Concludiamo la giornata liturgica attraverso l'ormai consueto appuntamento di meditazione con le riflessioni di noti sacerdoti e movimenti religiosi. Oggi riflettiamo attraverso le parole di padre Antonio Rungi:
Celebriamo oggi la solennità della Pentecoste, ovvero della discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli e Maria riuniti in preghiera nel cenacolo. La solennità coincide con la seconda domenica del mese di maggio e con la festa della mamma. Due motivi in più per trasformare questa festa dello Spirito Santo in una festa di sentimenti veri, di autenticità di affetti, di amore sincero, di fuoco di carità che proprio lo Spirito del Signore ci dona mediante la sua azione santificante e illuminante. Egli è il Consolatore di ogni nostra delusione, di ogni nostra sofferenza interiore ed esterna. Egli è la nostra gioia e speranza soprattutto nella prova e nei dolori che attanagliano il cuore e la mente degli uomini. Tutte funzioni e azioni che lo Spirito Santo compie in noi e di cui ci ricorda il testo della sequenza della giornata odierna.
La Pentecoste che chiude il ciclo dell'intero periodo pasquale dell'anno liturgico, dopo 50 giorni di riflessione sul mistero centrale della nostra fede, che è la passione, morte, risurrezione e ascensione al cielo di nostro Signore Gesù Cristo, oggi la parola di Dio ci porta al momento in cui gli Apostoli ricevono la consacrazione nell'amore, nella testimonianza e nell'annuncio missionario nel giorno di Pentecoste. A descriverci in modo dettagliato questo singolare evento personale ed ecclesiale sono propri gli Atti degli Apostoli, che nel brano odierno ci dicono esattamente come andarono le cose nel Cenacolo e quali segni la discesa dello Spirito Santo su di loro lasciò evidenti non solo negli occhi dei presenti, tanto da fissarli in una descrizione particolareggiata, ma soprattutto nel cuore dei presenti, che diventano in quel preciso attimo uomini nuovi, uomini pieni dello spirito di Cristo, coraggiosi per svolgere al meglio la loro missione nel mondo.
Nel dono dello Spirito Santo fatto alla chiesa nascente, Gesù attesta una speciale vicinanza ai suoi, come aveva annunciato: non vi lascerò orfani, ma su di voi invierò lo Spirito Consolatore che vi darà possibilità di comprendere ogni cosa e di agire per conto di Dio nel mondo. Infatti, la Chiesa potrà esercitare la missione dell'annuncio e della riconciliazione proprio in ragione di questa presenza dello spirito che santifica e vivifica, che far risorgere dalle macerie del peccato e dell'abbrutimento morale, mediante il sacramento della misericordia e del perdono. Il testo del Vangelo ci riporta proprio al momento in cui Cristo risorto donando lo Spirito dà il compito del perdono e la remissione dei peccati.
A ben leggere tutto il mistero della Pentecoste nella nostra vita ci accorgiamo esattamente chi siano e dove andiamo, qual è la nostra missione, come singolo battezzato e cresimato, ma anche come Chiesa nel mondo di oggi. Siamo templi dello Spirito Santo e tutta la nostra vita deve riflettere questa dignità e questa responsabilità. Tutto questo lo comprendiamo meglio alla luce della seconda lettura della parola di Dio di oggi, tratta dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi.
Nello Spirito Santo formiamo un solo corpo ed un solo spirito, professiamo una sola fede, manifestiamo un solo amore per la religione, annunciamo l'unico Salvatore del mondo, siamo incamminati vero una patria comune a tutti. Pur nella diversità dei doni e dei carismi di ciascuno, tutti contribuiamo al bene della comunità dei credenti, secondo quando afferma l'Apostolo Paolo nel brano di oggi, usando la similitudine del corpo umano nella sua strutturazione essenziale per illustrare il rapporto tra Cristo e la sua Chiesa. Un rapporto inscindibile e comprensibile proprio alla luce di quella carità, di quel fuoco e sorgente d'amore che è lo Spirito Santo.
La nostra riconoscenza a Cristo che ha promesso ed inviato a noi lo Spirito Santo, "che è Signore e dà la vita e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre ed il Figlio è adorato e glorificato e ha parlato per mezzo dei Profeti, come recitiamo nel Credo Apostolico. Questa riconoscenza la manifestiamo nella preghiera e nella celebrazione eucaristica, in quanto oggi Dio "ha portato a compimento il mistero pasquale e su coloro che ha reso figli di adozione in Cristo suo Figlio ha effuso lo Spirito Santo, che agli albori della Chiesa nascente ha rivelato a tutti i popoli il mistero nascosto nei secoli, e ha riunito i linguaggi della famiglia umana nella professione dell'unica fede".
Quanto sia preziosa l'unità della famiglia cristiana lo comprendiamo alla luce di tante divergenze e difficoltà di relazioni che esistono oggi anche in questa realtà; ma quanto sia più importante l'unità della famiglia umana lo si comprende di fronte alle tante divisioni e scissioni che esistono oggi nel mondo. Come singoli credenti e come comunità ecclesiale dovremmo fare ogni sforzo per vivere nell'unità e testimoniare l'unità. E' quanto chiediamo oggi allo Spirito di Cristo che è spirito d'amore e di consolazione.
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