata per mezzo suo in alto fino al cielo, abbraccia il Signore con amplessi ineffabili. Come il bambino, che piangendo grida alla madre, l'anima cerca ardentemente il latte divino, brama che i propri desideri vengano esauditi e riceve doni superiori ad ogni essere visibile. La preghiera funge da augusta messaggera dinanzi a Dio, e nel medesimo tempo rende felice l'anima perché appaga le sue aspirazioni. Parlo, però, della preghiera autentica e non delle sole parole.Essa è un desiderare Dio, un amore ineffabile che non proviene dagli uomini, ma è prodotto dalla grazia divina. Di essa l'Apostolo dice: “Non sappiamo pregare come si conviene, ma lo Spirito stesso intercede per noi con gemiti inesprimibili” (Rm 8,26b). Se il Signore dà a qualcuno tale modo di pregare, è una ricchezza da valorizzare, è un cibo celeste che sazia l'anima; chi l'ha gustato si accende di desiderio celeste per il Signore, come di un fuoco ardentissimo che infiamma la sua anima.Abbellisci la tua casa di modestia e umiltà mediante la pratica della preghiera. Rendi splendida la tua abitazione con la luce della giustizia; ornale sue pareti con le opere buone come di una patina di oro puro e al posto dei muri e delle pietre preziose colloca la fede e la soprannaturale magnanimità, ponendo sopra ogni cosa, in alto sul fastigio, la preghiera a decoro di tutto il complesso. Così prepari per il Signore una degna dimora, così lo accogli in splendida reggia. Egli ti concederà di trasformare la tua anima in tempio della sua presenza.
 
Dalle « Omelie » di san Giovanni Crisostomo, vescovo (Om. 6 sulla preghiera; PG 64, 462-466) 
 
 

In onore del Santissimo Nome di Maria

Oggi la Chiesa celebra il Santissimo Nome di Maria. E noi, porgiamo i nostri migliori auguri a tutte le donne che hanno l'onore di portare questo nome. Rendiamo onore a Maria, ricordandola con il Magnificat, seguito da un breve pensiero del venerabile Giovanni Paolo II:

L'anima mia magnifica il Signore * [5]
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva. *
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente *
e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia *
si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio, *
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, *
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, *
ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo, *
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri, *
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen. [6]

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"L'Immacolata è il segno della fedeltà di Dio che non si arrende di fronte al peccato dell'uomo. La sua pienezza di grazia ci ricorda anche le immense possibilità di bene, di bellezza, di grandezza e di gioia che sono alla portata dell'uomo quando si lascia guidare dalla Volontà di Dio, rifiutando il peccato."

(Giovanni Paolo II Angelus 8 dicembre 1994)


In ricordo delle vittime dell'odio


Oggi, 11 Settembre, ricordiamo le vittime dell'odio e dell'estremismo; ricordiamo le vittime innocenti di chi ha sfruttato il nome di Dio per dichiarare guerra; ricordiamo le vittime di un atto codardo, meschino e privo di amore; ricordiamo le vittime di chi pensa che Dio ami punire; ricordiamo le vittime di chi pensa che la religione sia una guerra contro gli infedeli; ricordiamo le vittime di chi non ha fede, ma solo odio e cuore di pietra. E per farlo, usiamo le parole del nostro amato Maestro e Salvatore Gesù, il quale ha invitato tutti i fedeli del mondo, a non odiare nemmeno i nemici e a non alzare la mano contro il nostro fratello anche se diverso da noi. Gesù ci ha chiesto di amarci e di amare tutti indistintamente, buoni e cattivi, puri e impuri, giusti e ingiusti. Ricordiamoci di queste parole per non lasciare che l'odio razziale, la xenofobia e tutti questi sentimenti di odio prendano il sopravvento per giungere a causare dolore indicibile negli altri, come è accaduto con il nazifascismo e con gli attentati terroristici. Ma se vogliamo ricordare le vittime dell'odio, cominciamo noi con lo smettere di odiare chi ci è intorno, affinché le nostre parole non siano figli dell'ipocrisia, ma figli dell'amore. Meditiamo nel cuore queste parole di vita e di amore: 

"Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a quelli che vi odiano, e pregate per coloro che con disprezzo vi usano, e vi perseguitano, così che possiate essere figli del Padre vostro che è nei cieli, perché egli fa sorgere il suo sole sui malvagi e sui buoni, e manda pioggia sui giusti e sugli ingiusti" (Matteo 5:44-45)

 

Pange lingua


Canta, o mia lingua,
il mistero del corpo glorioso
e del sangue prezioso
che il Re delle nazioni,
frutto benedetto di un grembo generoso,
sparse per il riscatto del mondo.
Si è dato a noi, nascendo per noi
da una Vergine purissima,
visse nel mondo spargendo
il seme della sua parola
e chiuse in modo mirabile
il tempo della sua dimora quaggiù.
Nella notte dell'ultima Cena,
sedendo a mensa con i suoi fratelli,
dopo aver osservato pienamente
le prescrizioni della legge,
si diede in cibo agli apostoli
con le proprie mani.
Il Verbo fatto carne cambia con la sua parola
il pane vero nella sua carne
e il vino nel suo sangue,
e se i sensi vengono meno,
la fede basta per rassicurare
un cuore sincero.
Adoriamo, dunque, prostrati
un sì gran sacramento;
l'antica legge
ceda alla nuova,
e la fede supplisca
al difetto dei nostri sensi.
Gloria e lode,
salute, onore,
potenza e benedizione
al Padre e al Figlio:
pari lode sia allo Spirito Santo,
che procede da entrambi.
Amen.

Sezione dedicata alla nostra amica Patrizia:

Il Dolore solo se è accettato e offerto diviene gioia, altrimenti può diventare disperazione. Il maligno tenta sempre di farci imboccare questa strada, che porta alla distruzione di sè e degli altri.
La domanda, il grido ci salva, perchè, come un bambino quando invoca la mamma è aiutato da lei, a maggior ragione o tanto più la nostra Mamma Celeste viene in nostro soccorso, portandoci lo Spirito Consolatore che ci fa ritornare la speranza.

Questo dolore non è capito dagli uomini, difficilmente ci possono aiutare, di solito LO aumentano!

Solo TU Signore ci comprendi totalmente, perchè siamo opera Tua. Fa' o Signore che possiamo amare anche chi non comprendiamo o non ci comprende, grazie. (Patrizia)

Gesù Cristo

Gesù Cristo
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

Riflettiamo

Impariamo a soffermarci sulle parole e meditiamone il loro significato

L'importanza della preghiera

Chi prega, certamente si salva; chi non prega certamente si danna. Tutti i beati, eccettuati i bambini, si sono salvati col pregare. Tutti i dannati si sono perduti per non pregare; se pregavano non si sarebbero perduti. E questa è, e sarà la loro maggiore disperazione nell’inferno, l’aversi potuto salvare con tanta facilità, quant’era il domandare a Dio le di lui grazie, ed ora non essere i miseri più a tempo di domandarle

(Sant'Alfonso Maria De' Liguori)

Accrescere la cultura

«Io voglio vivere per Gesù e per la Chiesa. La scienza che serve a farmi vivere sempre più per il Signore e per la Chiesa è la cultura della mia vita e tutta la mia vita di cultura». Ogni giorno, ogni ora, ogni istante io sento il bisogno di accrescere le mie conoscenze. E la Chiesa è una fonte inesauribile di vita e di cultura per me!».

(San Pio da Pietrelcina)

Il dono della Sapienza

Nella Sapienza c’è uno spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile, mobile, penetrante, senza macchia, terso, inoffensivo, amante del bene, acuto, libero, benefico, amico dell’uomo, stabile, sicuro, senz’affanni. 
Onnipotente, onniveggente e che pervade tutti gli spiriti intelligenti, puri, sottilissimi. 
È un’emanazione della potenza di Dio, un effluvio genuino della gloria dell’Onnipotente, per questo nulla di contaminato in essa s’infiltra. 
È un riflesso della Luce perenne, uno specchio senza macchia dell’attività di Dio e un’immagine della sua bontà.

Le preghiere dei Santi:

Le preghiere dei Santi:
Noi ci affidiamo a te. Non abbandonarci alla tristezza perché tu, Signore, sei con noi sempre. Tu non ci lascerai un istante. Se non avessi steso la mano, quante volte la nostra fede avrebbe vacillato! Tu, Signore, sei sempre intento ad accogliere le nostre confidenze. Aiutaci a non abbatterci nelle sofferenze fisiche e morali. Non permettere di affliggerci fino a perdere la pace interiore. Fa’ che camminiamo con buona fede, senza inquietudini e sconforti. Noi ci affidiamo a te: prendici la mano e guidaci pur per incogniti sentieri. Insegnaci ad affrontare la prova a mente serena, per amore tuo che la permetti. Donaci di acquistare tesori per la santa eternità. (San Pio da Pietrelcina)

Dio, nostro Padre, tu hai tanto amato gli uomini da mandare a noi il tuo unico Figlio Gesù, nato dalla Vergine Maria, per salvarci e ricondurci a te. Ti preghiamo, Padre buono, dona la tua benedizione anche a noi, ai nostri genitori, alle nostre famiglie e ai nostri amici. Apri il nostro cuore, affinché sappiamo ricevere Gesù nella gioia, fare sempre ciò che egli ci chiede e vederlo in tutti quelli che hanno bisogno del nostro amore. Te lo chiediamo nel nome di Gesù, tuo amato Figlio, che viene per dare al mondo la pace. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.(Venerabile Giovanni Paolo II)

Padre santo e giusto, Signore Re del cielo e della terra, ti rendiamo grazie per il fatto stesso che tu esisti, ed anche perché con un gesto della tua volontà, per l'unico tuo Figlio e nello Spirito Santo, hai creato tutte le cose visibili ed invisibili e noi, fatti a tua immagine e somiglianza, avevi destinato a vivere felici in un paradiso dal quale unicamente per colpa nostra siano stati allontanati. (San Francesco di Assisi)

Tu sei grande, Signore, e ben degno di lode; grande è la tua virtù, e la tua sapienza incalcolabile. E l’uomo vuole lodarti, una particella del tuo creato, che si porta attorno il suo destino mortale, che si porta attorno la prova del suo peccato e la prova che tu resisti ai superbi. Eppure l’uomo, una particella del tuo creato, vuole lodarti. Sei tu che lo stimoli a dilettarsi delle tue lodi, perché ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha pace finché non riposa in te. (Sant'Agostino))

“O Dio di grande Misericordia, bontà infinita, ecco che oggi tutta l’umanità grida dall’abisso della sua miseria alla Tua Misericordia, alla Tua compassione, o Dio, e grida con la voce potente della propria miseria. O Dio benigno, non respingere la preghiera degli esuli di questa terra. O Signore, bontà inconcepibile, che conosci perfettamente la nostra miseria e sai che non siamo in grado di innalzarci fino a Te con le nostre forze, Ti supplichiamo, previenici con la Tua grazia e moltiplica incessantemente su di noi la Tua Misericordia, in modo che possiamo adempiere fedelmente la Tua santa volontà durante tutta la vita e nell’ora della morte. L’onnipotenza della Tua Misericordia ci difenda dagli assalti dei nemici della nostra salvezza, in modo che possiamo attendere con fiducia, come figli Tuoi, la Tua ultima venuta...” (Santa Faustina Kowalska))

Affinché coloro che mi guardano non vedano la mia persona, ma Te in me. Rimani con me. Così risplenderò del Tuo splendore e potrò essere luce per gli altri. La mia luce verrà da Te solo, Gesù, non sarà mio nemmeno un piccolo raggio. Sei Tu che illuminerai gli altri attraverso di me. Ispirami la lode che Ti è più gradita, illuminando gli altri attorno a me. Che io Ti annunci non con le parole ma con l'esempio, con la testimonianza dei miei atti, con lo scatto visibile dell'amore che il mio cuore riceve da Te. Amen. (Madre Teresa di Calcutta))

Signore Gesù, tu hai dato la vita per me: io voglio donare la mia a te. Signore Gesù, tu hai detto: «Amore più grande non c'è che dare la vita per gli amici». Il mio supremo amore sei tu. È sera. Il giorno ormai declina. Resta con me Signore. Voglio seguirti portando la mia croce. Signore, vieni in mio aiuto e guidami nel cammino. La tua voce, Signore, ha un'eco profonda nel mio cuore. Gesù, mio Signore e mio Dio, voglio diventare in tutto simile a te, voglio soffrire e morire con te, per raggiungere con te la gioia della risurrezione. Tu, quel gran Dio che l'universo adora, vivi in me giorno e notte. E sempre la tua voce mi implora e mi ripete: «Ho sete, ho sete di amore»! Anch'io voglio ripetere la tua divina preghiera: ho sete d'amore. Io ho sete d'amore! Sazia la mia speranza, accresci in me, o Signore, il tuo ardore divino. Ho sete d'amore! Quale sofferenza, mio Dio, e come grande! Come vorrei volare da te! Il tuo amore, o Gesù, è il mio solo martirio; perché più brucia d'amore, più desidera amarti l'anima mia. Gesù, fa' che io muoia d'amore per te! (Santa Teresa di Gesù Bambino)