Oggi la Chiesa celebra Santa Teresa d'Avila (leggete la sua biografia qui). Per questo motivo, pubblichiamo in più parti, l'orazione teresiana - metodo, cammino e contenuti:
«Appena vi comunicate chiudete gli occhi del corpo e aprite quelli dell'anima per fissarli in fondo al vostro cuore, dove il Signore è disceso»
Ritorno al cuore tramite l'orazione
«Non spaventatevi, figliole mie, se molte sono le cose a cui bisogna attendere per cominciare questo viaggio divino. E' la strada reale che conduce al cielo, sulla quale si guadagna un'infinità di beni, e non è certo strano che ci debba parere gravosa. Ma verrà giorno che innanzi ad un bene così prezioso ci parrà tutto da nulla quanto si sarà fatto».
«Volere o non volere figliole, tutte, benché in diversa maniera, camminiamo alla volta di questa fonte. Ma credetemi e non lasciatevi ingannare da nessuno: la strada che vi conduce è una sola, ed è l'orazione» (Cam. 21, i e 6).
«La porta del castello è l'orazione. Pretendere di entrare in cielo senza prima entrare in noi stessi per meglio conoscersi e considerare la nostra miseria, per vedere il molto che dobbiamo a Dio e il bisogno che abbiamo della sua misericordia, è una vera follia» (Mans. Il, 11).
Risoluta determinazione
«Importando molto conoscere come incominciare, dico che si deve prendere una risoluzione ferma e decisa di non mai fermarsi fino a che non si sia raggiunta quella fonte. Avvenga quel che vuole avvenire, succeda quel che vuole succedere, mormori chi vuol mormorare, si fatichi quanto bisogna faticare: ma a costo di morire a mezza strada, scoraggiati per i molti ostacoli che si presentano, si tenda sempre alla meta, ne vada il mondo intero!» (Cam. 21, 2; cfr. ivi 21,7-8).
«(L'anima) stia bene in guardia per non lasciarsi vincere dal demonio. Se il maligno la vede fermamente risoluta a perdere la vita, il riposo e tutto ciò che le presenta piuttosto di ritornare alla prima stanza (cioè indietro), lascerà presto di combatterla. Ma occorre che sia di animo virile (...). Si risolva coraggiosamente, immaginandosi di andare a combattere contro tutti i demoni, per vincere i quali non vi sono armi migliori della croce» (Mans. 11, 6).
Il castello interiore
«Possiamo considerare la nostra anima come un castello fatto di un sol diamante o di un tersissimo cristallo, nel quale vi siano molte mansioni, come molte ve ne sono in cielo. (...) al centro, in mezzo a tutte, vi è la stanza principale, quella dove si svolgono le cose di grande segretezza tra Dio e l'anima».
«Dobbiamo ora vedere il modo di poter entrare. Sembra che dica uno sproposito, perché se il castello è la stessa anima, non si ha certo bisogno di entrare, perché si è già dentro. (...) Però dovete sapere che vi è grande differenza tra un modo di esservi e un altro, perché molte anime stanno soltanto nei dintorni, (...) senza curarsi di andare innanzi, né sapere cosa si racchiuda in quella splendida dimora, né chi l'abiti, né quali appartamenti contenga. Se avete letto in qualche libro di orazione consigliare l'anima ad entrare in se stessa, è proprio quello che intendo io».
«Per quanto io ne capisca, la porta per entrare in questo castello è l'orazione e la meditazione».
«Le anime senza l'orazione sono come un corpo storpiato e paralitico che ha mani e piedi, ma non li può muovere. Ve ne sono di così ammalate e talmente avvezze a vivere fra le cose esteriori, da esser refrattarie a qualsiasi cura, quasi impotenti a rientrare in se stesse. Abituate a un continuo contatto con i rettili e gli animali che stanno intorno al castello, si son fatte quasi come essi e non sanno più vincersi, nonostante la nobiltà della loro natura e la possibilità che hanno di trattare nientemeno che con Dio» (Mans. I, 1,3,5, 6,7).
L'orazione di Santa Teresa d'Avila - Prima
Pubblicato da
Angel
at
venerdì 15 ottobre 2010
0 commenti:
Posta un commento