Storielle per l'anima
Pubblicato da
Riscoprire la fede
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mercoledì 3 agosto 2011
Questa sera riflettiamo grazie a due storielle per l'anima, segnalate dalla nostra Enza:
Ad una vendita all'asta, il banditore sollevò un violino.
Era impolverato, graffiato e scheggiato.
Le corde pendevano allentate e il banditore pensava non valesse la pena di perdere tanto tempo con il vecchio violino, ma lo sollevò con un sorriso. "Che offerta mi fate, signori?" gridò.
"Partiamo da...50 euro!". "Cinquantacinque!" disse una voce.
Poi sessanta. "Sessantacinque!" disse un altro.
Poi settanta. "Settanta euro, uno; settanta euro, due; settanta euro...".
Dal fondo della stanza un uomo dai capelli grigi avanzò e prese l'archetto. Con il fazzoletto spolverò il vecchio violino, tese le corde allentate, lo impugnò con energia e suonò una melodia
pura e dolce come il canto degli angeli.
Quando la musica cessò, il banditore, con una voce calma e bassa disse: "Quanto mi offrite per il vecchio violino?".
E lo sollevò insieme con l'archetto. "Cinquecento, e chi dice mille euro? Mille! E chi dice millecinquecento? Millecinquecento, uno;
millecinquecento, due; millecinquecento e tre, aggiudicato!" disse il banditore.
La gente applaudì, ma alcuni chiesero: "Che cosa ha cambiato il valore del violino?". Pronta giunse la risposta:
"Il tocco del Maestro!".
Se in qualche circostanza della vita ci si ritrova
come vecchi violini, inutili, impolverati,
graffiati e scheggiati; niente paura.
Abbiamo una certezza:
siamo in grado di fare cose meravigliose.
Basta "il tocco del Maestro"....
con grande loro gioia e sorpresa ebbero un figlio.
Lo allevarono con tutto l'amore e la cura possibili e,
pur essendo molto poveri, lo mandarono alla scuola di un saggio
perché crescesse nello spirito.
Tornato a casa, il ragazzo aveva un unico desiderio:
sdebitarsi in qualche modo con i suoi genitori.
"Che potrei mai fare" chiese loro "di realmente gradito per voi?".
"La cosa più cara che abbiamo sei tu ,figliolo" risposero i due anziani.
"Se però vuoi proprio farci un regalo, procuraci un pò di vino.Ne siamo golosi, e sono tanti anni che non ne beviamo un goccio...".
Il ragazzo non aveva un soldo.
Un giorno, mentre andava nel bosco a far legna, attinse con le mani l'acqua che precipitava da un'enorme cascata e ne bevve:
gli parve avesse il sapore del vino più dolce e schietto.
Ne riempì un orcio che aveva con sé e tornò in fretta a casa.
"Ecco il mio regalo" disse ai genitori "Un orcio di vino per voi".
I genitori assaggiarono l'acqua e, pur non sentendo altro gusto che quello dell'acqua, gli sorrisero e lo ringraziarono molto.
"La prossima settimana ve ne porterò un altro orcio" disse il figlio.
E così fece per molte settimane di seguito.
I due anziani stettero al gioco: bevevano l'acqua con grande entusiasmo ed erano felici di vedere la gioia fiorire sul volto del figlio.
Avvenne così un fatto meraviglioso: i loro acciacchi scomparvero e le loro rughe si appianarono. Come se quell'acqua avesse qualcosa di miracoloso. E' il miracolo del "grazie".
Esistono persone che lavano, stirano, cucinano per altre persone per dieci, venti, trent'anni. Fanno loro compagnia, le curano, le amano giorno e notte. Eppure non si sono mai sentite dire "grazie".
Dire "grazie" non è questione di galateo.
Significa dire ad una persona:
" Toh, mi sono accorto che tu esisti".
Per questo il mondo è pieno di persone invisibili...
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