Concludiamo la giornata liturgica attraverso l'ormai consueto appuntamento di meditazione con le riflessioni di noti sacerdoti e movimenti religiosi. Oggi riflettiamo attraverso le parole di don Luca Orlando Russo:
In un contesto come il nostro in cui l'individualismo la fa da padrone, la liturgia della Parola di questa domenica crea non poche difficoltà e suona ai nostri orecchi come eccessiva. Le parole di Gesù, poi, non solo ci invitano alla comune responsabilità, ma vanno ben oltre. Se, infatti, desideriamo fare esperienza della sua presenza - afferma Gesù - è necessario condividere almeno con qualcuno il nostro cammino di fede. La persona di Gesù si rende presente, stando alle sua parole, tutte le volte che condividiamo l'ascolto della sua parola e l'esperienza di fede che da questo ascolto scaturisce, con una o più persone. Questo significa che il cammino cristiano di fede è un'esperienza, al tempo stesso, personale e di gruppo. Non si dà cammino di fede se manca un cammino di gruppo, con tutto quello che ciò comporta.
Dobbiamo tutti confessare che più volte abbiamo pensato che il nostro rapporto con Gesù, quale unico mediatore del nostro incontro con Dio, potesse bypassare la relazione con gli altri e svolgersi in un rapporto individuale. Condividere l'ascolto della Parola e l'esperienza di fede che dall'ascolto scaturisce non è cosa semplice, anzi talvolta si rivela un cammino che ben presto fa emergere paure, gelosie e rivalità. Non è un caso che molti, causa la difficile relazione con gli altri, rinunciano ad un percorso di fede e ripiegano per una relazione personale cadendo nell'errore di una religione fai da te. A tal proposito le parole di Benedetto XVI all'ultimo incontro mondiale con i giovani risultano molto efficaci: «Cari giovani, permettetemi che, come Successore di Pietro, vi inviti a rafforzare questa fede che ci è stata trasmessa dagli Apostoli, a porre Cristo, il Figlio di Dio, al centro della vostra vita. Però permettetemi anche che vi ricordi che seguire Gesù nella fede è camminare con Lui nella comunione della Chiesa. Non si può seguire Gesù da soli. Chi cede alla tentazione di andare "per conto suo" o di vivere la fede secondo la mentalità individualista, che predomina nella società, corre il rischio di non incontrare mai Gesù Cristo, o di finire seguendo un'immagine falsa di Lui».
Risultano molto più chiare ora le parole di Gesù circa la necessità della correzione fraterna all'interno della comunità. Il fratello o la sorella che con noi condividono un cammino di fede sono un dono prezioso che non possiamo perdere senza cercare di fare del nostro meglio per evitare che smarrisca la strada. È la consapevolezza, infatti, della preziosità di ciascun fratello e sorella che ci fa sentire responsabili anche del suo cammino. L'esperienza ci dice che è molto difficile praticare la correzione fraterna perché chi la esercita spesso non si domanda prima se nel suo cuore c'è la consapevolezza che il fratello o la sorella da correggere sono da lui ritenuti un tesoro prezioso. Resta comunque vero che noi non diventeremo mai migliori senza gli altri.
Buona domenica e buona settimana!
Dove sono due o tre...
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Riscoprire la fede
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domenica 4 settembre 2011
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