Sono andata avanti e ho visto dei grossi topi che mordevano il suo corpo senza speranza, e mi sono detta: questa e’ la cosa peggiore che hai visto in tutta la tua vita.
Tutto quello che volevo in quel momento, era di andarmene via il piu’ presto possibile e dimenticare quello che avevo visto e non ricordarlo mai piu’.
E ho cominciato a correre, come se correre potesse aiutare quel desiderio di fuggire che mi riempiva con tanta forza. Ma prima che avessi raggiunto l’angolo successivo della strada, una luce interiore mi ha fermata. E sono rimasta li’, sul marciapiede del quartiere povero di Calcutta, che ora conosco cosi’ bene, e ho visto che quella non era l’unica donna che vi giaceva, e che veniva mangiata dai topi. Ho visto anche che era Cristo stesso a soffrire su quel marciapiede.
Mi sono voltata e sono tornata indietro da quella donna, ho cacciato via i topi, l’ho sollevata e portata al piu’ vicino ospedale. Ma non volevano prenderla e ci hanno detto di andarcene via. Abbiamo cercato un altro ospedale, con lo stesso risultato, e con un altro ancora, finche’ non abbiamo trovato una camera privata per lei, e io stessa l’ho curata. Da quel giorno la mia vita e’ cambiata. Da quel giorno il mio progetto e’ stato chiaro: avrei dovuto vivere per e con il piu’ povero dei poveri su questa terra, dovunque lo avessi trovato.
- Madre Teresa di Calcutta -
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