Riflettiamo Insieme

nella vigna ...

Riflettendo sull'esempio di Santa Rita da Cascia

Concludiamo la giornata nella Vigna, che ci ha fatto conoscere la figura di Santa Rita da Cascia, attraverso una riflessione di don Giuseppe Tomaselli sulla vita della Santa:


Tratto da: “Santa Rita (Profilo storico) - don Giuseppe Tomaselli

SOLA!... - Rita amava santamente lo sposo; per lui pregava, all'occasione lo richiamava e lo compativa nei suoi difetti. Così si andò avanti per diversi anni.   Ma il bel tempo non durò a lungo; sopraggiunse la tempesta; scoppiò un fulmine a ciel sereno.

 Lo sposo era andato a Cascia per disbrigo di affari. Verso sera, ritornando a casa, lungo un sentiero fu assalito da malviventi e fu ucciso.  Un contadino, passando per quel sentiero, vide l'uomo assassinato e riconobbe essere Paolo Ferdinando. Corse a darne notizia alla famiglia di lui.

Rita restò fortemente scossa, pensando: Mi hanno assassinato il marito!... Ormai sono vedova! ... I miei bambini sono già orfani! ...

 Nella notte buia, con l'aiuto della lanterna, in compagnia dei figliuoli andò sul posto del delitto. Vide il marito ricoperto di ferite e credeva di sognare; ma era davanti alla triste realtà.   La vera virtù si vede alla prova. Rita a quella scena di sangue sentì spezzarsi il cuore per il dolore e subito si rivolse a Dio per essere sostenuta nella dura prova. Pregò per l'anima del marito e pregò pure per gli uccisori.

 Il cadavere di poi fu portato a casa. Non passò molto e furono individuati gli assassini. Il nobile animo di Rita e più che tutto la sua grande carità verso il prossimo, rifuggivano dalla vendetta.   L'addolorata vedova brigò affinché i colpevoli non fossero puniti dalla giustizia umana e li perdonò pubblicamente.   I due figli, crescendo negli anni e riflettendo sull'uccisione del padre, pensarono di vendicarsi. Si decisero a ciò perché forse eccitati da cattive persone. _
 Rita tremava al pensiero che i suoi figli avrebbero potuto divenire assassini e piangeva li scongiurava in tutti i modi per calmarli. Un giorno s'inginocchiò davanti al Crocifisso e così pregò: O Gesù, piega l'animo dei miei figli oppure chiamali a te con una santa morte! -  E Gesù accettò la supplica. I due figli si ammalarono e morirono nel bacio del Signore.

 Rita rimase sola, perché anche i suoi genitori erano morti. La vita di sposa e di madre fu una semplice parentesi della sua dimora terrena. Dio la preparava ad altre cose.

FORTE DECISIONE - L'anima di Rita tendeva sempre a Dio, tanto nella gioia che nel dolore. Rimasta vedova piuttosto in giovane età, libera da ogni legame,. riprese con novello fervore la vita di giovinetta: preghiera, meditazione, penitenze ed opere di carità.

Nell'adolescenza soleva andare sull'alto scoglio a pregare; da vedova vi si recava pure spesso. Quando da quell'altura spingeva lo sguardo verso Cascia, le si accendeva in cuore la brama di andare nel convento. Ma come riuscirvi? Da vedova sarebbe stata ammessa tra le vergini del chiostro?

 Sapendo che la preghiera è arma potente e può ottenere anche l'impossibile, si rivolse con fede a Dio mettendo l'intercessione di tre grandi Santi: San Giovanni Battista, Santo della penitenza e del deserto, Sant'Agostino, legislatore e maestro della regola dei conventi delle Suore Agostiniane, e San Nicola da Tolentino, fra­ticello Agostiniano, di cui si narravano allora tanti prodigi. Così pregava Rita: Con voi, miei Santi Protettori, spero di raggiungere la meta! Aiutatemi voi ad entrare nel convento!

La sua umile e fiduciosa preghiera toccò il cuore di Dio e fu esaudita; non subito, ma nell'ora segnata dalla Provvidenza.

IL RIFIUTO - Era necessario preparasi al gran passo. Per divenire degna sposa di Gesù Crocifisso, cominciò a mortificarsi con più austerità di prima e raddoppiò il fervore nelle preghiere e nelle elevazioni spirituali.  Quando credette bene, partì a piedi da Rocca Porena, in abito dimesso di colore turchino, e andò a Cascia per esporre la sua decisione all'Abbadessa del convento di Santa Maria Maddalena. Con trepidazione chiese di essere ammessa ad un colloquio.
 A quel tempo l'Abbadessa non era nominata per elezione, ma per anzianità e durava per tutta la vita; avvenuta la morte, entrava in carica la Religiosa più anziana. Rita si trovò davanti ad una vecchia Abbadessa, di cui la storia non registra il nome; costei era buona, ma troppo osservante della Regola Agostiniana; non ammetteva eccezioni. Sentendo che la postulante era vedova, rispose:- Ammiro la vostra buona volontà, ma non posso accettarvi perché la Regola ammette soltanto le vergini. Ci sono nei dintorni di Cascia altri conventi; cercate quello che accetta le vedove.  Rita insistette: - Ma è proprio questo il convento che ho sempre sognato! Per carità, accettatemi come l'ultima serva del convento! - Non fu possibile smuovere la vecchia Abbadessa; Rita ritornò a casa mesta e piangente.
 Cosa fare? ... Intensificare le preghiere. Si prostrò ai piedi del Crocifisso ed a Lui confidava la sua amarezza: - Sino a quando, o Signore, mi farai attendere? Sono una povera peccatrice; ma ti amo ed amo solo te! - Le si aprì il cuore alla speranza; sentiva nell'anima la certezza di essere accettata in quel convento.

VOLO ARCANO - Una notte stava assorta in preghiera e sentì tre tocchi distinti alla finestra della sua cameretta. Ebbe un senso di paura, pensando: Chi sarà mai a quest'ora?

$i affacciò alla finestra e non vide alcuno; all'intorno regnava il silenzio. Credendo trattarsi di scherzo di fantasia, ritornò alla preghiera. Mentre sfogava il cuore con Dio, si ripeterono i tre tocchi alla finestra ed udì una voce forte e soave: - Rita, Rita, fa' presto! -

 Meravigliata corse alla finestra e vide in alto un'aureola luminosa; in mezzo alla luce scorse San Giovanni Battista, Santo Agostino e San Nicola da Tolentino, i quali, avvicinatisi, la invitarono ad andare con loro, dicendo: - Fa' presto, Rita! Il Signore ha esaudita la tua preghiera!
Rita comprese. Pronta a fare la volontà di Dio, lasciò tutto e si uni alla loro comitiva. Tutti e quattro, avvolti in una scia luminosa, in un batter d'occhio si trovarono sull'alto scoglio di Rocca Porena; da qui spiccarono un misterioso volo ed in meno che si dica si trovarono dietro il portone del convento delle Monache agostiniane di Cascia.

Essendo notte, era serrato l'ingresso; ma al passaggio della celeste comitiva si aprì il portone e si aprirono le porte interne, finché i quattro giunsero nel coro della Chiesa.

Rita fu lasciata sugli stalli delle novizie ed i Santi Protettori sparirono.

La povera vedova di Rocca Porena non era stata accettata dalla vecchia Abbadessa tra le vergini del chiostro; Dio però la voleva ed ecco ora Rita dentro le mura del sospirato convento.

DENTRO IL CHIOSTRO - Sola nel coro, davanti a Gesù Sacramentato, la nuova. arrivata trascorse in preghiera parecchie ore notturne. Verso l'alba le Monache coriste solevano adunarsi nel coro per il canto del Mattutino. Grande fu lo stupore di tutte ed in particolare della Abbadessa a vedere Rita dentro il coro.   Ci si domandava: Ma come avrà potuto entrare? ... Che mistero è mai questo? ...

Scrive il Padre Vannutelli:

 - L'antico monastero aveva la sua entrata a tramontana, col grande portone che ora dal cortile conduce all'orto; tutto il recinto era circondato da gigantesche muraglie a guisa di piccola fortezza e non era in alcun modo possibile penetrare dentro il sacro recinto quando il portone era chiuso -.
  L'Abbadessa e le Suore interrogarono Rita come avesse fatto ad entrare a porte chiuse ed essa manifestò candidamente le cose grandi che Dio aveva operato per lei in quella notte avventurata.   Avendo il Signore manifestata la sua volontà con un prodigio, Rita fu accettata nel convento.

IL SACRO SAIO - Dio dà con generosità, ma anche domanda con generosità; essendo stato così benigno e largo con Rita, sino a farla entrare nel convento a porte chiuse, aspettava da lei una corrispondenza eccezionale, sino all'eroismo.

Le Monache prima di emettere i Voti Religiosi per consacrarsi a Dio, devono fare il Postulantato, cioè devono avere un periodo di prova.

 La postulante Rita, quasi trentenne, abituata ai sacrifici, non trovò difficoltà nella vita del monastero; tutto le sembrava facile e bello. Convinta che la carità, la umiltà e l'ubbidienza sono le virtù delle persone consacrate a Dio, intensificò il suo lavoro spirituale.   Era di esempio alle Monache, le quali non trovarono difficoltà ad ammetterla ad indossare l'abito religioso.  La funzione della Vestizione era solenne, per il cerimoniale di quel tempo. Si svolgeva così:  L'Abbadessa radunava le consorelle nell'Oratorio; dovevano essere presenti un pubblico notaio, due testimoni e due parenti intimi della postulante; costoro dovevano firmare l'atto ufficiale.

Rita, inginocchiata davanti alla Superiora, espresse la volontà di consacrarsi a Dio, rispondendo all'interrogatorio del rituale; poi fu vestita del sacro saio. Finita la funzione, ci fu il bacio di fratellanza da parte delle Suore.

UBBIDIENZA PREMIATA - Quantunque postulante e poi novizia, Rita sembrava una Suora matura; faceva grandi passi nella vita spirituale.  Il demonio, geloso di questa bell'anima, cominciò ad assaltarla. Prima tentò abbatterla con lo scoraggiamento; non riuscendo, l'assaltò con forti tentazioni contro la purezza, presentandole a vivi colori i piaceri della vita.  Un giorno il demonio prese le sembianze di un giovane avvenente e si presentò a Rita invitandola al male; ma ricevette uno schiaffo e subito sparì.

 Il nemico delle anime non si diede per vinto ed insinuò dubbi sulla vita religiosa, specialmente sulla pratica dell'ubbidienza. Rita, piena di fede, vedeva negli ordini della Superiora la volontà di Dio; ubbidiva senza discutere, ciecamente. Il demonio non voleva che ubbidisse così, ma ragionando ed anche sofisticando. La Provvidenza permise che l'Abbadessa le impartisse un ordine strano; il fine era di mettere alla prova l'umiltà e l'ubbidienza della novizia. Le fu comandato: - Questo pezzo di legno secco conficcatelo in un angolo del cortile ed innaffiatelo due volte al giorno, mattino e sera.

 Rita vedeva la stranezza dell'ordine ricevuto ed avrebbe potuto farlo rievocare; ma memore delle parole dello Spirito Santo: « L'uomo ubbidiente canterà le vittorie », ubbidì senza discutere.   Mattina e sera attingeva acqua dal vicino pozzo ed innaffiava il legno secco. Dio benedisse quegli atti di ubbidienza ed operò un miracolo; quel legno cominciò a rinverdire, poi spuntarono le gemme ed in seguito i fiori ed. i frutti; si formò una rigogliosa vite.

La vite prodigiosa è ancora lì, nel cortile del convento a testimoniare la grande virtù di Santa Rita.


FONTE

0 commenti:

Posta un commento

Sezione dedicata alla nostra amica Patrizia:

Il Dolore solo se è accettato e offerto diviene gioia, altrimenti può diventare disperazione. Il maligno tenta sempre di farci imboccare questa strada, che porta alla distruzione di sè e degli altri.
La domanda, il grido ci salva, perchè, come un bambino quando invoca la mamma è aiutato da lei, a maggior ragione o tanto più la nostra Mamma Celeste viene in nostro soccorso, portandoci lo Spirito Consolatore che ci fa ritornare la speranza.

Questo dolore non è capito dagli uomini, difficilmente ci possono aiutare, di solito LO aumentano!

Solo TU Signore ci comprendi totalmente, perchè siamo opera Tua. Fa' o Signore che possiamo amare anche chi non comprendiamo o non ci comprende, grazie. (Patrizia)

Gesù Cristo

Gesù Cristo
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

Riflettiamo

Impariamo a soffermarci sulle parole e meditiamone il loro significato

L'importanza della preghiera

Chi prega, certamente si salva; chi non prega certamente si danna. Tutti i beati, eccettuati i bambini, si sono salvati col pregare. Tutti i dannati si sono perduti per non pregare; se pregavano non si sarebbero perduti. E questa è, e sarà la loro maggiore disperazione nell’inferno, l’aversi potuto salvare con tanta facilità, quant’era il domandare a Dio le di lui grazie, ed ora non essere i miseri più a tempo di domandarle

(Sant'Alfonso Maria De' Liguori)

Accrescere la cultura

«Io voglio vivere per Gesù e per la Chiesa. La scienza che serve a farmi vivere sempre più per il Signore e per la Chiesa è la cultura della mia vita e tutta la mia vita di cultura». Ogni giorno, ogni ora, ogni istante io sento il bisogno di accrescere le mie conoscenze. E la Chiesa è una fonte inesauribile di vita e di cultura per me!».

(San Pio da Pietrelcina)

Il dono della Sapienza

Nella Sapienza c’è uno spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile, mobile, penetrante, senza macchia, terso, inoffensivo, amante del bene, acuto, libero, benefico, amico dell’uomo, stabile, sicuro, senz’affanni. 
Onnipotente, onniveggente e che pervade tutti gli spiriti intelligenti, puri, sottilissimi. 
È un’emanazione della potenza di Dio, un effluvio genuino della gloria dell’Onnipotente, per questo nulla di contaminato in essa s’infiltra. 
È un riflesso della Luce perenne, uno specchio senza macchia dell’attività di Dio e un’immagine della sua bontà.

Archivio blog

Le preghiere dei Santi:

Le preghiere dei Santi:
Noi ci affidiamo a te. Non abbandonarci alla tristezza perché tu, Signore, sei con noi sempre. Tu non ci lascerai un istante. Se non avessi steso la mano, quante volte la nostra fede avrebbe vacillato! Tu, Signore, sei sempre intento ad accogliere le nostre confidenze. Aiutaci a non abbatterci nelle sofferenze fisiche e morali. Non permettere di affliggerci fino a perdere la pace interiore. Fa’ che camminiamo con buona fede, senza inquietudini e sconforti. Noi ci affidiamo a te: prendici la mano e guidaci pur per incogniti sentieri. Insegnaci ad affrontare la prova a mente serena, per amore tuo che la permetti. Donaci di acquistare tesori per la santa eternità. (San Pio da Pietrelcina)

Dio, nostro Padre, tu hai tanto amato gli uomini da mandare a noi il tuo unico Figlio Gesù, nato dalla Vergine Maria, per salvarci e ricondurci a te. Ti preghiamo, Padre buono, dona la tua benedizione anche a noi, ai nostri genitori, alle nostre famiglie e ai nostri amici. Apri il nostro cuore, affinché sappiamo ricevere Gesù nella gioia, fare sempre ciò che egli ci chiede e vederlo in tutti quelli che hanno bisogno del nostro amore. Te lo chiediamo nel nome di Gesù, tuo amato Figlio, che viene per dare al mondo la pace. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.(Venerabile Giovanni Paolo II)

Padre santo e giusto, Signore Re del cielo e della terra, ti rendiamo grazie per il fatto stesso che tu esisti, ed anche perché con un gesto della tua volontà, per l'unico tuo Figlio e nello Spirito Santo, hai creato tutte le cose visibili ed invisibili e noi, fatti a tua immagine e somiglianza, avevi destinato a vivere felici in un paradiso dal quale unicamente per colpa nostra siano stati allontanati. (San Francesco di Assisi)

Tu sei grande, Signore, e ben degno di lode; grande è la tua virtù, e la tua sapienza incalcolabile. E l’uomo vuole lodarti, una particella del tuo creato, che si porta attorno il suo destino mortale, che si porta attorno la prova del suo peccato e la prova che tu resisti ai superbi. Eppure l’uomo, una particella del tuo creato, vuole lodarti. Sei tu che lo stimoli a dilettarsi delle tue lodi, perché ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha pace finché non riposa in te. (Sant'Agostino))

“O Dio di grande Misericordia, bontà infinita, ecco che oggi tutta l’umanità grida dall’abisso della sua miseria alla Tua Misericordia, alla Tua compassione, o Dio, e grida con la voce potente della propria miseria. O Dio benigno, non respingere la preghiera degli esuli di questa terra. O Signore, bontà inconcepibile, che conosci perfettamente la nostra miseria e sai che non siamo in grado di innalzarci fino a Te con le nostre forze, Ti supplichiamo, previenici con la Tua grazia e moltiplica incessantemente su di noi la Tua Misericordia, in modo che possiamo adempiere fedelmente la Tua santa volontà durante tutta la vita e nell’ora della morte. L’onnipotenza della Tua Misericordia ci difenda dagli assalti dei nemici della nostra salvezza, in modo che possiamo attendere con fiducia, come figli Tuoi, la Tua ultima venuta...” (Santa Faustina Kowalska))

Affinché coloro che mi guardano non vedano la mia persona, ma Te in me. Rimani con me. Così risplenderò del Tuo splendore e potrò essere luce per gli altri. La mia luce verrà da Te solo, Gesù, non sarà mio nemmeno un piccolo raggio. Sei Tu che illuminerai gli altri attraverso di me. Ispirami la lode che Ti è più gradita, illuminando gli altri attorno a me. Che io Ti annunci non con le parole ma con l'esempio, con la testimonianza dei miei atti, con lo scatto visibile dell'amore che il mio cuore riceve da Te. Amen. (Madre Teresa di Calcutta))

Signore Gesù, tu hai dato la vita per me: io voglio donare la mia a te. Signore Gesù, tu hai detto: «Amore più grande non c'è che dare la vita per gli amici». Il mio supremo amore sei tu. È sera. Il giorno ormai declina. Resta con me Signore. Voglio seguirti portando la mia croce. Signore, vieni in mio aiuto e guidami nel cammino. La tua voce, Signore, ha un'eco profonda nel mio cuore. Gesù, mio Signore e mio Dio, voglio diventare in tutto simile a te, voglio soffrire e morire con te, per raggiungere con te la gioia della risurrezione. Tu, quel gran Dio che l'universo adora, vivi in me giorno e notte. E sempre la tua voce mi implora e mi ripete: «Ho sete, ho sete di amore»! Anch'io voglio ripetere la tua divina preghiera: ho sete d'amore. Io ho sete d'amore! Sazia la mia speranza, accresci in me, o Signore, il tuo ardore divino. Ho sete d'amore! Quale sofferenza, mio Dio, e come grande! Come vorrei volare da te! Il tuo amore, o Gesù, è il mio solo martirio; perché più brucia d'amore, più desidera amarti l'anima mia. Gesù, fa' che io muoia d'amore per te! (Santa Teresa di Gesù Bambino)