Concludiamo la giornata liturgica attraverso l'ormai consueto appuntamento di meditazione: oggi riflettiamo attraverso le parole di don Luca Orlando Russo:
La quarta domenica di Avvento ci rimanda ai fatti immediatamente legati al Natale del Signore. Il vangelo, in modo particolare, mette a fuoco la figura e il ruolo di Giuseppe nella vicenda di Gesù. Pertanto può essere proprio la sua presenza a guidarci in questi ultimi giorni che ci separano dal Natale. L'annunzio dell'angelo fatto a Giuseppe, ricalca quello fatto ad altri personaggi che Dio coinvolge nella storia della salvezza. Anche per lui risuona l'invito rassicurante di Dio: «Non temere». Ma, allo stesso tempo, questo invito rassicurante tradisce i sentimenti che assediano il cuore e la mente di Giuseppe. Un uomo, semplice come lui, viene trascinato da Dio in una vicenda più grande delle sue forze. È la «paura» dell'imprevedibile che caratterizza anche la storia del re di Gerusalemme Acaz, riportata nel brano della 1a lettura.
La vicenda di Giuseppe, così come quella di Acaz e di molti altri personaggi biblici, confermano lo stretto legame della storia di Dio con quella degli uomini. Dio è l'«Emmanuele», il «Dio-con-noi» annunciato ad Acaz, il «Dio che salva» annunciato a Giuseppe.
Nella vicenda di Giuseppe, ogni cristiano può leggere il suo stesso cammino di fede, per imparare a non difendersi da Dio, a non aver timore di lasciarsi coinvolgere nei suoi progetti, perché se è vero che la sua «potenza» può spaventare l'uomo, allo stesso tempo «la gratuità» del suo amore lo rassicura. È la «obbedienza della fede» alla quale richiama l'apostolo Paolo nella 2a lettura. Celebrare il Natale ormai vicino sarà per ogni credente lasciarsi coinvolgere nella storia della salvezza, accogliendo senza timore, come Giuseppe, la presenza di Dio nella propria vita.
L'atteggiamento di Giuseppe di fronte alla notizia della gravidanza di Maria, è quello di rimanere in un silenzio che sembra segno di perplessità, mista a confusione. Ma il silenzio di Giuseppe è soprattutto il fare "spazio" a chi può rivelargli il senso autentico di quanto sta vivendo, così come ricorda il Vangelo: «Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore».
Nel Vangelo di questa Domenica, raccontando la vicenda tormentata di Giuseppe, la sua "notte oscura", il Vangelo conclude con una frase che illumina non solo il senso del brano, ma la vicenda stessa di Giuseppe: «Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore». Il verbo «destare» richiama la "resurrezione". Dopo il tormento di una vicenda dai contorni marcatamente drammatici, Giuseppe "risorge" perché ha compreso che quella vicenda risponde ad un progetto di Dio, e lui stesso vi è coinvolto. La storia di Giuseppe ci rimanda alle storie tormentate di tanti uomini di oggi, ai quali sembra preclusa ogni via di uscita. Il risveglio di Giuseppe assume i caratteri di una "risurrezione" soprattutto perché egli è testimone di una promessa: il Dio che lo chiama e lo coinvolge è «Emmanuele, che significa Dio-con-noi», come ricorda la profezia riportata dal Vangelo. È la consapevolezza di questa presenza di Dio che porterà Giuseppe a fare «come gli aveva ordinato l'angelo del Signore».
«Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore»
Pubblicato da
Angel
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domenica 19 dicembre 2010
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