Riflettiamo Insieme

nella vigna ...

L'orazione di Santa Teresa d'Avila - Seconda parte

Continuiamo a meditare l'orazione teresiana:

L'orazione: incontro di amicizia e mezzo per raggiungerla

«Dico soltanto quello che so per esperienza: cioè che chi ha cominciato a fare orazione non pensi più di tralasciarla, malgrado i peccati in cui gli avvenga di cadere. Con l'orazione potrà presto rialzarsi, ma senza di essa sarà molto difficile.

(...)Quanto a coloro che non hanno ancora incominciato, io li scongiuro per amore di Dio a non privarsi di un tanto bene.(...) Anche se non facessero progressi, né si sforzassero di essere così perfetti da meritare i favori e le delizie che Dio riserva agli altri, guadagnerebbero sempre con l'imparare il cammino del cielo; e perseverando essi in questo santo esercizio, ho molta fiducia nella misericordia di quel Dio che nessuno ha mai preso invano per amico; giacché l'orazione mentale non è altro, per me, che un intimo rapporto di amicizia, un frequente trattenimento da solo a solo con Colui dal quale sappiamo di essere amati. Ma voi direte che ancora non lo amate.

Sì, perché l'amore sia vero e l'amicizia durevole, occorrono parità di condizioni, e invece sappiamo che mentre nostro Signore non può avere alcun difetto, noi siamo viziosi, sensuali ed ingrati, per cui non lo possiamo amare quanto Egli merita. Tuttavia, considerando quanto vi sia vantaggioso averlo per amico e quanto Egli vi ami, sopportate pure la pena di stare a lungo con uno che sentite così diverso da voi» (Vit. 8, 5).

Non molto pensare, ma molto amare

«Quelli che sanno discorrere con l'intelletto non devono impiegare in questo tutto il tempo dell'orazione, benché, trattandosi di un lavoro molto meritorio e delizioso, sembri loro di non dover avere alcun (...) istante di riposo. Quando non discorrono credono di perder tempo, mentre io considero questa perdita come un guadagno assai grande».

«Come ho detto, invece, s'immaginino di essere alla presenza di Gesù Cristo, gli parlino e godano di star con Lui senza affaticare l'intelletto. Non si preoccupino di far ragionamenti, ma gli espongano semplicemente i loro bisogni, umiliandosi nella considerazione di quanto siano indegni di stare alla sua presenza».

«Tornando alla meditazione su nostro Signore alla colonna (...) è bene fermarsi alquanto a lavorare d'intelletto, pensando chi è che soffre, come soffre, perché soffre e l'amore con cui soffre».

«Tuttavia non bisogna affaticarci troppo. Essendo così vicini al Signore, occorre che l'intelletto sappia anche tacere, immaginandoci, per quanto ci sarà possibile, che il Signore ci stia guardando. Allora facciamogli compagnia, parliamo con Lui, supplichiamolo, umiliamo ci, deliziamoci della sua presenza, ricordandoci sempre che siamo indegni di stargli innanzi. Quando un'anima può fare questi atti, ne avrà vantaggio anche se è al principio dell'orazione perché, come almeno io ho costatato, questo modo di pregare è assai utile» (Vit. 13,11.22; cfr. Vit. 15, 7).

«Vorrei far comprendere che l'anima non è il pensiero e che la volontà non è governata dall'immaginazione. Sarebbe una grave sventura se lo fosse. Ne viene, quindi, che il profitto dell'anima non consiste nel molto pensare, ma nel molto amare» (Fond. 5, 2).

«Desidero avvertirvi che per inoltrarsi in questo cammino e salire alle mansioni a cui tendiamo, l'essenziale non è già nel molto pensare, ma nel molto amare, per cui le vostre preferenze devono essere soltanto in quelle cose che più eccitano all'amore» (Mans. IY 1,7).

Gesù: maestro, compagno, amico

«Anzitutto si fa il segno della croce, poi l'esame di coscienza, indi si recita il Confiteor. Poi, siccome siete sole, dovete cercarvi una compagnia. E ve n'è forse una migliore di quella del Maestro che vi ha insegnato la preghiera che state per recitare? Immaginate, quindi, che vi stia vicino, e considerate l'amore e l'umiltà con cui vi istruisce».

«Ascoltatemi, figliole; fate sempre il possibile per stargli sempre dappresso. Se vi abituerete a tenervelo vicino, ed Egli vedrà che lo fate con amore e che cercate ogni mezzo per contentarlo, non solo non vi mancherà mai, ma, come suol dirsi, non potrete più togliervelo d'attorno. L'avrete con voi dappertutto, e vi aiuterà in ogni vostro travaglio. Credete sempre che sia poca cosa aver sempre vicino un così buon amico?».

«Sorelle mie, voi che non potete discorrer molto con l'intelletto, né arrestare il pensiero sopra un punto determinato senza cadere nelle distrazioni, abituatevi, vi prego, abituatevi alla pratica che vi suggerisco! So che lo potete».

«Non chiedo già di concentrarvi tutte su di Lui, formare alti e magnifici concetti ed applicare la mente a profonde e sublimi considerazioni. Vi chiedo solo che lo guardiate. E chi vi può impedire di volgere su di Lui gli occhi della vostra anima, sia pure per un istante se non potete di più?».

«Non è forse così che deve fare una buona sposa con il suo sposo: mostrarsi triste se egli è triste, allegra se egli è allegro, anche se non ha voglia? (...) Così fa il Signore con voi, senz'alcun'ombra di finzione. Si fa vostro servo, vuole che voi siate le padrone e si accomoda in tutto alla vostra volontà. Se siete nella gioia potete contemplarlo risorto, e nel vederlo uscire dal sepolcro, la vostra allegrezza abbonderà. (...) Se invece siete afflitte o fra i travagli, potete considerarlo mentre si reca al giardino degli ulivi (...), legato alla colonna (...), perseguitato dagli uni e sputacchiato dagli altri, rinnegato, abbandonato dagli amici (...) ridotto a tanta solitudine che ben potete avvicinarlo e consolarvi a vicenda. Oppure consideratelo con la croce sulle spalle, quando i carnefici non gli permettono nemmeno di respirare. Egli allora vi guarderà con quei suoi occhi tanto belli, compassionevoli e ripieni di lacrime; dimenticherà i suoi dolori per consolare i vostri, purché voi Lo guardiate e Lo preghiate di consolarvi».

«Vedendolo in quello stato il vostro cuore si sentirà intenerire, e allora non solo lo guarderete ma vi verrà pure di parlargli (...), non con preghiere studiate, ma con parole sgorganti dal cuore, che sono sempre quelle che Egli stima di più (...)».

«Mi domanderete, sorelle, come ciò possa essere, e mi direte che abbraccereste volentieri il mio consiglio se vedeste il Signore come quando era sulla terra, nel qual caso non cessereste mai di guardarlo. Ma non credetelo. Chi rifiuta oggi di farsi un po' di violenza per raccogliersi e contemplare il Signore nel proprio interno, quando lo può fare senza alcun pericolo ma soltanto con un po' di diligenza, pensate se poteva durarla ai piedi della croce con la Maddalena, minacciata di morte da ogni parte» (Cam. 26, 1,2,3, 4, 5, 6, 8, 10; Vit., 12, 2).


0 commenti:

Posta un commento

Sezione dedicata alla nostra amica Patrizia:

Il Dolore solo se è accettato e offerto diviene gioia, altrimenti può diventare disperazione. Il maligno tenta sempre di farci imboccare questa strada, che porta alla distruzione di sè e degli altri.
La domanda, il grido ci salva, perchè, come un bambino quando invoca la mamma è aiutato da lei, a maggior ragione o tanto più la nostra Mamma Celeste viene in nostro soccorso, portandoci lo Spirito Consolatore che ci fa ritornare la speranza.

Questo dolore non è capito dagli uomini, difficilmente ci possono aiutare, di solito LO aumentano!

Solo TU Signore ci comprendi totalmente, perchè siamo opera Tua. Fa' o Signore che possiamo amare anche chi non comprendiamo o non ci comprende, grazie. (Patrizia)

Gesù Cristo

Gesù Cristo
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

Riflettiamo

Impariamo a soffermarci sulle parole e meditiamone il loro significato

L'importanza della preghiera

Chi prega, certamente si salva; chi non prega certamente si danna. Tutti i beati, eccettuati i bambini, si sono salvati col pregare. Tutti i dannati si sono perduti per non pregare; se pregavano non si sarebbero perduti. E questa è, e sarà la loro maggiore disperazione nell’inferno, l’aversi potuto salvare con tanta facilità, quant’era il domandare a Dio le di lui grazie, ed ora non essere i miseri più a tempo di domandarle

(Sant'Alfonso Maria De' Liguori)

Accrescere la cultura

«Io voglio vivere per Gesù e per la Chiesa. La scienza che serve a farmi vivere sempre più per il Signore e per la Chiesa è la cultura della mia vita e tutta la mia vita di cultura». Ogni giorno, ogni ora, ogni istante io sento il bisogno di accrescere le mie conoscenze. E la Chiesa è una fonte inesauribile di vita e di cultura per me!».

(San Pio da Pietrelcina)

Il dono della Sapienza

Nella Sapienza c’è uno spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile, mobile, penetrante, senza macchia, terso, inoffensivo, amante del bene, acuto, libero, benefico, amico dell’uomo, stabile, sicuro, senz’affanni. 
Onnipotente, onniveggente e che pervade tutti gli spiriti intelligenti, puri, sottilissimi. 
È un’emanazione della potenza di Dio, un effluvio genuino della gloria dell’Onnipotente, per questo nulla di contaminato in essa s’infiltra. 
È un riflesso della Luce perenne, uno specchio senza macchia dell’attività di Dio e un’immagine della sua bontà.

Archivio blog

Le preghiere dei Santi:

Le preghiere dei Santi:
Noi ci affidiamo a te. Non abbandonarci alla tristezza perché tu, Signore, sei con noi sempre. Tu non ci lascerai un istante. Se non avessi steso la mano, quante volte la nostra fede avrebbe vacillato! Tu, Signore, sei sempre intento ad accogliere le nostre confidenze. Aiutaci a non abbatterci nelle sofferenze fisiche e morali. Non permettere di affliggerci fino a perdere la pace interiore. Fa’ che camminiamo con buona fede, senza inquietudini e sconforti. Noi ci affidiamo a te: prendici la mano e guidaci pur per incogniti sentieri. Insegnaci ad affrontare la prova a mente serena, per amore tuo che la permetti. Donaci di acquistare tesori per la santa eternità. (San Pio da Pietrelcina)

Dio, nostro Padre, tu hai tanto amato gli uomini da mandare a noi il tuo unico Figlio Gesù, nato dalla Vergine Maria, per salvarci e ricondurci a te. Ti preghiamo, Padre buono, dona la tua benedizione anche a noi, ai nostri genitori, alle nostre famiglie e ai nostri amici. Apri il nostro cuore, affinché sappiamo ricevere Gesù nella gioia, fare sempre ciò che egli ci chiede e vederlo in tutti quelli che hanno bisogno del nostro amore. Te lo chiediamo nel nome di Gesù, tuo amato Figlio, che viene per dare al mondo la pace. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.(Venerabile Giovanni Paolo II)

Padre santo e giusto, Signore Re del cielo e della terra, ti rendiamo grazie per il fatto stesso che tu esisti, ed anche perché con un gesto della tua volontà, per l'unico tuo Figlio e nello Spirito Santo, hai creato tutte le cose visibili ed invisibili e noi, fatti a tua immagine e somiglianza, avevi destinato a vivere felici in un paradiso dal quale unicamente per colpa nostra siano stati allontanati. (San Francesco di Assisi)

Tu sei grande, Signore, e ben degno di lode; grande è la tua virtù, e la tua sapienza incalcolabile. E l’uomo vuole lodarti, una particella del tuo creato, che si porta attorno il suo destino mortale, che si porta attorno la prova del suo peccato e la prova che tu resisti ai superbi. Eppure l’uomo, una particella del tuo creato, vuole lodarti. Sei tu che lo stimoli a dilettarsi delle tue lodi, perché ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha pace finché non riposa in te. (Sant'Agostino))

“O Dio di grande Misericordia, bontà infinita, ecco che oggi tutta l’umanità grida dall’abisso della sua miseria alla Tua Misericordia, alla Tua compassione, o Dio, e grida con la voce potente della propria miseria. O Dio benigno, non respingere la preghiera degli esuli di questa terra. O Signore, bontà inconcepibile, che conosci perfettamente la nostra miseria e sai che non siamo in grado di innalzarci fino a Te con le nostre forze, Ti supplichiamo, previenici con la Tua grazia e moltiplica incessantemente su di noi la Tua Misericordia, in modo che possiamo adempiere fedelmente la Tua santa volontà durante tutta la vita e nell’ora della morte. L’onnipotenza della Tua Misericordia ci difenda dagli assalti dei nemici della nostra salvezza, in modo che possiamo attendere con fiducia, come figli Tuoi, la Tua ultima venuta...” (Santa Faustina Kowalska))

Affinché coloro che mi guardano non vedano la mia persona, ma Te in me. Rimani con me. Così risplenderò del Tuo splendore e potrò essere luce per gli altri. La mia luce verrà da Te solo, Gesù, non sarà mio nemmeno un piccolo raggio. Sei Tu che illuminerai gli altri attraverso di me. Ispirami la lode che Ti è più gradita, illuminando gli altri attorno a me. Che io Ti annunci non con le parole ma con l'esempio, con la testimonianza dei miei atti, con lo scatto visibile dell'amore che il mio cuore riceve da Te. Amen. (Madre Teresa di Calcutta))

Signore Gesù, tu hai dato la vita per me: io voglio donare la mia a te. Signore Gesù, tu hai detto: «Amore più grande non c'è che dare la vita per gli amici». Il mio supremo amore sei tu. È sera. Il giorno ormai declina. Resta con me Signore. Voglio seguirti portando la mia croce. Signore, vieni in mio aiuto e guidami nel cammino. La tua voce, Signore, ha un'eco profonda nel mio cuore. Gesù, mio Signore e mio Dio, voglio diventare in tutto simile a te, voglio soffrire e morire con te, per raggiungere con te la gioia della risurrezione. Tu, quel gran Dio che l'universo adora, vivi in me giorno e notte. E sempre la tua voce mi implora e mi ripete: «Ho sete, ho sete di amore»! Anch'io voglio ripetere la tua divina preghiera: ho sete d'amore. Io ho sete d'amore! Sazia la mia speranza, accresci in me, o Signore, il tuo ardore divino. Ho sete d'amore! Quale sofferenza, mio Dio, e come grande! Come vorrei volare da te! Il tuo amore, o Gesù, è il mio solo martirio; perché più brucia d'amore, più desidera amarti l'anima mia. Gesù, fa' che io muoia d'amore per te! (Santa Teresa di Gesù Bambino)