Concludiamo la giornata che ci ha fatto riscoprire la figura di Sant'Alessandro Sauli, attraverso un suo sermone che si sofferma sulle differenze tra le nostre meditazioni e i ragionamenti di Dio:
Della differentia delle meditationi nostre a i raggionamenti di Dio acciò che l'uno non si confonda con l'altro
Essendo le nostre cogitationi spesse fiate simili alle meditationi nelle divine cose, però bisogna con diligenza saper discernere il pensier humano dalla meditatione et parlar divino che si fa all'anima nostra. Et prima diciamo che bisogna che preceda l'inspiratione et parlar di Dio, alla meditatione d'esso, perché — sì come dice l'Apostolo (2 Cor 3,5) — non siamo sufficienti a pensar alcuna cosa da noi, come da noi; molto meno saremo bastanti alla meditatione delle cose divine. Se adonque la inspiratione di Dio non eccita la mente nostra, et dimostra che cosa, quando et in che modo || habbia da meditare, resta la nostra meditatione
vana et inutile, perché in quella non s'accende il fuoco della divotione, ma più tosto s'eccita la vanità.
Secondo: sono distinte quanto al processo, percioché essendo la verità delle cose divine sopranaturale, se l'huomo non è continuamente instrutto et aiutato dalTinspiration et parlar di Dio, non potrà proseguire et elevarsi a questa cognition sopranaturale; onde diceva il nostro Salvatore (cfr. Gv 3,31): chi è di terra, parla di cose di terra; et chi è del cielo, parla di cose celesti. Et il nostro Salvatore (Mt 15,19) dice che dal cuore nascono male cogitationi, furti, homicidij, bestemie; ma, per il contrario, l'anima tocca da Iddio pensa solamente cogitationi sante et caste. Et però disse la sposa: Fasdculus myrrhae dilectus meus michi, inter ubera mea commorabitur (Ct 1,12), cioè nella mia memoria sempre starà la meditatione della passione del nostro Signore, la quale a guisa di mirra ha da conservarmi dalla putref adone.
Tertio: è distinta, percioché la inspiratione et parlar di Dio da la perfettione a tutte le nostre meditationi, atteso che Iddio, creatore di tutte le cose, ha ordinato tutti li nostri moti al bene etemo, al quale perdo non possiamo pervenire se non receviamo da Dio la pefettione. S. Bernardo119 fa un'altra distindone, et dice: altramente Iddio parla all'anima, altramente suggerisce il spirito maligno et la carne all'anima, di male cogitationi; percioché Iddio c'inspira a pensar cose celesti, al meditar || le sante Scritture, et pensar le cose pertinenti alla salute dell'anima nostra; il demonio ci suggerisce odij, inimicitie, rancori, superbia, et altre simili cose; et la carne c'invita solamente a lascivie et delettationi sensuali.
L'inspiration di Dio è facil cosa a saperla discernere dalle tentationi diaboliche et sugestioni carnali, ma ben con difficultà si puote distinguere quello che d sogerisce il demonio et c'induce la carne a pensare, perché molte volte, per il mal habito che habbiam fatto, sogliamo senza esser tentati dal demonio da noi stessi intricarci in quelle suggestioni che lui ci sole ingerire, sì come anche, per il contrario, molte fiate il demonio
ci stimola alii peccati mortali senza il nostro consenso, et però non si puote facilmente discernere l'un dall'altro. Bàstia il saper questo: che i buon pensieri li dobbiamo ricevere dalla divina inspiratione, et gli mali ne sono suggeriti dalla carne o procurati dal demonio; et conoscerli per inimid; et farli virilmente resistenza.
Dai sermoni di Sant'Alessandro Sauli
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Riscoprire la fede
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martedì 11 ottobre 2011
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