Camminando con San Giuseppe - La Famiglia di Nazareth
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Riscoprire la fede
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lunedì 20 giugno 2011
Continua la riflessione di Enza su San Giuseppe, padre putativo di Gesù:
CAMMINANDO CON SAN GIUSEPPE
6a PARTE
LA FAMIGLIA DI NAZARETH
Dopo la morte di Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe, in Egitto, e gli disse: «Àlzati, prendi il bambino e sua madre, e va' nel paese d'Israele; perché sono morti coloro che cercavano di uccidere il bambino». Egli, alzatosi, prese il bambino e sua madre, e rientrò nel paese d'Israele. Ma, udito che in Giudea regnava Archelao al posto di Erode, suo padre, ebbe paura di andare là; e, avvertito in sogno, si ritirò nella regione della Galilea, e venne ad abitare in una città detta Nazareth, affinché si adempisse quello che era stato detto dai profeti, che egli sarebbe stato chiamato Nazareno.
(Matteo 2, 19-23)
LA FAMIGLIA UNITA
Finalmente per san Giuseppe e la sua famiglia è arrivato il tempo del ritorno in patria, dopo che l’Angelo in sogno l’ha avvertito che poteva ritornare. Leggendo questo Vangelo però, notiamo bene che la situazione politica non è cambiata molto, infatti in Giudea al posto di Erode c’è suo figlio Archelao, dal quale conviene stare bene alla larga.
Giuseppe decide così di cambiar strada e di raggiungere Nazareth di Galilea, dove lo sappiamo tutti, risiederà svolgendo il lavoro di falegname. Passano gli anni, anzi i decenni nella più completa ordinarietà, insomma , agli occhi della gente è una normale e semplicissima famiglia come ve ne sono molte. Nel silenzio e nel nascondimento senza nessun rumore di cronaca, Giuseppe svolge felice il suo dovere di sposo e padre. E’ pure cosciente che il tesoro più prezioso l’ha ricevuto da Dio: Maria, sposa e Madre dolcissima, che gli porta il dono grande di Gesù. Questa famiglia è dotata di: armonia e semplicità, altezza e profondità, e il rapporto tra Gesù, Giuseppe e Maria è fondato sul più grande amore, e rimane il prototipo invidiabile di ogni famiglia e autentica comunità.
Gesù era figlio, come tutti credevano, di Giuseppe, e lo leggiamo nei Vangeli. Infatti durante la sua vita pubblica tornerà la domanda: “Non è il figlio di Giuseppe?”. Gesù, figlio unigenito del Padre celeste, viene accolto da Giuseppe come vero figlio; e Giuseppe non manca al suo dovere di padre per molti anni.
Gesù vede in Giuseppe una meravigliosa persona, il genitore che si prende cura di Lui, che l’aiuta a crescere, il custode che lo protegge davanti ai pericoli, l’amico che lo ascolta e che gli dedica il suo tempo, ma soprattutto è l’uomo di Dio che lo avvia alla preghiera e alla conoscenza della Torah. Il Vangelo infatti
evidenzia che Gesù a Nazareth “era sottomesso ai genitori” e “cresceva in età, in sapienza e in grazia davanti a Dio e agli uomini”. In definitiva Giuseppe si fa tramite nella formazione umana e la crescita materiale e spirituale di Gesù, introducendolo nella comunità civile e religiosa. Accompagna il figlio nella preghiera e nel rapporto con Dio. Ogni giorno recita la preghiera di Israele, e il sabato frequenta la sinagoga.
Anche per noi Giuseppe può diventare il nostro “capofamiglia” se camminiamo con lui. Può essere il padre di casa che ci guida facendoci sentire fratelli, facendoci gustare la bellezza dell’amore vero e puro.
Possiamo così vedere l’intero popolo di Dio come una grande famiglia il cui patrono è il nostro meraviglioso santo. Da Giuseppe impariamo dunque a fare Chiesa e a fare “famiglia”.
PREGHIERA
O San Giuseppe ti invochiamo, fa che non sia solo un sogno, ma che quell’ideale di famiglia unita che vediamo realizzata in voi, sia costruito giorno per giorno nelle nostre famiglie. Aiutaci a costruire nella Chiesa vere comunità, dove cresce l’amore fraterno, la pace e l’unità.
Gesù, Giuseppe e Maria aiutateci a riconoscere in ogni prossimo il nostro fratello.
Grazie San Giuseppe.
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