Camminando con San Giuseppe - L'Ultima ora
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Riscoprire la fede
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lunedì 27 giugno 2011
Continua la riflessione di Enza su San Giuseppe, padre putativo di Gesù:
CAMMINANDO CON GIUSEPPE
9a E ULTIMA PARTE
L’ULTIMA ORA
Gli Ebrei che parlavano con Gesù si misero a protestare perché aveva detto: "Io sono il pane disceso dal cielo". E dicevano: "Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?".
Gesù rispose: "Non mormorate tra di voi. Nessuno può venire a me con fede, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: "E tutti saranno ammaestrati da Dio". Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Giuseppe è arrivato ormai al termine della sua vita, è arrivato al traguardo. La sua vita è stata una dedizione unica, ha vissuto interamente per Gesù, proteggendo il Figlio che Dio gli ha affidato amando di amore puro la Madre. Il suo è stato un amore fino alla fine riconoscendo in quel figliolo il “Figlio di Dio”, e questo l’ha portato a far spazio a Lui, nascondendo se stesso fino a morire tra le sue braccia e quelle di Maria. Da Giuseppe possiamo imparare ad essere “servi inutili”, e come lui metterci anche noi alla scuola di Gesù: “ascoltando quello che profeti e re non poterono ascoltare, vedendo quello che molti non poterono vedere, preparandosi come nessun altro all’ultima ora”.
Viene da se pensare che è giusto invocarlo come “patrono della buona morte”. In effetti è bello e consolante pensare di essere accompagnati nell’ultima ora da Gesù e Maria; quell’ora prima o poi viene per tutti, ogni giorno che passa ci avvicina a quel momento, ed è importante chiedere a Giuseppe e a Maria: “prega per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte”. Giuseppe ha creduto, così attraverso il Figlio ha conosciuto il Padre il quale gli dona la resurrezione e la vita eterna, la gloria del paradiso, la santità, il riconoscimento in cielo di tutte le sue virtù umili e nascoste sulla terra, e la dichiarazione del suo patrocinio su tutta la chiesa del mondo.
San Giuseppe è proposto come modello per gli sposi e i genitori, i consacrati e i sacerdoti, i lavoratori e gli educatori (molto altro si può aggiungere).
Come a Nazareth Giuseppe ha curato la sua famiglia, così dal paradiso cura la “famiglia” dell’umanità ed essere invocato anche come “padre della Chiesa”. La supplica del Papa Leone XIII “a te o beato Giuseppe”, ripresa da Giovanni Paolo II nella “Redemptoris custos”, è di rinnovata attualità.
Arrivati a questo punto, e a ragion veduta, dall’Annunciazione al suo passaggio alla vita eterna, possiamo dire che Giuseppe con il suo esempio ci fa capire quale percorso anche noi dobbiamo fare. Pure la sua vita è stata umanissima, ma è proprio da questa quotidianità, nel dire continuamente si a Dio sopportando tutte le prove che ha raggiunto la giusta santità. Lui, povero e umile, ma che diversamente da tanti studiosi della Torah, ha saputo ascoltare e discernere la Parola di Dio; come il Padre Abramo ha riversato in Dio tutta la sua fiducia ed è stato premiato. Abramo è padre di tutti i popoli in Dio, Giuseppe è padre di tutti in Gesù.
Per concludere questo cammino con san Giuseppe, possiamo dire che, i passi sono tracciati: intraprendere la via giusta, mettere l’amore al primo posto, accogliere il Signore, portare la sua presenza e difenderlo con coraggio. Fare famiglia, lavorare con carità e umiltà, cercare ciò che vale di più e prepararsi all’ultima ora.
PREGHIERA
O Giuseppe, padre del Figlio di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte.
Gesù, Giuseppe e Maria, vi dono il cuore e l’anima mia. Gesù, Giuseppe e Maria, assistetemi nell’ultima agonia. Gesù, Giuseppe e Maria, spiri in pace con voi l’anima mia.
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