Il Vangelo di oggi ci ha mostrato come Gesù consideri il matrimonio come assolutamente monogamo e indissolubile. Mentre noi oggi viviamo in una società che ricorre al divorzio civile con estrema facilità, la Chiesa ci ricorda attraverso il Vangelo di Gesù Cristo, che l'unione coniugale è qualcosa che l'uomo non deve separare poiché da Dio è stata formata. E' interessante meditare su queste cose e oggi lo facciamo con una riflessione di Vincenzo La Gamba, un noto diacono salutato anche dal Venerabile Giovanni Paolo II per una poesia a lui dedicata. Anche Vincenzo La Gamba si sofferma sulla distinzione tra divorzio civile e divorzio religioso e soprattutto si sofferma su cosa si basa l'unione coniugale:
È per la "durezza del cuore" se un matrimonio fallisce. Avviene quando ad uno dei due partners si indurisce il cuore, subentra l' egoismo. In parole povere: non è capace di amare.
Quando passò la legge sul divorzio in Italia (legge Fortuna) si gridava allo scandalo dalle varie correnti della Chiesa.
In verità (e lo si riscontra pure oggi, nel Vangelo domenicale di Marco 10, 2-16) ai tempi di Gesù, il divorzio era ammesso sulla base di un testo del Deuteronomio, 24,1: "Quando un uomo ha preso una donna e ha vissuto con lei da marito, se poi avviene che essa non trovi grazia ai suoi occhi, perchè egli ha trovato qualche cosa di vergognoso, scriva per lei un libello di ripudio e glielo consegni in mano e la mandi via da casa".
Per non degradare la parola di Dio, ma soprattutto per capire meglio la legge del Deuteronomio, che in realtà è un permesso, bisogna sottolineare che la legge sul divorzio di allora era una legge prettamente restrittiva. All'inizio, l'uomo sposato, in Israele, godeva il diritto quasi assoluto di ripudiare a suo arbitrio la sua sposa. Il Deuteronomio 24, 1, limita appunto questo barbaro arbitrio: è un primo argine per riportare il matrimonio nell' alveo voluto da Dio all'inizio della creazione (Gen 1,24;2,4). Come la legge del taglione sarà superata dal comandamento dell'amore, così la legge del divorzio, per colpa dell'egoismo, sarà superata dal comandamento dell'indissolubilità del matrimonio.
Nell'Antico Testamento viene lodata la fedeltà coniugale ed il divorzio è considerato abominevole, sebbene, in alcuni casi, venisse tollerato "per la durezza di cuore".
Tuttavia, l'insegnamento positivo dell'assoluta indissolubilità del matrimonio lo troviamo nel Nuovo Testamento.
Quando Gesù nel Vangelo odierno risponde ai farisei: "Per la durezza dei vostri cuori Mosè scrisse per voi questa norma. Ma all'inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre ed i due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una carne sola. L'uomo, dunque, non separi ciò che Dio ha congiunto".
Ciò rafforza il fatto che Gesù pone nessuna ambiguità: rifiuta la poligamia, ma allo stesso tempo mette in rilievo l'unione coniugale indissolubile.
Oggigiorno (è bene chiarirlo) un matrimonio religioso può essere annullato dalla Chiesa, senza un ideale ben preciso, perchè "è una concessione alla debolezza umana". Diverso è il matrimonio civile, ove i due coniugi si possono separare o divorziare legalmente, ma ciò non è riconosciuto dalla Chiesa.
In sostanza chi è divorziato e si vuole risposare in Chiesa, deve avere in possesso la dichiarazione di nullità di matrimonio da parte della Chiesa Romana. Altrimenti si può risposare (a suo piacimento) solamente con il rito civile
Ecco perchè essere divorziati con il rito civile è totalmente diverso da essere divorziati dall'annullamento del matrimonio religioso.
Al di là della forma, anche presso di noi il matrimonio è molte volte un possesso, una compravendita di mutue relazioni, una prostituzione reciproca. Il matrimonio, invece di amore e servizio, diventa egoismo e sopraffazione.
Si sta insieme finché dura l'interesse del più forte. Quando cessa l'interesse, l'uso dell'uno o dell'altra, inclusa la strumentalizzazione, cessa tutto.
Sapete perchè? Perché è finito l'amore. È cessato quel "feeling", che è tutto in una unione coniugale e determina il fallimento matrimoniale a tutti i livelli.
Solo con il Cristo, la creazione raggiunge il suo fine: torna ad essere come Dio l'ha concepita fin dall'inizio.
Anche il matrimonio trova il suo significato esclusivamente in Cristo.
Fuori di Lui non esiste nulla e nulla ha senso.
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