Riflettiamo Insieme

nella vigna ...

Camminando con San Giuseppe - Giuseppe e Maria perdonano il figlio Gesù

Continua la riflessione di Enza su San Giuseppe, padre putativo di Gesù:  

CAMMINANDO CON SAN GIUSEPPE
8a PARTE

GIUSEPPE E MARIA PERDONANO GESU’ A GERUSALEMME

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando Egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo l’usanza; ma, trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il
fanciullo rimase a Gerusalemme senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti. Non avendolo trovato tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel Tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua Madre gli disse: “Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io ti cercavamo angosciati”. Ed egli rispose: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?” Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nazareth e stava loro sottomesso. Sua Madre custodiva tutti questi fatti nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
(Lc 2,41-50)

Prima di passare alla meditazione di questo Vangelo, bisogna sapere che a quei tempi gli Ebrei potevano avvicinarsi alle Scritture all’età di dodici anni. A quell’età il padre, qualsiasi padre, si sentiva onorato che il figlio potesse entrare in sinagoga e leggere anche lui le scritture. Anche per Gesù è stato così, e Giuseppe, da qui in avanti, si renderà conto che il Figliolo afferma la propria identità e comincia a svelare la missione ricevuta dal Padre celeste. Staccato ormai dalle cose terrene, sicuro va verso quella strada per la quale è venuto al mondo. Al dodicesimo anno di età Gesù viene portato al Tempio da Maria e Giuseppe per il pellegrinaggio annuale in occasione della Pasqua. Da come interpretiamo il Vangelo, Giuseppe e Maria non capiscono appieno il significato delle parole di Gesù, perché non sono ancora preparati alla completa comprensione del messaggio e delle azioni che il Figlio Gesù rivelerà molti anni dopo. Con la sua fermata al Tempio, io vedo che Gesù inizia il graduale distacco dai genitori, anche se il Vangelo dice che dopo questo fatto ha vissuto sottomesso e in sapienza.
Io come genitore però, penso che Gesù a casa abbia parlato con Maria e Giuseppe, abbia spiegato ciò che sentiva dentro di Lui. Come avrebbe potuto alle nozze di Cana Mamma Maria dire con assoluta certezza: fate ciò che vi dirà? Chissà quanto hanno parlato in quegli anni in famiglia! E quante rivelazioni dal Padre Gesù avrà avuto! Maria ha custodito tutto nel suo cuore come solo una vera mamma sa fare.
Con la perdita di Gesù al Tempio, immagino Giuseppe, “suo custode”, quale sofferenza avrà provato. Quest’assenza inspiegabile l’avrà tormentato non poco, ma questi tre giorni diventano un anticipo di ciò che accadrà molti anni dopo sulla croce che lo separeranno dalla resurrezione, la vera Pasqua che ratificherà il passaggio alla nuova ed eterna alleanza.
Infatti, leggendo la Bibbia e i Vangeli, non posso non fermarmi a meditare quante volte Dio ci mostra i segni nei famosi “tre giorni”. La Bibbia è piena di numeri importanti, ma quando si parla dei tre giorni si vede chiaramente, alla luce del Nuovo Testamento, la passione, la morte e la resurrezione di Gesù.
Lo smarrimento di Gesù porta soprattutto a smarrire i genitori che si sentono perduti e angosciati senza di Lui. In quei tempi e in quei luoghi, si formavano carovane nei viaggi lunghi per proteggersi dai briganti e nessuno si fidava a viaggiare da solo. In questo caso però, vediamo Maria e Giuseppe lasciare la carovana per ritornare a Gerusalemme e cercare Gesù rischiando anche la loro vita. Ma loro non disperano e non si lasciano scoraggiare, lo cercano dappertutto finché con grande gioia lo ritrovano nella “Casa del Padre”.
Gesù con questo allontanamento fa capire che arriva il momento in cui deve cominciare ad occuparsi “delle cose del Padre suo”. Giuseppe inizia a intuire quello che Dio gli chiede: da maestro deve diventare discepolo di quel figlio che ha ricevuto in dono, “il tesoro” più prezioso da non perdere. Lui sa che Gesù non gli appartiene e che il suo compito di custode e protettore paterno volge alla fine.
Allora vediamo che la via di Giuseppe diventa a poco a poco quella di Gesù, che bisogna seguire lasciando ogni altra cosa senza rimpianti, perché proprio in Lui si trova quella perla e quel tesoro così immenso che tutto il resto diventa “spazzatura”.
Anche noi dobbiamo mettere in conto che nella nostra vita possiamo smarrire Gesù così come è successo a Maria e Giuseppe. La preghiera si fa arida, pare che il Signore sia lontano, assente o inesistente, e nello smarrimento la nostra fede vacilla. Allora dobbiamo fare come i due santi Coniugi: scendere dalla carovana della vita, camminare insieme a loro e cercare Gesù nel Tempio. San Giuseppe ci aiuta a trascorrere la “notte oscura” e vedervi un passaggio, una “Pasqua” da attraversare verso un nuovo giorno di luce. Noi come lui dobbiamo accettare la sofferenza, senza rinunciare a credere, e senza perdere la speranza, cercando e amando sempre ciò che vale di più: Gesù. 

PREGHIERA

O San Giuseppe, quando siamo persi e soli ti sentiamo particolarmente vicino, perché come hai protetto e custodito Gesù, così fai anche per noi, se tutto mettiamo nel tuo manto: iI nostri figli con la loro poca fede, i bambini orfani, ammalati e sofferenti. Quei genitori che nel momento dello smarrimento non sanno andare incontro a Gesù come avete fatto voi, non lo cercano dove Lui si fa trovare: nella Parola e nell’Eucarestia. Molti cercano chissà dove la felicità quando invece basterebbe fermarsi un attimo e la troverebbero gratuitamente in Gesù. San Giuseppe dolcissimo, sostienici, e con la tua intercessione fa che non perdiamo la speranza, continuando a cercare Gesù e amarlo come hai fatto tu.
Grazie S. Giuseppe

0 commenti:

Posta un commento

Sezione dedicata alla nostra amica Patrizia:

Il Dolore solo se è accettato e offerto diviene gioia, altrimenti può diventare disperazione. Il maligno tenta sempre di farci imboccare questa strada, che porta alla distruzione di sè e degli altri.
La domanda, il grido ci salva, perchè, come un bambino quando invoca la mamma è aiutato da lei, a maggior ragione o tanto più la nostra Mamma Celeste viene in nostro soccorso, portandoci lo Spirito Consolatore che ci fa ritornare la speranza.

Questo dolore non è capito dagli uomini, difficilmente ci possono aiutare, di solito LO aumentano!

Solo TU Signore ci comprendi totalmente, perchè siamo opera Tua. Fa' o Signore che possiamo amare anche chi non comprendiamo o non ci comprende, grazie. (Patrizia)

Gesù Cristo

Gesù Cristo
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

Riflettiamo

Impariamo a soffermarci sulle parole e meditiamone il loro significato

L'importanza della preghiera

Chi prega, certamente si salva; chi non prega certamente si danna. Tutti i beati, eccettuati i bambini, si sono salvati col pregare. Tutti i dannati si sono perduti per non pregare; se pregavano non si sarebbero perduti. E questa è, e sarà la loro maggiore disperazione nell’inferno, l’aversi potuto salvare con tanta facilità, quant’era il domandare a Dio le di lui grazie, ed ora non essere i miseri più a tempo di domandarle

(Sant'Alfonso Maria De' Liguori)

Accrescere la cultura

«Io voglio vivere per Gesù e per la Chiesa. La scienza che serve a farmi vivere sempre più per il Signore e per la Chiesa è la cultura della mia vita e tutta la mia vita di cultura». Ogni giorno, ogni ora, ogni istante io sento il bisogno di accrescere le mie conoscenze. E la Chiesa è una fonte inesauribile di vita e di cultura per me!».

(San Pio da Pietrelcina)

Il dono della Sapienza

Nella Sapienza c’è uno spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile, mobile, penetrante, senza macchia, terso, inoffensivo, amante del bene, acuto, libero, benefico, amico dell’uomo, stabile, sicuro, senz’affanni. 
Onnipotente, onniveggente e che pervade tutti gli spiriti intelligenti, puri, sottilissimi. 
È un’emanazione della potenza di Dio, un effluvio genuino della gloria dell’Onnipotente, per questo nulla di contaminato in essa s’infiltra. 
È un riflesso della Luce perenne, uno specchio senza macchia dell’attività di Dio e un’immagine della sua bontà.

Archivio blog

Le preghiere dei Santi:

Le preghiere dei Santi:
Noi ci affidiamo a te. Non abbandonarci alla tristezza perché tu, Signore, sei con noi sempre. Tu non ci lascerai un istante. Se non avessi steso la mano, quante volte la nostra fede avrebbe vacillato! Tu, Signore, sei sempre intento ad accogliere le nostre confidenze. Aiutaci a non abbatterci nelle sofferenze fisiche e morali. Non permettere di affliggerci fino a perdere la pace interiore. Fa’ che camminiamo con buona fede, senza inquietudini e sconforti. Noi ci affidiamo a te: prendici la mano e guidaci pur per incogniti sentieri. Insegnaci ad affrontare la prova a mente serena, per amore tuo che la permetti. Donaci di acquistare tesori per la santa eternità. (San Pio da Pietrelcina)

Dio, nostro Padre, tu hai tanto amato gli uomini da mandare a noi il tuo unico Figlio Gesù, nato dalla Vergine Maria, per salvarci e ricondurci a te. Ti preghiamo, Padre buono, dona la tua benedizione anche a noi, ai nostri genitori, alle nostre famiglie e ai nostri amici. Apri il nostro cuore, affinché sappiamo ricevere Gesù nella gioia, fare sempre ciò che egli ci chiede e vederlo in tutti quelli che hanno bisogno del nostro amore. Te lo chiediamo nel nome di Gesù, tuo amato Figlio, che viene per dare al mondo la pace. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.(Venerabile Giovanni Paolo II)

Padre santo e giusto, Signore Re del cielo e della terra, ti rendiamo grazie per il fatto stesso che tu esisti, ed anche perché con un gesto della tua volontà, per l'unico tuo Figlio e nello Spirito Santo, hai creato tutte le cose visibili ed invisibili e noi, fatti a tua immagine e somiglianza, avevi destinato a vivere felici in un paradiso dal quale unicamente per colpa nostra siano stati allontanati. (San Francesco di Assisi)

Tu sei grande, Signore, e ben degno di lode; grande è la tua virtù, e la tua sapienza incalcolabile. E l’uomo vuole lodarti, una particella del tuo creato, che si porta attorno il suo destino mortale, che si porta attorno la prova del suo peccato e la prova che tu resisti ai superbi. Eppure l’uomo, una particella del tuo creato, vuole lodarti. Sei tu che lo stimoli a dilettarsi delle tue lodi, perché ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha pace finché non riposa in te. (Sant'Agostino))

“O Dio di grande Misericordia, bontà infinita, ecco che oggi tutta l’umanità grida dall’abisso della sua miseria alla Tua Misericordia, alla Tua compassione, o Dio, e grida con la voce potente della propria miseria. O Dio benigno, non respingere la preghiera degli esuli di questa terra. O Signore, bontà inconcepibile, che conosci perfettamente la nostra miseria e sai che non siamo in grado di innalzarci fino a Te con le nostre forze, Ti supplichiamo, previenici con la Tua grazia e moltiplica incessantemente su di noi la Tua Misericordia, in modo che possiamo adempiere fedelmente la Tua santa volontà durante tutta la vita e nell’ora della morte. L’onnipotenza della Tua Misericordia ci difenda dagli assalti dei nemici della nostra salvezza, in modo che possiamo attendere con fiducia, come figli Tuoi, la Tua ultima venuta...” (Santa Faustina Kowalska))

Affinché coloro che mi guardano non vedano la mia persona, ma Te in me. Rimani con me. Così risplenderò del Tuo splendore e potrò essere luce per gli altri. La mia luce verrà da Te solo, Gesù, non sarà mio nemmeno un piccolo raggio. Sei Tu che illuminerai gli altri attraverso di me. Ispirami la lode che Ti è più gradita, illuminando gli altri attorno a me. Che io Ti annunci non con le parole ma con l'esempio, con la testimonianza dei miei atti, con lo scatto visibile dell'amore che il mio cuore riceve da Te. Amen. (Madre Teresa di Calcutta))

Signore Gesù, tu hai dato la vita per me: io voglio donare la mia a te. Signore Gesù, tu hai detto: «Amore più grande non c'è che dare la vita per gli amici». Il mio supremo amore sei tu. È sera. Il giorno ormai declina. Resta con me Signore. Voglio seguirti portando la mia croce. Signore, vieni in mio aiuto e guidami nel cammino. La tua voce, Signore, ha un'eco profonda nel mio cuore. Gesù, mio Signore e mio Dio, voglio diventare in tutto simile a te, voglio soffrire e morire con te, per raggiungere con te la gioia della risurrezione. Tu, quel gran Dio che l'universo adora, vivi in me giorno e notte. E sempre la tua voce mi implora e mi ripete: «Ho sete, ho sete di amore»! Anch'io voglio ripetere la tua divina preghiera: ho sete d'amore. Io ho sete d'amore! Sazia la mia speranza, accresci in me, o Signore, il tuo ardore divino. Ho sete d'amore! Quale sofferenza, mio Dio, e come grande! Come vorrei volare da te! Il tuo amore, o Gesù, è il mio solo martirio; perché più brucia d'amore, più desidera amarti l'anima mia. Gesù, fa' che io muoia d'amore per te! (Santa Teresa di Gesù Bambino)