Concludiamo la giornata liturgica attraverso l'ormai consueto appuntamento di meditazione con le riflessioni di noti sacerdoti e movimenti religiosi. Oggi riflettiamo attraverso le parole di mons. Vincenzo Paglia:
Con la festa della Trinità si apre il tempo liturgico chiamato "ordinario", perché non ha nessuna memoria particolare della vita di Gesù. Tuttavia non è un tempo meno significativo del precedente. Potremmo anzi dire che la festa della SS.ma Trinità proietta la sua luce su tutta la vicenda umana. Infatti l'azione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo è presente sin dalla creazione. "Il Verbo era in principio presso Dio" e "tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste", come scrive Giovanni nel prologo al suo Vangelo. Questo sta a dire che già il momento della creazione è radicalmente segnato dalla comunione tra il Padre e il Figlio. Sì da poter dire che ogni realtà umana è fatta di comunione e per la comunione. Dio, dopo aver creato l'uomo, disse: "non è bene che l'uomo sia solo". Appunto, come Dio stesso non è solo. Il Dio di Gesù non è un essere solitudinario, ma una "famiglia" di tre persone. Si potrebbe dire: si vogliono così bene da essere una cosa sola. E non basta. Non hanno trattenuto per sé la loro gioia. L'hanno riversata sugli uomini. Scrive Giovanni: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque creda in lui non muoia, ma abbia la vita eterna" (Gv 3, 16). L'invio del Figlio non nasce da un obbligo giuridico, semmai da una sovrabbondanza d'amore. La Trinità non è altro che questo mistero sovrabbondante d'amore che dal cielo si è riversato sulla terra superando ogni frontiera, ogni confine, anche ogni fede. Ed è come un'energia irrefrenabile per chi l'accoglie. Lo Spirito Santo spinge, trascina verso Dio ch'è pienezza di amore. La Trinità, questa incredibile "famiglia", ha scelto di entrare nella storia degli uomini per chiamare tutti a far parte di essa. Questo è l'orizzonte finale che il mistero della Trinità dischiude agli uomini. E tale orizzonte è senza dubbio una sfida lanciata a tutte le Chiese cristiane; potremmo aggiungere anche a tutte le religioni e a tutti gli uomini. È la sfida a vivere nell'amore, proprio mentre sembra irrobustirsi la via dei particolarismi e dell'individualismo. La Trinità spinge a superare i confini, e in ogni caso li relativizza sino a distruggerli. Lì dove c'è amore, lì c'è Dio.
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