Riflettiamo Insieme

nella vigna ...

RIFLETTENDO SU SAN PAOLO...

 

VANGELO (Mc 16,15-18)
Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, apparendo agli Undici, Gesù disse loro: "Andate in tutto
il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà
battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi
saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome
scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i
serpenti, e se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno
le mani ai malati e questi guariranno".
Parola del Signore.

OMELIA
Partendo dalla Parola che la liturgia di questo giorno ci offre, desidero
riflettere  sul tema della conversione di san Paolo meditando la  frase:”"Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura". E’ chiaro che la missione nasce dalla fede e dall'amore a
Cristo. Non è si tratta di seguire qualcuno solo in modo formale, ma di  comunicare
l'esperienza di salvezza e di gioia in Cristo che il cristiano fa
nella sua vita. Avendo così sperimentato l'amore, lo comunica a tutti.
Paolo, il primo missionario, sulla via di Damasco viene avvolto da una
LUCE (è la luce di Cristo Risorto che illumina il cammino di ogni uomo facendogli prendere coscienza dei propri peccati) che lo porta a cadere e a riconoscersi debole e fragile. In quel momento Paolo scopre che c’è Qualcuno che lo chiama a percorrere una strada diversa ,  scopre che quel Cristo che lui perseguitava è Colui che lo chiama per una missione specifica e, nello stesso momento, egli perde la sicurezza di
tutto quello in cui credeva prima. Da nemico della croce diventa
adoratore. La conversione di Paolo è un segno della potenza di Dio.

Gesù Cristo è Colui che  è venuto a capovolgere tutta la storia umana, anche la nostra  storia
personale, come ha capovolto quella di Paolo. Da questa rivoluzionaria
conversione nasce lo spirito missionario di Paolo, apostolo delle genti,  che porterà la  Chiesa
nascente ad aprirsi a tutti i popoli e a tutte le culture.
Oggi la Chiesa attraversa una crisi di missionarietà, segno della crisi
di fede. Qualcuno pensa che  il cristianesimo abbia  esaurito ormai  la sua forza di propulsione verso
il mondo esterno. Ma non è così! Lo Spirito di Dio è onnipotente oggi come ai tempi  della
Chiesa nascente,  ma ha bisogno di trovare cristiani
disposti alla conversione, come Paolo.
Il primo passo per la conversione e la missione è che siamo "pieni di zelo
per il Signore ", come lo era  Paolo. Preghiamo perché il Signore nostro Gesù Cristo ci abbagli con la Sua Luce e ci faccia recuperare la vista del cuore per essere Suoi veri testimoni nella fede.
 

Marina  

L’UOMO PUO’ SOLO ESSERE PERDONATO


L'uomo può solo essere perdonato, anche se è santo o tutti lo credono santo, perchè solo DIO è SANTO DI SUO. 

L'uomo, anche se fa o dice cose grandi, può solo essere perdonato, deve solo chiedere perdono per tutte le volte che ha fatto la sua volontà anzichè la Sua; per tutte le volte che ha usato due pesi e due misure, per tutte le volte che ha voluto possedere le persone, anzichè condurle a LUI!  per tutte le volte che si è sentito giusto, per tutte le volte che ha giudicato, pur avendo predicato di non giudicare!

 

C'è sempre un abisso da colmare, ma se non glielo chiediamo, Lui non vìola la nostra libertà, non si impone; ma se ci spalanchiamo alla SUA Misericordia ci dona la "veste bianca" e con essa la pace e la felicità vera.

 

Grazie Signore, fa' che tutti spalanchiamo la porta e la finestra del nostro cuore! 

Patrizia  

OLTRE IL DOLORE

Carissimi, vorrei condividere con voi queste bellissime riflessioni, sull'unita dei cristiani, in questa settimana, dedicata appunto all'unita tra cristiani! 

Luca 24, 15 – 16 

[…] Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. 

Oltre il Dolore… La Luce 

Il cristiano, che è tale non solo per tradizione, ma perché ha fatto esperienza concreta dell’incontro con Gesù, è testimone della perseveranza della fede sia pur nel dolore. E’ ciò che non successe ai due discepoli di Emmaus, i quali avevano conosciuto Gesù come il profeta potente davanti a Dio e a tutto il popolo che avrebbe liberato Israele, eppure si sentirono smarriti perché il loro maestro era stato crocifisso. La realtà della croce li sconvolse tanto da lasciare Gerusalemme, delusi. Si sarebbero realmente persi nella loro sofferenza, avrebbero dato spazio alla prova di diventare una oppressione, se Gesù non si fosse presentato. Ma essi non lo riconobbero.

La sofferenza è un grande enigma per chi non ama Dio; un enigma e come tale inspiegabile, ma così potente da rinchiudere l’uomo in se stesso in quel labirinto senza uscita, chiamato disperazione. Per noi cristiani non c’è resurrezione senza dolore, e non perché siamo masochisti o perché amiamo un Dio che si diverte a guardare le tragedie di ogni giorno; amiamo Dio che per mezzo del Sangue di Suo Figlio ci ha già salvati e attende con quella amorevole pazienza di Padre che si accetti tale salvezza che è l’eterna vita nell’amore. In virtù di quell’unità consacrata a Dio nel sacrificio di Cristo, noi viviamo in lui il nostro piccolo o grande sacrificio, ridonando sempre i nostri occhi alla luce nonostante la morte del cuore. Se permettiamo che la morte ci uccida come potremo dire ad un nostro fratello che amiamo Dio. 

Fratello mio, per credere alle sue opere mirabili, non essere affascinato da chi lo ama con le più belle parole, ma credi alle sue opere in chi non ha niente e non può far niente, in chi pur nel dolore ti apre le braccia e  dice: non ho nulla, ma per te e per il mio Dio c’è ancora e sempre un posto nel mio cuore, e sii grato solo a Lui per questo, perché in lui tutto è possibile. 

 Patrizia 

L’UMILTA’: CHIAVE CONTRO LA SUPERBIA

L'umiltà è la chiave d'accesso al Paradiso. Con essa si ottiene un'ampia visione sulla verità. Infatti, gli umili del mondo sanno ben

comprendere le cose del cielo, a differenza dei superbi. Non a caso le persone che peccano di superbia, hanno grandi difficoltà nel

comprendere la parola di Dio, tant'è vero che sottovalutano ogni cosa che appartiene a Lui. Spesso questo peccato induce le persone ad emarginare i più piccoli. Ma chi si esalta, sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato. Mi ha colpito molto una parabola di Gesù che insegna ad umiliarsi e che mostra i benefici dell'umiliazione.

 

Dal Vangelo di Luca:

 

7 Osservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse

loro una parabola:8 «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non

metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più

ragguardevole di te9 e colui che ha invitato te e lui venga a dirti:

Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo

posto.10 Invece quando sei invitato, và a metterti all'ultimo posto,

perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più

avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali.11 Perché

chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».

 

Con questa parabola Gesù intende dirci che, vivendo nella superbia, ci sarà sempre qualcuno più grande di noi che ci umilierà, chi invece vive nell'umiliazione, è abituato ad essere umiliato e vive bene sempre e comunque e quando ci sarà qualcuno che lo esalterà, gioirà ancora di più. Il significato definitivo, vuol dire che chi si esalta su questa terra, sarà minimo nel Regno dei Cieli e chi si umilia sarà grande nel Regno dei Cieli. Non a caso le persone con la puzza sotto al naso, sono allontanate dal popolo e viste di cattivo gusto. Gli umili invece sono sempre ben accolti. Chiudersi nel proprio guscio per mostrare la propria corazza, non serve a nulla, anche perchè chi sta sempre nel guscio, non vede il mondo. Chi invece vive e mostra la sua semplicità, il mondo lo vive e lo vede. Con questo intendo dire che chi vive nell'umiltà, vede la verità e la vive appieno e gioisce di questo, soprattutto è amato da Dio. Gesù, il Figlio di Dio, nonostante la Sua grandissima e divina autorità, si è umiliato e si è fatto nostro servo per ottenerci grazie sovrabbondanti dal Padre. Ora se Dio si è fatto piccolo, chi siamo noi per farci grandi? Noi non siamo altro che piccolissimi uomini davanti a Dio e solo se la nostra vita sarà fondata sull'umiltà, un giorno il Padre ci esalterà in cielo e per sempre. Solo nell'umiltà si ottengono i tesori di sapienza e d'intelligenza spirituale. Basti pensare ai pastorelli di Fatima: La loro sapienza superava di gran lunga quella dei più grandi scienziati del mondo. Eppure erano dei semplici e umili bambini. Carissimi fratelli e sorelle, uscite fuori dal guscio della superbia. Davvero non sapete che cosa vi state perdendo: La gioia immensa di vivere in sintonia con Dio e con gli altri è qualcosa di indescrivibile. Provate a scegliere l'umiltà e ne vedrete grandi frutti. 

Pace e bene a voi tutti. 

 Mikhael 

LA DIFFERENZA TRA SUPERBIA E VANITA’

"La superbia è la ferma convinzione del proprio superiore valore,sotto ogni riguardo; la vanità invece è il desiderio di suscitare negli altri tale convinzione,per lo più accompagnato dalla segreta speranza di farla diventare,in seguito,una convinzione propria.

Per questo la superbia è un'alta valutazione di se stessi che procede dal di dentro,quindi direttamente;invece la vanità è l'aspirazione a raggiungere quell'alta valutazione dal di fuori,dunque per via indiretta. La vanità per conseguenza rende loquaci,la superbia silenziosi. Ma il vanitoso dovrebbe sapere che l'alta opinione degli altri,a cui egli aspira,sarebbe più facilmente e sicuramente raggiungibile con un sistematico silenzio,anzichè col parlare,anche se avesse da dire le cose più belle.

Non è superbo chiunque lo voglia; al massimo,chi vuole può affettare superbia,ma ben presto dovrà uscire da questo come da ogni altro ruolo assunto.Perchè solo la ferma,intima,incrollabile convinzione di superiori pregi e di speciali valori rende davvero superbi.Tale convinzione può essere errata e può basarsi su pregi soltanto esteriori e convenzionali - questo non infirma la superbia,purchè quella convinzione sia reale e seria.

Poichè dunque la superbia è radicata nella convinzione,al pari di ogni altra conoscenza essa non dipende dal nostro arbitrio.

Il suo acerrimo nemico,voglio dire il suo maggiore ostacolo,è la vanità,che corteggia il consenso altrui per fondarvi la propria alta opinione di sè,mentre il presupposto della superbia è che quell'opinione sia già ben salda.

Per quanto la superbia sia biasimata e vilipesa da tutti,io suppongo che ciò sia opera soprattutto di coloro che non hanno nulla per cui essere superbi.

Di fronte alla sfacciataggine e all'insolenza della maggior parte degli uomini,chiunque abbia un qualche pregio fa benissimo a tenerlo in vista,per non lasciarlo cadere del tutto nell'oblio:infatti chi,trascurando bonariamente tali meriti,si comporta con la maggioranza degli uomini come se fosse del tutto un loro pari,viene da quelli,in buona fede,considerato per tale.

Ma vorrei soprattutto dare questo consiglio a coloro che hanno pregi della qualità più alta,ossia pregi reali,e quindi autenticamente personali,dato che questi non si possono richiamare alla memoria in ogni istante con segni tangibili come le decorazioni e i titoli; in caso contrario essi vedranno applicato spesso in concreto il sus Minervam * "Scherza con lo schiavo: ben presto ti mostrerà il posteriore" dice un proverbio arabo assai indovinato; e anche l'oraziano sume superbiam,quaesitam meritis** non è da buttar via.

Certo la virtù della modestia è una non trascurabile invenzione per i pezzenti,perchè per modestia ognuno deve parlare di sè come fosse anch'egli un pezzente; ne consegue un grandioso livellamento come se al mondo non ci fossero altri che pezzenti. " 

*il maiale(istruisce) Minerva.

**Sii tanto superbo quamto lo giustificano i tuoi meriti 

Stella

RIFLETTENDO SUL SALMO 63

Mi è venuto il desiderio di scrivere qualcosa sul salmo63 (62) 2-9; che recitiamo le prime dom. e le feste. 

 

"O Dio, TU sei il Mio DIO, all'aurora Ti cerco, di TE ha sete l'anima mia"

Appena mi sveglio, penso aTE che, solo, puoi dissetare l'anima mia. 

 

"A TE anela la mia carne, come terra deserta, arida senz'acqua"

A TE mio Tutto anela la mia carne, il mio spirito; il mio niente si riempie del TUO TUTTO, proprio come

la terra quando è arida, si riempie dell'acqua. 

 

"Così nel santuario Ti ho cercato per contemplare la TUA potenza e la TUA Gloria"

Una volta Ti cercavo nel santuario, fuori di me, ma non Ti trovavo; ora che ho scoperto di avere

un santuario dentro di me ,nel quale regni solo TU,Ti trovo anche nel santuario che sta fuori di me,

ovunque contemplo la TUA potenza e la tua Gloria. 

 

"Poichè la TUA Grazia vale più della vita, le mie labbra diranno la TUA   lode"

La vita è un grandissimo dono del Signore che possiamo comprendere solo con la Grazia.

Se non avessimo avuto la vita, non avremmo potuto conoscere DIO-TRINITA' e Maria,

ma senza la GRAZIA è come se non avessimo nemmeno la vita, infatti è la GRAZIA che ci permette

di comprendere il Mistero, più che comprendere, di desiderare, di anelare, ma certi che lo raggiungeremo,

anzi, già ora sperimentiamo la Sua Presenza nella nostra vita, qualunque sia la circostanza.

Senza la Grazia la vita si piò anche sprecare o addirittura odiare, con  la GRAZIA anche la croce sembra lieve

e la vita può essere bella.

Signore dona a tutti la TUA Grazia, perchè vale più della vita, grazie.

 

 

Poichè mi hai donato la Tua Grazia

"Le mie labbra diranno la TUA Lode" 

 

"Nel mio giaciglio di TE mi ricordo, penso a Te nelle veglie notturne"

Una volta il sonno non arrivava mai, perchè nella mia mente si affollavano infiniti pensieri;

da quando "Di TE mi ricordo", cioè prego, penso proprio a TE e a Maria, il sonno arriva dolcemente e se mi sveglio di notte

penso ancora a TE ed è grande la gioia! 

 

"TU sei stato il mio aiuto, esulto di gioia all'ombra delle Tue ali"

Hai permesso che mi smarrissi, Signore, per essere TU il mio aiuto e la mia gioia. 

 

"A TE si stringe  l'anima mia, la forza della Tua destra mi sostiene"

Se l'anima si stringe a TE, TU sei la Forza che sostiene, come una mamma sostiene il suo bambino

o lo solleva se è caduto.    

Patrizia

LA PREGHIERA

Oggi ho pensato alla preghiera. Una persona l'ha paragonata all'olio del motore della macchina.

 

Secondo me non è l'olio, ma la benzina. Senza benzina la macchina non va!

Diventa un oggetto inutile, anche se perfettamente funzionante.

Si può portarla dal meccanico o dal carrozziere, lavarla, lucidarla, comprare degli accessori costosissimi,

tutto inutile; se non si mette la benzina, la macchina non si muove!

 

La PREGHIERA O meglio la CONTEMPLAZIONE è per me quello che la benzina è per la macchina:

permette la circolazione su strade spesso ancora sconosciute, con paesaggi indescrivibili!

Una volta pensavo che la preghiera fosse chiedere, chiedere, chiedere, ma non succedeva niente,

né a me né agli altri, perchè non facevo il pieno; o meglio, era come pretendere di fare il pieno

senza aprire il tappo del serbatoio: la benzina non poteva entrare.

Mentre per fare il pieno non occorrono parole, basta aprire il tappo del serbatoio.

 

Il benzinaio può riempire solo un serbatoio per volta, poi chiude il tappo.

 

Il Divino Regista invece, nella Sua Infinita Potenza, ha previsto tutti i "Serbatoi" comunicanti,

basta che una persona stia davanti a LUI, che anche tutti gli altri ne possono usufruire!!

Non siamo noi gli artefici della comunione dei santi; è LUI che l'ha pensata e voluta per tutti.

 

Non occorre che ci agitiamo per realizzarla, anzi, più ci agitiamo meno combiniamo;

è sufficiente stare "Immobili e quieti" davanti a LUI, perchè questa si realizzi.

Perchè LUI ci mostri " IL SUO TROPPO GRANDE AMORE" è sufficiente aprire il tappo del "Serbatoio".

 

LUI ci ha lasciati liberi perchè possiamo chiedere che la nostra nullità sia riempita dalla SUA TOTALITA'.    

Patrizia 

IL DOLORE COME GIOIA

Carissimi, volevo integrare il documento dell'altro giorno (La Gioia è un fiore che nasce nel giardino dell'Amore, ma sul terreno del dolore.), con questo. Un grande abbraccio, Patrizia. 

 

Il Dolore solo se è accettato e offerto diviene gioia, altrimenti può diventare disperazione. Il maligno tenta sempre di farci imboccare questa strada, che porta alla distruzione di sè e degli altri. 

La domanda, il grido ci salva, perchè, come un bambino quando invoca la mamma è aiutato da lei, a maggior ragione o tanto più la nostra Mamma Celeste viene in nostro soccorso, portandoci lo Spirito Consolatore che ci fa ritornare la speranza.  

Questo dolore non è capito dagli uomini, difficilmente ci possono aiutare, di solito LO aumentano! 

Solo TU Signore ci comprendi totalmente, perchè siamo opera Tua. Fa' o Signore che possiamo amare anche chi non comprendiamo o non ci comprende, grazie.  

Patrizia

MEDITIAMO...

Carissimi, vi mando questa bellissima meditazione del responsabile degli adoratori missionari. In comunione, Patrizia. 

 

Diario di Bordo 17.12.09.

 

In Lui il Padre...

 

Viene a Noi il Figlio.

Nello Spirito Santo ci Mostra il Volto e il Cuore del Padre.

Amore che si prende Cura e Carico del Soffrire di Tutti.

 

Sappiamo che è per l'Amore che il Figlio ha per il Padre

che ha scelto scientemente di Offrirsi per Salvare tutti Noi.

Ma sappiamo anche che nel Figlio Vi è il Padre e lo Spirito,

pertanto a Farsi Uomo è Gesù ma la Trinità in Lui Partecipa.

 

Gesù quindi si Fa Uomo Prossimo a Noi per farci Conoscere

il Padre nello Spirito Santo che Erano e Sono in Lui.

Distintamente abbiamo Accolto e Amato Gesù

ma in Lui ci ha Amato e ci ama la Trinità.

 

Essi non si confondono eppure si Esaltano...

Quel che fa il Figlio lo fa Nel Padre e Per il Padre

e quel che il Padre Dona a Noi ce lo Dona nel Figlio

il Tutto Vissuto nella Vita di Dio che è lo Spirito Santo.

 

Noi Chiamati ad Accogliere in Noi l'Amore che si fa Carne

sempre più e sempre meglio  Visitati dall'Ineffabile Presenza

Vita che Gioisce e Cresce Nutrita dal Divino Corpo fatto Dono

Noi Amati e Amanti nella Vita il Dolore che Vive la Sua Assenza 

Nasce in Chi lo Desidera e Accoglie... l'Amore del Cielo!

Patrizia

Sezione dedicata alla nostra amica Patrizia:

Il Dolore solo se è accettato e offerto diviene gioia, altrimenti può diventare disperazione. Il maligno tenta sempre di farci imboccare questa strada, che porta alla distruzione di sè e degli altri.
La domanda, il grido ci salva, perchè, come un bambino quando invoca la mamma è aiutato da lei, a maggior ragione o tanto più la nostra Mamma Celeste viene in nostro soccorso, portandoci lo Spirito Consolatore che ci fa ritornare la speranza.

Questo dolore non è capito dagli uomini, difficilmente ci possono aiutare, di solito LO aumentano!

Solo TU Signore ci comprendi totalmente, perchè siamo opera Tua. Fa' o Signore che possiamo amare anche chi non comprendiamo o non ci comprende, grazie. (Patrizia)

Gesù Cristo

Gesù Cristo
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

Riflettiamo

Impariamo a soffermarci sulle parole e meditiamone il loro significato

L'importanza della preghiera

Chi prega, certamente si salva; chi non prega certamente si danna. Tutti i beati, eccettuati i bambini, si sono salvati col pregare. Tutti i dannati si sono perduti per non pregare; se pregavano non si sarebbero perduti. E questa è, e sarà la loro maggiore disperazione nell’inferno, l’aversi potuto salvare con tanta facilità, quant’era il domandare a Dio le di lui grazie, ed ora non essere i miseri più a tempo di domandarle

(Sant'Alfonso Maria De' Liguori)

Accrescere la cultura

«Io voglio vivere per Gesù e per la Chiesa. La scienza che serve a farmi vivere sempre più per il Signore e per la Chiesa è la cultura della mia vita e tutta la mia vita di cultura». Ogni giorno, ogni ora, ogni istante io sento il bisogno di accrescere le mie conoscenze. E la Chiesa è una fonte inesauribile di vita e di cultura per me!».

(San Pio da Pietrelcina)

Il dono della Sapienza

Nella Sapienza c’è uno spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile, mobile, penetrante, senza macchia, terso, inoffensivo, amante del bene, acuto, libero, benefico, amico dell’uomo, stabile, sicuro, senz’affanni. 
Onnipotente, onniveggente e che pervade tutti gli spiriti intelligenti, puri, sottilissimi. 
È un’emanazione della potenza di Dio, un effluvio genuino della gloria dell’Onnipotente, per questo nulla di contaminato in essa s’infiltra. 
È un riflesso della Luce perenne, uno specchio senza macchia dell’attività di Dio e un’immagine della sua bontà.

Le preghiere dei Santi:

Le preghiere dei Santi:
Noi ci affidiamo a te. Non abbandonarci alla tristezza perché tu, Signore, sei con noi sempre. Tu non ci lascerai un istante. Se non avessi steso la mano, quante volte la nostra fede avrebbe vacillato! Tu, Signore, sei sempre intento ad accogliere le nostre confidenze. Aiutaci a non abbatterci nelle sofferenze fisiche e morali. Non permettere di affliggerci fino a perdere la pace interiore. Fa’ che camminiamo con buona fede, senza inquietudini e sconforti. Noi ci affidiamo a te: prendici la mano e guidaci pur per incogniti sentieri. Insegnaci ad affrontare la prova a mente serena, per amore tuo che la permetti. Donaci di acquistare tesori per la santa eternità. (San Pio da Pietrelcina)

Dio, nostro Padre, tu hai tanto amato gli uomini da mandare a noi il tuo unico Figlio Gesù, nato dalla Vergine Maria, per salvarci e ricondurci a te. Ti preghiamo, Padre buono, dona la tua benedizione anche a noi, ai nostri genitori, alle nostre famiglie e ai nostri amici. Apri il nostro cuore, affinché sappiamo ricevere Gesù nella gioia, fare sempre ciò che egli ci chiede e vederlo in tutti quelli che hanno bisogno del nostro amore. Te lo chiediamo nel nome di Gesù, tuo amato Figlio, che viene per dare al mondo la pace. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.(Venerabile Giovanni Paolo II)

Padre santo e giusto, Signore Re del cielo e della terra, ti rendiamo grazie per il fatto stesso che tu esisti, ed anche perché con un gesto della tua volontà, per l'unico tuo Figlio e nello Spirito Santo, hai creato tutte le cose visibili ed invisibili e noi, fatti a tua immagine e somiglianza, avevi destinato a vivere felici in un paradiso dal quale unicamente per colpa nostra siano stati allontanati. (San Francesco di Assisi)

Tu sei grande, Signore, e ben degno di lode; grande è la tua virtù, e la tua sapienza incalcolabile. E l’uomo vuole lodarti, una particella del tuo creato, che si porta attorno il suo destino mortale, che si porta attorno la prova del suo peccato e la prova che tu resisti ai superbi. Eppure l’uomo, una particella del tuo creato, vuole lodarti. Sei tu che lo stimoli a dilettarsi delle tue lodi, perché ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha pace finché non riposa in te. (Sant'Agostino))

“O Dio di grande Misericordia, bontà infinita, ecco che oggi tutta l’umanità grida dall’abisso della sua miseria alla Tua Misericordia, alla Tua compassione, o Dio, e grida con la voce potente della propria miseria. O Dio benigno, non respingere la preghiera degli esuli di questa terra. O Signore, bontà inconcepibile, che conosci perfettamente la nostra miseria e sai che non siamo in grado di innalzarci fino a Te con le nostre forze, Ti supplichiamo, previenici con la Tua grazia e moltiplica incessantemente su di noi la Tua Misericordia, in modo che possiamo adempiere fedelmente la Tua santa volontà durante tutta la vita e nell’ora della morte. L’onnipotenza della Tua Misericordia ci difenda dagli assalti dei nemici della nostra salvezza, in modo che possiamo attendere con fiducia, come figli Tuoi, la Tua ultima venuta...” (Santa Faustina Kowalska))

Affinché coloro che mi guardano non vedano la mia persona, ma Te in me. Rimani con me. Così risplenderò del Tuo splendore e potrò essere luce per gli altri. La mia luce verrà da Te solo, Gesù, non sarà mio nemmeno un piccolo raggio. Sei Tu che illuminerai gli altri attraverso di me. Ispirami la lode che Ti è più gradita, illuminando gli altri attorno a me. Che io Ti annunci non con le parole ma con l'esempio, con la testimonianza dei miei atti, con lo scatto visibile dell'amore che il mio cuore riceve da Te. Amen. (Madre Teresa di Calcutta))

Signore Gesù, tu hai dato la vita per me: io voglio donare la mia a te. Signore Gesù, tu hai detto: «Amore più grande non c'è che dare la vita per gli amici». Il mio supremo amore sei tu. È sera. Il giorno ormai declina. Resta con me Signore. Voglio seguirti portando la mia croce. Signore, vieni in mio aiuto e guidami nel cammino. La tua voce, Signore, ha un'eco profonda nel mio cuore. Gesù, mio Signore e mio Dio, voglio diventare in tutto simile a te, voglio soffrire e morire con te, per raggiungere con te la gioia della risurrezione. Tu, quel gran Dio che l'universo adora, vivi in me giorno e notte. E sempre la tua voce mi implora e mi ripete: «Ho sete, ho sete di amore»! Anch'io voglio ripetere la tua divina preghiera: ho sete d'amore. Io ho sete d'amore! Sazia la mia speranza, accresci in me, o Signore, il tuo ardore divino. Ho sete d'amore! Quale sofferenza, mio Dio, e come grande! Come vorrei volare da te! Il tuo amore, o Gesù, è il mio solo martirio; perché più brucia d'amore, più desidera amarti l'anima mia. Gesù, fa' che io muoia d'amore per te! (Santa Teresa di Gesù Bambino)