Piccole storie per riflettere
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Riscoprire la fede
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lunedì 18 luglio 2011
Grazie alla preziosa segnalazione di Enza, riflettiamo quest'oggi attraverso la lettura di due storie semplici, ma piene di insegnamento morale:
La piccola coperta bianca
La piccola coperta bianca che lo aveva scaldato nella culla non lo aveva lasciato. Era minuscola, un po' lisa, e lo accompagnava dovunque. Se proprio era costretto a starle lontano, il bambino pretendeva che il piccolo rettangolo di stoffa bianca fosse in un luogo visibile. Piegata o arrotolata nello zainetto colorato lo seguiva a scuola. La piccola coperta bianca era come la sua ombra. Quando, dopo mille insistenze, la mamma riusciva convincerlo a mettere la coperta in lavatrice,
il bambino si sedeva inquieto davanti all' oblò dello sportello e aspettava, senza perderla d'occhio un istante. La sorellina di poco più grande lo canzonava per questa mania, ma al bambino non importava. La coperta era il suo talismano segreto, il suo scudo, la sua protezione.
Un giorno, il papà annunciò che per motivi di lavoro doveva affrontare un lungo viaggio in aereo. Per il bambino era una novità. La vigilia della partenza, trascinando la sua coperta, seguì preoccupato tutti gli spostamenti del papà, fissandolo con apprensione durante la preparazione della valigia. «Papà, non cadono mai gli aerei?». «Quasi mai ... ». «Quello che prendi tu è un aereo bello grosso, vero?». «Certo. Il più grosso di tutti». «E sta su anche se c'è la bufera?». «Di sicuro». «Tu però stai attento. C'è il paracadute?». «Ma sì, bimbo mio». Il padre partì e l'aereo arrivò in orario. L'uomo si sistemò in albergo, ma quando aprì i bagagli rimase di stucco. In cima a tutto, nella valigia, c'era la piccola coperta bianca del suo bambino. Allarmato, telefonò immediatamente alla moglie: «E' capitata una cosa terribile, non so come sia potuto succedere ma la coperta del bambino è qui nella mia valigia! Come facciamo?».
«Stai tranquillo. Poco fa il bambino mi ha detto: Non preoccuparti, mamma. Ho dato a papà la mia coperta: non gli succederà niente».
Chi ama protegge. Proteggere è la più bella voce del verbo amare...Dio la pensa così: «Il Signore darà ordine ai suoi angeli di proteggerti ovunque tu vada. Essi ti porteranno sulle loro mani e tu non inciamperai contro alcuna pietra» (Salmo 91,11-12).
***
Il monaco giocoliere
La Madonna, con il Bambino Gesù fra le braccia, aveva deciso di scendere in Terra per visitare un monastero. Orgogliosi, tutti i monaci si misero in una lunga fila, presentandosi ciascuno davanti alla Vergine per renderle omaggio. Uno declamò alcune poesie, un altro le mostrò le miniature che aveva preparato per la Bibbia e un terzo recitò i nomi di tutti i santi. E così via, un monaco dopo l'altro, tutti resero omaggio alla Madonna e al Bambino. All'ultimo posto della fila ne rimase uno, il monaco più umile del convento, che non aveva mai studiato i sacri testi dell'epoca. I suoi genitori erano persone semplici, che lavoravano in un vecchio circo dei dintorni, e gli avevano insegnato soltanto a far volteggiare le palline in aria. Quando giunse il suo turno, gli altri monaci volevano concludere l'omaggio perché il povero acrobata non aveva nulla di importante da dire e avrebbe potuto sminuire l'immagine del convento. Ma anche lui, nel profondo del proprio cuore, sentiva un bisogno immenso di offrire qualcosa a Gesù e alla Vergine. Pieno di vergogna, sentendosi oggetto degli sguardi di riprovazione dei confratelli, tirò fuori dalla tasca alcune arance e cominciò a farle volteggiare: perché era l'unica cosa che egli sapesse fare. Fu solo in quell'istante che Gesù Bambino sorride e cominciò a battere le mani in braccio alla Madonna. gE fu verso quel monaco che la Vergine tese le braccia, lasciandogli tenere per un po' il bambinello.
Non affannarti nel cercare di apparire ciò che non sei;
il Signore apprezza ciò che offri con amore e niente diventa allora di poco conto!
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