Carissimi, vorrei condividere con voi queste bellissime riflessioni, sull'unita dei cristiani, in questa settimana, dedicata appunto all'unita tra cristiani!
Luca 24, 15 – 16
[…] Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo.
Oltre il Dolore… La Luce
Il cristiano, che è tale non solo per tradizione, ma perché ha fatto esperienza concreta dell’incontro con Gesù, è testimone della perseveranza della fede sia pur nel dolore. E’ ciò che non successe ai due discepoli di Emmaus, i quali avevano conosciuto Gesù come il profeta potente davanti a Dio e a tutto il popolo che avrebbe liberato Israele, eppure si sentirono smarriti perché il loro maestro era stato crocifisso. La realtà della croce li sconvolse tanto da lasciare Gerusalemme, delusi. Si sarebbero realmente persi nella loro sofferenza, avrebbero dato spazio alla prova di diventare una oppressione, se Gesù non si fosse presentato. Ma essi non lo riconobbero.
La sofferenza è un grande enigma per chi non ama Dio; un enigma e come tale inspiegabile, ma così potente da rinchiudere l’uomo in se stesso in quel labirinto senza uscita, chiamato disperazione. Per noi cristiani non c’è resurrezione senza dolore, e non perché siamo masochisti o perché amiamo un Dio che si diverte a guardare le tragedie di ogni giorno; amiamo Dio che per mezzo del Sangue di Suo Figlio ci ha già salvati e attende con quella amorevole pazienza di Padre che si accetti tale salvezza che è l’eterna vita nell’amore. In virtù di quell’unità consacrata a Dio nel sacrificio di Cristo, noi viviamo in lui il nostro piccolo o grande sacrificio, ridonando sempre i nostri occhi alla luce nonostante la morte del cuore. Se permettiamo che la morte ci uccida come potremo dire ad un nostro fratello che amiamo Dio.
Fratello mio, per credere alle sue opere mirabili, non essere affascinato da chi lo ama con le più belle parole, ma credi alle sue opere in chi non ha niente e non può far niente, in chi pur nel dolore ti apre le braccia e dice: non ho nulla, ma per te e per il mio Dio c’è ancora e sempre un posto nel mio cuore, e sii grato solo a Lui per questo, perché in lui tutto è possibile.
Patrizia
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