CAPITOLO III
PER ME VIVERE È CRISTO
Avvio e chiusa
37. Sono vari, nella prassi corrente, i modi di introdurre il Rosario nei diversi contesti ecclesiali. In alcune regioni, si suole iniziare con l'invocazione del Salmo 69: « O Dio, vieni a salvarmi; Signore, vieni presto in mio aiuto », quasi ad alimentare nell'orante l'umile consapevolezza della propria indigenza; altrove, invece, l'avvio avviene con la recita del Credo, quasi a mettere la professione di fede a fondamento del cammino contemplativo che si intraprende. Questi e simili modi, nella misura in cui ben dispongono l'animo alla contemplazione, sono usi ugualmente legittimi. La recita è poi conclusa con la preghiera secondo le intenzioni del Papa, per allargare lo sguardo di chi prega sull'ampio orizzonte delle necessità ecclesiali. È proprio per incoraggiare questa proiezione ecclesiale del Rosario che la Chiesa ha voluto arricchirlo di sante indulgenze per chi lo recita con le debite disposizioni.
In effetti, se vissuto così, il Rosario diventa veramente un percorso spirituale, in cui Maria si fa madre, maestra, guida, e sostiene il fedele con la sua intercessione potente. Come stupirsi se l'animo sente il bisogno, alla fine di questa preghiera, in cui ha fatto intima esperienza della maternità di Maria, di sciogliersi nelle lodi per la Vergine Santa, sia nella splendida preghiera della Salve Regina, che in quella delle Litanie lauretane? È il coronamento di un cammino interiore, che ha portato il fedele a contatto vivo con il mistero di Cristo e della sua Madre Santissima.
La distribuzione nel tempo
38. Il Rosario può essere recitato integralmente ogni giorno, e non manca chi lodevolmente lo fa. Esso viene così a riempire di orazione le giornate di tanti contemplativi, o a tener compagnia ad ammalati ed anziani che dispongono di tempo abbondante. Ma è ovvio – e ciò vale a maggior ragione, se si aggiunge il nuovo ciclo dei mysteria lucis – che molti non potranno recitarne cheuna parte, secondo un certo ordine settimanale. Questa distribuzione settimanale finisce per dare alle varie giornate della settimana un certo 'colore' spirituale, analogamente a quanto la Liturgia fa con le varie fasi dell'anno liturgico.
Secondo la prassi corrente, il lunedì e il giovedì sono dedicati ai « misteri della gioia », il martedì e il venerdì ai « misteri del dolore », il mercoledì, il sabato e la domenica ai « misteri della gloria ». Dove inserire i « misteri della luce »? Considerando che i misteri gloriosi sono riproposti di seguito il sabato e la domenica e che il sabato è tradizionalmente un giorno a forte carattere mariano, sembra consigliabile spostare al sabato la seconda meditazione settimanale dei misteri gaudiosi, nei quali la presenza di Maria è più pronunciata. Il giovedì resta così libero proprio per la meditazione dei misteri della luce.
Questa indicazione non intende tuttavia limitare una conveniente libertà nella meditazione personale e comunitaria, a seconda delle esigenze spirituali e pastorali e soprattutto delle coincidenze liturgiche che possono suggerire opportuni adattamenti. Ciò che è veramente importante è che il Rosario sia sempre più concepito e sperimentato come itinerario contemplativo. Attraverso di esso, in modo complementare a quanto si compie nella Liturgia, la settimana del cristiano, incardinata sulla domenica, giorno della risurrezione, diventa un cammino attraverso i misteri della vita di Cristo, e questi si afferma, nella vita dei suoi discepoli, come Signore del tempo e della storia.
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