Riflettiamo Insieme

nella vigna ...

Così sarà la venuta del Figlio dell'uomo

Concludiamo la nostra Prima Domenica di Avvento, attraverso la riflessione di Monsignor Gianfranco Poma: 

Con il tempo dell'Avvento iniziamo un nuovo anno liturgico. "Avvento" significa "venuta", la venuta del Signore, la venuta di Dio. Il tempo dell'Avvento è il tempo dell'attesa, del desiderio che il Signore venga. Ma si attende colui che si ama: il tempo dell'Avvento è il tempo dell'Amore atteso, desiderato. La liturgia dell'Avvento è tutta segnata dalla fresca tonalità della gioia del fidanzamento e ci fa vivere una dimensione essenziale della vita umana e della esperienza cristiana: la vita umana è essenzialmente desiderio, attesa dell'incontro con ciò che ci manca, desiderio di amore. E l'esperienza cristiana è la risposta a questo radicale bisogno: l'amore che desideriamo ci è donato, quanto più si fa profonda l'attesa e tanto più intensa la gioia dell'incontro con l'Amore.
Il tempo liturgico dell'Avvento vuole risvegliare in noi il desiderio e per questo non è tanto una preparazione al Natale, quanto un pellegrinaggio dentro di noi per risvegliare la nostra attesa di Dio: dalla serietà dell'impegno con cui entriamo nell'Avvento potremo percepirne l'importanza per la nostra vita personale e per la società in cui siamo chiamati a vivere. L'Avvento è l'attesa, il desiderio di Dio per arrivare a gustarne la presenza. Ma l'uomo di oggi desidera Dio? Noi desideriamo Dio? I cristiani di oggi attendono Dio? Il grido di Teilhard de Chardin è più che mai attuale per noi: "Cristiani, incaricati di tener sempre viva la fiamma bruciante del desiderio, che cosa ne abbiamo fatto dell'attesa del Signore?". L'uomo di oggi infatti, che ha perso la memoria del passato, non attende un futuro, e si accontenta di un oggi banale, dell'immediato che fugge, perdendo il senso del tempo. La proposta cristiana consiste nel saper vivere il tempo presente come attimo che passa, ma nel quale si rende presente in modo sempre nuovo la memoria di un passato che si realizzerà in pienezza in un futuro che va oltre il tempo. Per l'esperienza cristiana il tempo è l' "oggi" continuo del realizzarsi del dono dell'Amore di Dio al creato e all'uomo, un dono concreto, tangibile, e pure inesauribile: quante volte la Liturgia riprendendo le parole del Vangelo proclama questo "Oggi" della salvezza e al tempo stesso suscita la nostalgia del "non ancora" perché ciò che si sperimenta è solo un segno di una realtà che il tempo non può contenere e la storia non può esaurire.
L'Avvento vuole risvegliare in noi il gusto di vivere intensamente il tempo presente, facendoci accorgere di quanto sia pieno dei segni di quel Dio di Amore che non possiamo non desiderare di incontrare pienamente al di là del tempo. E lo fa con la ricca pedagogia della Liturgia che ci fa percorrere la storia del popolo di Dio (in realtà ci fa rivivere la nostra storia), illuminata dalla parola dei profeti, fino all'incontro con Gesù, il Figlio stesso di Dio che entra personalmente nel tempo perché la fragilità della carne diventi l'impronta della ricchezza di Dio, in attesa che il tempo stesso scompaia e tutto sia solo Dio.
In questo anno la Liturgia ci propone la lettura del Vangelo di Matteo, il Vangelo "ecclesiale" per eccellenza. Gli studi biblici sempre nuovi, mettono in evidenza che il Vangelo di Matteo, scritto dopo il 70, dopo la caduta di Gerusalemme e del Tempio per opera dei Romani, si propone uno scopo ben preciso: in un momento nel quale la comunità ebraica deve affrontare il problema di una propria identità ritrovata attorno alla Legge, la comunità cristiana non vuole rinnegare la fedeltà alla Legge, ma afferma la sua propria identità nella fede in Gesù, il Messia, il figlio di Davide, il figlio di Abramo, il Signore, il figlio dell'uomo. La nuova comunità non rinnega la alleanza con Abramo, ma afferma che in Gesù essa trova il suo "compimento", la sua "pienezza". La sorprendente novità di Gesù, che Matteo presenta in modo ben elaborato in rapporto alle sue fonti, soprattutto la sua morte e la sua risurrezione, fanno di lui il Messia che porta a compimento tutte le promesse fatte ad Abramo, dando un senso nuovo all'antica alleanza. Nella sconvolgente novità di Gesù, tutto raggiunge il suo compimento: egli è "Dio con noi", è "Dio salva", mite e misericordioso, che com-patisce con la folla umana smarrita, che dilata la sua alleanza a tutti i popoli. Per Matteo la comunità di Gesù, la sua Chiesa, è fatta da coloro che non rinnegano la Legge antica, ma entrano con Gesù nel suo "compimento", perché credono che in lui tutto raggiunge la sua pienezza.
La proposta di Matteo è credere che in Gesù che muore in croce si realizza la pienezza di Dio dentro la storia: l'evento decisivo che dà senso a tutto, inaugura la presenza del Regno di Dio: Certo, questa fede in Gesù non è cosa facile: se il Vangelo di Matteo è percorso dalla tensione con la sinagoga ebraica, non lo è di meno dalla tensione all'interno della comunità cristiana, sempre tentata di tornare alla Legge antica. La proposta di Matteo rimane comunque chiara: con Gesù la storia ha raggiunto il suo compimento, perché Dio è dentro la storia, l'Amore ha vinto la morte. Chi crede in lui, chi ascolta la sua parola, chi si lascia amare da lui, chi comincia a guardare e ad amare gli altri come fratelli perché lui si è fatto nostro fratello, comincia a vivere nel tempo ma è già dentro l'eternità: l'amore che gustiamo oggi, "riempie" il nostro tempo di ciò che sarà "oltre" il tempo.
Quando il brano del Vangelo che oggi leggiamo, Matt.24,37-44, ci dice: "Così sarà la venuta del figlio dell'uomo…" vuole parlarci della venuta di Gesù, che amando fino alla morte ha portato a compimento il senso della storia, viene sempre di nuovo con la forza della sua risurrezione e verrà alla fine perché Dio sia tutto in tutti, una venuta sconcertante e sconvolgente perché si presenta fragile e debole ma ha la forza di Dio che per amore si annienta per donare tutto alla sua creatura. Il Vangelo vuole educarci a vedere nel nostro "oggi" l'irruzione di ciò che rimane sempre "futuro" perché è talmente grande che è inesauribile; ci invita quindi a non essere banali, distratti, a saper discernere, vedere la bellezza della vita, comprenderne la complessità, la ricchezza, ad entrare in dialogo con Colui che ci ama: quando ci sembra che non ci siano vie di uscita, lui le riapre; quando ci sembra che ci manchino le forze, lui ci rinfranca.
Quando nell'evento che per Matteo anticipa la fine di tutto, la morte di Gesù in croce, "si fece buio su tutta la terra", un angelo ha detto alle donne: "Non temete…E' risorto, vi precede in Galilea… là lo vedrete". Il Vangelo ci invita: a noi uomini moderni abituati a guardare al mondo in modo appiattito, a misurare il tempo nel suo scorrere sempre uguale, a farci noi misura della storia, il Vangelo chiede un sussulto, un risveglio dal sonno, perché c'è una cosa veramente nuova che infrange l'ineluttabilità dello scorrere del tempo: l'Amore infinito di Dio scorre dentro la nostra realtà quotidiana, è solo Amore, per questo non fa rumore, è fragile, umile… è onnipotente. Chiede di essere creduto. "Uno sarà preso, l'altro lasciato": e noi abbiamo il coraggio di lasciarci afferrare dall'Amore?

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Sezione dedicata alla nostra amica Patrizia:

Il Dolore solo se è accettato e offerto diviene gioia, altrimenti può diventare disperazione. Il maligno tenta sempre di farci imboccare questa strada, che porta alla distruzione di sè e degli altri.
La domanda, il grido ci salva, perchè, come un bambino quando invoca la mamma è aiutato da lei, a maggior ragione o tanto più la nostra Mamma Celeste viene in nostro soccorso, portandoci lo Spirito Consolatore che ci fa ritornare la speranza.

Questo dolore non è capito dagli uomini, difficilmente ci possono aiutare, di solito LO aumentano!

Solo TU Signore ci comprendi totalmente, perchè siamo opera Tua. Fa' o Signore che possiamo amare anche chi non comprendiamo o non ci comprende, grazie. (Patrizia)

Gesù Cristo

Gesù Cristo
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

Riflettiamo

Impariamo a soffermarci sulle parole e meditiamone il loro significato

L'importanza della preghiera

Chi prega, certamente si salva; chi non prega certamente si danna. Tutti i beati, eccettuati i bambini, si sono salvati col pregare. Tutti i dannati si sono perduti per non pregare; se pregavano non si sarebbero perduti. E questa è, e sarà la loro maggiore disperazione nell’inferno, l’aversi potuto salvare con tanta facilità, quant’era il domandare a Dio le di lui grazie, ed ora non essere i miseri più a tempo di domandarle

(Sant'Alfonso Maria De' Liguori)

Accrescere la cultura

«Io voglio vivere per Gesù e per la Chiesa. La scienza che serve a farmi vivere sempre più per il Signore e per la Chiesa è la cultura della mia vita e tutta la mia vita di cultura». Ogni giorno, ogni ora, ogni istante io sento il bisogno di accrescere le mie conoscenze. E la Chiesa è una fonte inesauribile di vita e di cultura per me!».

(San Pio da Pietrelcina)

Il dono della Sapienza

Nella Sapienza c’è uno spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile, mobile, penetrante, senza macchia, terso, inoffensivo, amante del bene, acuto, libero, benefico, amico dell’uomo, stabile, sicuro, senz’affanni. 
Onnipotente, onniveggente e che pervade tutti gli spiriti intelligenti, puri, sottilissimi. 
È un’emanazione della potenza di Dio, un effluvio genuino della gloria dell’Onnipotente, per questo nulla di contaminato in essa s’infiltra. 
È un riflesso della Luce perenne, uno specchio senza macchia dell’attività di Dio e un’immagine della sua bontà.

Le preghiere dei Santi:

Le preghiere dei Santi:
Noi ci affidiamo a te. Non abbandonarci alla tristezza perché tu, Signore, sei con noi sempre. Tu non ci lascerai un istante. Se non avessi steso la mano, quante volte la nostra fede avrebbe vacillato! Tu, Signore, sei sempre intento ad accogliere le nostre confidenze. Aiutaci a non abbatterci nelle sofferenze fisiche e morali. Non permettere di affliggerci fino a perdere la pace interiore. Fa’ che camminiamo con buona fede, senza inquietudini e sconforti. Noi ci affidiamo a te: prendici la mano e guidaci pur per incogniti sentieri. Insegnaci ad affrontare la prova a mente serena, per amore tuo che la permetti. Donaci di acquistare tesori per la santa eternità. (San Pio da Pietrelcina)

Dio, nostro Padre, tu hai tanto amato gli uomini da mandare a noi il tuo unico Figlio Gesù, nato dalla Vergine Maria, per salvarci e ricondurci a te. Ti preghiamo, Padre buono, dona la tua benedizione anche a noi, ai nostri genitori, alle nostre famiglie e ai nostri amici. Apri il nostro cuore, affinché sappiamo ricevere Gesù nella gioia, fare sempre ciò che egli ci chiede e vederlo in tutti quelli che hanno bisogno del nostro amore. Te lo chiediamo nel nome di Gesù, tuo amato Figlio, che viene per dare al mondo la pace. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.(Venerabile Giovanni Paolo II)

Padre santo e giusto, Signore Re del cielo e della terra, ti rendiamo grazie per il fatto stesso che tu esisti, ed anche perché con un gesto della tua volontà, per l'unico tuo Figlio e nello Spirito Santo, hai creato tutte le cose visibili ed invisibili e noi, fatti a tua immagine e somiglianza, avevi destinato a vivere felici in un paradiso dal quale unicamente per colpa nostra siano stati allontanati. (San Francesco di Assisi)

Tu sei grande, Signore, e ben degno di lode; grande è la tua virtù, e la tua sapienza incalcolabile. E l’uomo vuole lodarti, una particella del tuo creato, che si porta attorno il suo destino mortale, che si porta attorno la prova del suo peccato e la prova che tu resisti ai superbi. Eppure l’uomo, una particella del tuo creato, vuole lodarti. Sei tu che lo stimoli a dilettarsi delle tue lodi, perché ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha pace finché non riposa in te. (Sant'Agostino))

“O Dio di grande Misericordia, bontà infinita, ecco che oggi tutta l’umanità grida dall’abisso della sua miseria alla Tua Misericordia, alla Tua compassione, o Dio, e grida con la voce potente della propria miseria. O Dio benigno, non respingere la preghiera degli esuli di questa terra. O Signore, bontà inconcepibile, che conosci perfettamente la nostra miseria e sai che non siamo in grado di innalzarci fino a Te con le nostre forze, Ti supplichiamo, previenici con la Tua grazia e moltiplica incessantemente su di noi la Tua Misericordia, in modo che possiamo adempiere fedelmente la Tua santa volontà durante tutta la vita e nell’ora della morte. L’onnipotenza della Tua Misericordia ci difenda dagli assalti dei nemici della nostra salvezza, in modo che possiamo attendere con fiducia, come figli Tuoi, la Tua ultima venuta...” (Santa Faustina Kowalska))

Affinché coloro che mi guardano non vedano la mia persona, ma Te in me. Rimani con me. Così risplenderò del Tuo splendore e potrò essere luce per gli altri. La mia luce verrà da Te solo, Gesù, non sarà mio nemmeno un piccolo raggio. Sei Tu che illuminerai gli altri attraverso di me. Ispirami la lode che Ti è più gradita, illuminando gli altri attorno a me. Che io Ti annunci non con le parole ma con l'esempio, con la testimonianza dei miei atti, con lo scatto visibile dell'amore che il mio cuore riceve da Te. Amen. (Madre Teresa di Calcutta))

Signore Gesù, tu hai dato la vita per me: io voglio donare la mia a te. Signore Gesù, tu hai detto: «Amore più grande non c'è che dare la vita per gli amici». Il mio supremo amore sei tu. È sera. Il giorno ormai declina. Resta con me Signore. Voglio seguirti portando la mia croce. Signore, vieni in mio aiuto e guidami nel cammino. La tua voce, Signore, ha un'eco profonda nel mio cuore. Gesù, mio Signore e mio Dio, voglio diventare in tutto simile a te, voglio soffrire e morire con te, per raggiungere con te la gioia della risurrezione. Tu, quel gran Dio che l'universo adora, vivi in me giorno e notte. E sempre la tua voce mi implora e mi ripete: «Ho sete, ho sete di amore»! Anch'io voglio ripetere la tua divina preghiera: ho sete d'amore. Io ho sete d'amore! Sazia la mia speranza, accresci in me, o Signore, il tuo ardore divino. Ho sete d'amore! Quale sofferenza, mio Dio, e come grande! Come vorrei volare da te! Il tuo amore, o Gesù, è il mio solo martirio; perché più brucia d'amore, più desidera amarti l'anima mia. Gesù, fa' che io muoia d'amore per te! (Santa Teresa di Gesù Bambino)