Riflettiamo Insieme

nella vigna ...

Una fiaba metafisica per raccontare l'ineluttabile - IV

Questa sera pubblichiamo la quarte parte della bellissima fiaba tratta dal libro di Eric-Emmanuel Schmitt "Oscar e la dama in rosa", segnalataci dalla nostra Enza:

Caro Dio,

Ecco fatto, sono sposato. E’ il 22 dicembre, mi avvicino ai trent’anni e mi sono sposato. Per i figli, Peggy Blue ed io abbiamo deciso di rimandare a più avanti. In effetti, credo che non sia pronta.
E’ successo stanotte.
Verso l’una del mattino ho sentito i lamenti di Peggy Blue che mi hanno fatto saltare su a sedere sul letto. I fantasmi!! Peggy Blue era tormentata dai fantasmi mentre le avevo promesso di montare di guardia. Si sarebbe resa conto che ero un incapace, non mi avrebbe più rivolto la parola e avrebbe avuto ragione.
Mi sono alzato e ho camminato fino alle urla. Arrivando alla stanza di Peggy, l’ho vista seduta sul letto che mi guardava venire, sorpresa. Anch’io dovevo avere un’aria stupita, poiché all’improvviso avevo Peggy Blue di fronte a me intenta a fissarmi con la bocca chiusa, eppure continuavo a sentire le grida.
Allora ho proseguito fino alla porta seguente e ho capito che era Bacon che si torceva nel letto a causa delle sue ustioni. Per un attimo mi sono sentito la coscienza sporca, ho ripensato al giorno in cui avevo appiccicato il fuoco alla casa, al gatto, al cane, quando avevo persino arrostito i pesci rossi (beh, credo più che altro si siano bolliti). Ho pensato a quello che dovevano aver vissuto e mi sono detto che, dopotutto, era meglio che ci fossero rimasti piuttosto che avere continuamente a che fare con i ricordi e le ustioni, come Bacon, malgrado gli innesti e le creme.
Bacon si è raggomitolato e ha smesso di gemere. Sono ritornato da Peggy Blue.
“Allora non eri tu, Peggy? Ho sempre immaginato che fossi tu a gridare la notte.”
“E io credevo che fossi tu…..”
Stentavo a credere a ciò che succedeva e a ciò che ci dicevamo: in realtà ciascuno pensava all’altro da un pezzo.
Peggy Blue è diventata ancor più blu, il che significa che era molto imbarazzata.
“Che cosa fai, adesso, Oscar?”
“E tu Peggy?”
E’ pazzesco quanti punti in comune abbiamo, le stesse idee, le stesse domande.
“Vuoi dormire con me?”
Le ragazze sono incredibili. Io, una frase così, ci avrei messo delle ore, delle settimane, dei mesi a rimurginarla nella mia testa prima di pronunciarla. Lei, invece, me l’ha detta così, con naturalezza e semplicità.
“O.K.”
E sono salito sul suo letto. Si stava un poco stretti ma abbiamo passato una notte straordinaria. Peggy Blue profuma di nocciola e ha la pelle morbida come la mia all’interno delle braccia, ma lei è morbida dappertutto. Abbiamo dormito molto, sognato molto, ci siamo tenuti stretti, ci siamo raccontati le nostre vite.
Certo che al mattino, quando la signora Gommette, la capoinfermiera, ci ha trovati insieme, è stato uno spettacolo. Si è messa a urlare, anche l’infermiera di notte si è messa a urlare, si sono urlate addosso, poi se la sono presa con Peggy e con me, le porte sbattevano, prendevano gli altri a testimone, ci trattavano da “piccoli sciagurati” mentre noi eravamo molto felici e ci è voluto l’arrivo di Nonna Rosa per mettere fine al concerto.

“Volete lasciare in pace quei bambini? Dovete soddisfare i pazienti o attenervi al regolamento? Non me ne frega niente del vostro regolamento, me lo metto sotto i piedi. Adesso, silenzio. Andate ad accapigliarvi altrove. Non siamo in uno spogliatoio, qui.”
Non era possibile replicare, come sempre con Nonna Rosa. Mi ha riportato nella mia stanza e ho dormito un po’. Al risveglio, abbiamo potuto chiacchierare.
“Allora, Oscar, è una cosa seria con Peggy?”
“Serissima, Nonna Rosa. Sono strafelice. Ci siamo sposati stanotte.
”Sposati?”
“Si. Abbiamo fatto tutto ciò che fanno un uomo e una donna che sono sposati.”
“Ah, davvero?”
“Per chi mi prende? Ho….che ore sono….ho vent’anni passati, conduco la mia vita come voglio, no?”
“Certo”.
“E poi si figuri che tutte le cose che prima mi disgustavano, quando ero giovane, i baci, le carezze, beh, alla fin fine, mi sono piaciute. E’ buffo come si cambia, no?”
“Sono contentissima per te, Oscar. Cresci bene.”C’è solo una cosa che non abbiamo fatto: il bacio lingua in bocca. Peggy Blue aveva paura di restare incinta. Che cosa ne pensa?”
“Penso che abbia ragione.”
“Ah, davvero? E’ possibile avere dei bambini se ci si bacia sulla bocca? Allora ne avrò con la Cinese.”
“Calmati, Oscar, ci sono però scarse probabilità. Scarsissime.”
Sembrava sicura di se, Nonna Rosa, e questo mi ha calmato un po’, perché, devo dirlo a te, Dio, e solo a te, con Peggy Blue, una volta, addirittura due, addirittura di più, ci eravamo messi la lingua in bocca.
Ho dormito un po’. Abbiamo pranzato insieme, Nonna Rosa e io, e ho cominciato a stare meglio.
“com’ero stanco, stamattina!”
“E’ normale, fra i venti e i venticinque anni. Si esce la sera, si gozzoviglia, si fa la bella vita, non ci si risparmia. E questo si paga. Se andassimo a trovare Dio?”
“Ah, ecco, ha il suo indirizzo?”
“Penso che sia nella cappella.”

Nonna Rosa mi ha vestito come se si partisse per il Polo Nord, mi ha preso fra le braccia e mi ha accompagnato alla cappella che si trova in fondo al parco dell’ospedale, oltre i prati gelati. Insomma, non sto a spiegarti dov’è, visto che è casa tua.
E’ stato un colpo quando ho visto la tua statua, insomma, quando ho visto in che stato eri, quasi nudo, magro sulla croce, con delle ferite dappertutto, il cranio sanguinante sotto le spine e la testa che non stava nemmeno più sul collo. Mi ha dato da pensare. Mi sono sentito rivoltare. Se fossi Dio, io, come te, non mi sarei lasciato ridurre in quel modo.
“Nonna Rosa, sia seria: lei che era lottatrice di catch, lei che è stata una grande campionessa, non si fiderà di quell’essere!”
“Perché, Oscar? Daresti più credito a Dio se vedessi un culturista con i muscoli gonfi, la pelle unta d’olio, i capelli corti e il minislip che ne fa risultare la virilità?”
“Beh……”
“Rifletti, Oscar. A chi ti senti più vicino? A un Dio che non prova niente o a un Dio che soffre?”
“A quello che soffre, ovviamente. Ma se fossi lui, se fossi Dio, se, come lui, avessi i mezzi, avrei evitato di soffrire.”
“Nessuno può evitare di soffrire. Né Dio né tu. Né i tuoi genitori né io.”
“Bene. D’accordo. Ma perché soffrire?”
“Per l’appunto. C’è sofferenza e sofferenza. Guarda meglio il suo viso. Osserva. Sembra che soffra?”
“No, è curioso. Non sembra che abbia male.”
“Ecco. Bisogna distinguere due pene, Oscar, la sofferenza fisica e la sofferenza morale. La sofferenza fisica la si subisce. La sofferenza morale la si sceglie.”
“Non capisco.”
“Se ti piantano i chiodi nei polsi o nei piedi, non puoi far altro che avere male. Subisci. Invece, all’idea di morire, non sei obbligato ad avere male. Non sai che cos’è. Dipende dunque da te.”
“Ne conosce, lei, di persone che si rallegrano all’idea di morire?”
“Si, ne conosco. Mia madre era così. Sul suo letto di morte, sorrideva di avidità, era impaziente, aveva fretta di scoprire che cosa sarebbe successo.”
Non potevo più discutere. Dato che mi interessava conoscere il seguito, ho lasciato passare un po’ di tempo riflettendo su quanto mi diceva.
“Ma la maggior parte delle persone sono senza curiosità. Si aggrappano a ciò che hanno, come il pidocchio nell’orecchio di un calvo. Prendi Plum Pudding, per esempio, la mia rivale Irlandese, centocinquanta chili a digiuno e in slip prima della sua Guinnes. Mi diceva sempre: “Spiacente, io non morirò, non sono d’accordo, non ho sottoscritto”. Si sbagliava. Nessuno le aveva detto che la vita doveva essere eterna, nessuno! Si intestardiva a crederlo, si ribellava, rifiutava l’idea di morire, si infuriava, è caduta in depressione, è dimagrita, si è ritirata dall’attività sportiva, non pesava ormai che trentacinque chili, sembrava una lisca di sogliola, ed è finita in pezzi. Vedi, è morta lo stesso, come tutti, ma l’idea di morire le ha rovinato la vita.”
“Era idiota, Plum Pudding, Nonna Rosa.”
“Come tanti.”

Ho assentito con la testa perché ero abbastanza d’accordo.
“Le persone temono di morire perché hanno paura dell’ignoto. Ma per l’appunto, che cos’è l’ignoto? Ti propongo, Oscar, di non aver paura ma fiducia. Guarda il viso di Dio sulla croce: subisce il dolore fisico, ma non prova dolore morale perché ha fiducia. Perciò i chiodi lo fanno soffrire meno. Si ripete: mi fa male ma non può essere un male. Ecco! E’ questo il beneficio della fede. Volevo mostrartelo.”
O.K., Nonna Rosa, quando avrò fifa, mi sforzerò di aver fiducia.”
Mi ha baciato. In fondo si stava bene in quella chiesa deserta con te, Dio, che avevi un’aria così tranquilla.
Al ritorno ho dormito a lungo. Ho sempre più sonno. Come un desiderio irresistibile di dormire. Svegliandomi, ho detto a Nonna Rosa: “In realtà non ho paura dell’ignoto. E’ solo che mi secca perdere quello che conosco”.

“Sono come te, Oscar. Se proponessimo a Pegy Blue di venire a prendere il tè con noi?”
Peggy Blue h preso il tè con noi, si intendeva benissimo con Nonna Rosa, abbiamo riso un sacco quando Nonna Rosa ci ha raccontato il suo combattimento con le Sorelle Giglette, tre sorelle gemelle che si facevano passare per una sola. Dopo ogni ripresa, la Giglette che aveva sfinito l’avversaria saltellando come una cavalletta balzava fuori del ring con il pretesto di andare a fare la pipì, si precipitava al gabinetto ed era la sorella a ritornare in piena forma per il nuovo round. E così via. Tutti credevano che ci fosse una sola Giglette, che fosse una saltatrice instancabile. Nonna Rosa ha scoperto il trucco, ha chiuso le due sostitute nel gabinetto gettando la chiave dalla finestra e ha battuto quella che restava. E’ uno sport astuto, il catch. Poi Nonna Rosa se n’è andata. Le infermiere sorvegliavano Peggy Blue e me, come se fossimo dei petardi pronti ad esplodere. Merda, ho trent’anni, però! Peggy Blue mi ha giurato che stasera sarà lei a raggiungermi non appena potrà; in cambio le ho giurato che stavolta non le infilerò la lingua in bocca.
E’ vero, avere dei bambini non è tutto, bisogna anche avere il tempo di allevarli.
Ecco, Dio. Non so che cosa chiederti stasera perché è stata una bella giornata. Si. Fa che l’operazione di Peggy Blue, domani, vada bene. Non come la mia, se capisci quello che voglio dire.


A domani, baci,
Oscar

P.S. Le operazioni non sono cose dello spirito, forse non ce le hai in magazzino. Allora fa in modo che, qualunque sia il risultato dell’operazione, Peggy Blue lo prenda bene. Conto su di te.

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Sezione dedicata alla nostra amica Patrizia:

Il Dolore solo se è accettato e offerto diviene gioia, altrimenti può diventare disperazione. Il maligno tenta sempre di farci imboccare questa strada, che porta alla distruzione di sè e degli altri.
La domanda, il grido ci salva, perchè, come un bambino quando invoca la mamma è aiutato da lei, a maggior ragione o tanto più la nostra Mamma Celeste viene in nostro soccorso, portandoci lo Spirito Consolatore che ci fa ritornare la speranza.

Questo dolore non è capito dagli uomini, difficilmente ci possono aiutare, di solito LO aumentano!

Solo TU Signore ci comprendi totalmente, perchè siamo opera Tua. Fa' o Signore che possiamo amare anche chi non comprendiamo o non ci comprende, grazie. (Patrizia)

Gesù Cristo

Gesù Cristo
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

Riflettiamo

Impariamo a soffermarci sulle parole e meditiamone il loro significato

L'importanza della preghiera

Chi prega, certamente si salva; chi non prega certamente si danna. Tutti i beati, eccettuati i bambini, si sono salvati col pregare. Tutti i dannati si sono perduti per non pregare; se pregavano non si sarebbero perduti. E questa è, e sarà la loro maggiore disperazione nell’inferno, l’aversi potuto salvare con tanta facilità, quant’era il domandare a Dio le di lui grazie, ed ora non essere i miseri più a tempo di domandarle

(Sant'Alfonso Maria De' Liguori)

Accrescere la cultura

«Io voglio vivere per Gesù e per la Chiesa. La scienza che serve a farmi vivere sempre più per il Signore e per la Chiesa è la cultura della mia vita e tutta la mia vita di cultura». Ogni giorno, ogni ora, ogni istante io sento il bisogno di accrescere le mie conoscenze. E la Chiesa è una fonte inesauribile di vita e di cultura per me!».

(San Pio da Pietrelcina)

Il dono della Sapienza

Nella Sapienza c’è uno spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile, mobile, penetrante, senza macchia, terso, inoffensivo, amante del bene, acuto, libero, benefico, amico dell’uomo, stabile, sicuro, senz’affanni. 
Onnipotente, onniveggente e che pervade tutti gli spiriti intelligenti, puri, sottilissimi. 
È un’emanazione della potenza di Dio, un effluvio genuino della gloria dell’Onnipotente, per questo nulla di contaminato in essa s’infiltra. 
È un riflesso della Luce perenne, uno specchio senza macchia dell’attività di Dio e un’immagine della sua bontà.

Le preghiere dei Santi:

Le preghiere dei Santi:
Noi ci affidiamo a te. Non abbandonarci alla tristezza perché tu, Signore, sei con noi sempre. Tu non ci lascerai un istante. Se non avessi steso la mano, quante volte la nostra fede avrebbe vacillato! Tu, Signore, sei sempre intento ad accogliere le nostre confidenze. Aiutaci a non abbatterci nelle sofferenze fisiche e morali. Non permettere di affliggerci fino a perdere la pace interiore. Fa’ che camminiamo con buona fede, senza inquietudini e sconforti. Noi ci affidiamo a te: prendici la mano e guidaci pur per incogniti sentieri. Insegnaci ad affrontare la prova a mente serena, per amore tuo che la permetti. Donaci di acquistare tesori per la santa eternità. (San Pio da Pietrelcina)

Dio, nostro Padre, tu hai tanto amato gli uomini da mandare a noi il tuo unico Figlio Gesù, nato dalla Vergine Maria, per salvarci e ricondurci a te. Ti preghiamo, Padre buono, dona la tua benedizione anche a noi, ai nostri genitori, alle nostre famiglie e ai nostri amici. Apri il nostro cuore, affinché sappiamo ricevere Gesù nella gioia, fare sempre ciò che egli ci chiede e vederlo in tutti quelli che hanno bisogno del nostro amore. Te lo chiediamo nel nome di Gesù, tuo amato Figlio, che viene per dare al mondo la pace. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.(Venerabile Giovanni Paolo II)

Padre santo e giusto, Signore Re del cielo e della terra, ti rendiamo grazie per il fatto stesso che tu esisti, ed anche perché con un gesto della tua volontà, per l'unico tuo Figlio e nello Spirito Santo, hai creato tutte le cose visibili ed invisibili e noi, fatti a tua immagine e somiglianza, avevi destinato a vivere felici in un paradiso dal quale unicamente per colpa nostra siano stati allontanati. (San Francesco di Assisi)

Tu sei grande, Signore, e ben degno di lode; grande è la tua virtù, e la tua sapienza incalcolabile. E l’uomo vuole lodarti, una particella del tuo creato, che si porta attorno il suo destino mortale, che si porta attorno la prova del suo peccato e la prova che tu resisti ai superbi. Eppure l’uomo, una particella del tuo creato, vuole lodarti. Sei tu che lo stimoli a dilettarsi delle tue lodi, perché ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha pace finché non riposa in te. (Sant'Agostino))

“O Dio di grande Misericordia, bontà infinita, ecco che oggi tutta l’umanità grida dall’abisso della sua miseria alla Tua Misericordia, alla Tua compassione, o Dio, e grida con la voce potente della propria miseria. O Dio benigno, non respingere la preghiera degli esuli di questa terra. O Signore, bontà inconcepibile, che conosci perfettamente la nostra miseria e sai che non siamo in grado di innalzarci fino a Te con le nostre forze, Ti supplichiamo, previenici con la Tua grazia e moltiplica incessantemente su di noi la Tua Misericordia, in modo che possiamo adempiere fedelmente la Tua santa volontà durante tutta la vita e nell’ora della morte. L’onnipotenza della Tua Misericordia ci difenda dagli assalti dei nemici della nostra salvezza, in modo che possiamo attendere con fiducia, come figli Tuoi, la Tua ultima venuta...” (Santa Faustina Kowalska))

Affinché coloro che mi guardano non vedano la mia persona, ma Te in me. Rimani con me. Così risplenderò del Tuo splendore e potrò essere luce per gli altri. La mia luce verrà da Te solo, Gesù, non sarà mio nemmeno un piccolo raggio. Sei Tu che illuminerai gli altri attraverso di me. Ispirami la lode che Ti è più gradita, illuminando gli altri attorno a me. Che io Ti annunci non con le parole ma con l'esempio, con la testimonianza dei miei atti, con lo scatto visibile dell'amore che il mio cuore riceve da Te. Amen. (Madre Teresa di Calcutta))

Signore Gesù, tu hai dato la vita per me: io voglio donare la mia a te. Signore Gesù, tu hai detto: «Amore più grande non c'è che dare la vita per gli amici». Il mio supremo amore sei tu. È sera. Il giorno ormai declina. Resta con me Signore. Voglio seguirti portando la mia croce. Signore, vieni in mio aiuto e guidami nel cammino. La tua voce, Signore, ha un'eco profonda nel mio cuore. Gesù, mio Signore e mio Dio, voglio diventare in tutto simile a te, voglio soffrire e morire con te, per raggiungere con te la gioia della risurrezione. Tu, quel gran Dio che l'universo adora, vivi in me giorno e notte. E sempre la tua voce mi implora e mi ripete: «Ho sete, ho sete di amore»! Anch'io voglio ripetere la tua divina preghiera: ho sete d'amore. Io ho sete d'amore! Sazia la mia speranza, accresci in me, o Signore, il tuo ardore divino. Ho sete d'amore! Quale sofferenza, mio Dio, e come grande! Come vorrei volare da te! Il tuo amore, o Gesù, è il mio solo martirio; perché più brucia d'amore, più desidera amarti l'anima mia. Gesù, fa' che io muoia d'amore per te! (Santa Teresa di Gesù Bambino)