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nella vigna ...

Santi Anna e Gioacchino

Concludiamo la giornata che ci ha fatto riscoprire la figura dei Santi Anna e Gioacchino, attraverso l'omelia del Cardinal Tarcisio Bertone:

CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA IN OCCASIONE DELLA FESTA LITURGICA
DEI SANTI GENITORI DELLA BEATA VERGINE MARIA

OMELIA DEL CARDINALE TARCISIO BERTONE

Parrocchia di Sant'Anna in Vaticano
 Giovedì, 26 luglio 2007  
 
Questa Celebrazione Eucaristica ci offre l'occasione per sperimentare la beatitudine di coloro che ascoltano la Parola di Dio; che entrano in relazione viva con il suo disegno di salvezza, attraverso la comunione con il Corpo, Sangue e Anima di Cristo, nostro Salvatore.

"Beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono. In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l'udirono!" (Mt 13, 16-17). Gesù fa sentire ai suoi discepoli la grandezza del dono ricevuto. Ad essi non parla in parabole del regno di Dio. Le parabole velavano una dottrina che l'interpretazione di molti rischiava di distorcere in senso nazionalistico e materiale; ad essi, che erano docili e umili, Gesù comunicava l'esatta interpretazione delle parabole: la felicità e la liberazione è per tutti, soprattutto per gli emarginati, gli ammalati, gli oppressi, i deboli, le donne, gli esclusi, i piccoli, gli stranieri, i poveri; l'origine di questa liberazione terrena ed eterna è Dio, che egli annuncia come Padre, Figlio e Spirito Santo.

Il Dio Trinitario non è un mistero incomprensibile, del quale è meglio non parlare. Il suo mistero è il mistero dell'Amore, nel quale tutti siamo inseriti. Ma per comprenderlo occorre diventare amici di Gesù - come ci invita costantemente a fare il Santo Padre - suoi intimi, suoi discepoli, occorre seguirlo nella sua missione.

Il motivo che ci riunisce intorno all'altare di questa Chiesa parrocchiale del Vaticano, dedicata a Sant'Anna, è la festa patronale. Anna e Gioacchino, esemplari sposi ebrei, hanno vissuto un tempo cruciale della storia della salvezza, nel momento in cui stava per avverarsi la promessa di Dio ad Abramo, e l'umanità stava per ricevere la risposta attesa dai giusti dell'Antico Testamento, che aspettavano la consolazione di Israele.

Abbiamo ascoltato le parole del Salmo 131 sulla fedeltà di Dio alla sua promessa: "Il Signore ha giurato a Davide e non ritratterà la sua parola: "Il frutto delle tue viscere io metterò sul tuo trono!". Il Signore ha scelto Sion, l'ha voluta per sua dimora: "Questo è il mio riposo per sempre; qui abiterò, perché l'ho desiderato"".

Anna e Gioacchino erano senz'altro del numero di quei pii ebrei che aspettavano la consolazione di Israele, e proprio a loro è stato dato un compito speciale nella storia della salvezza: sono stati scelti da Dio per generare l'Immacolata, la quale a sua volta è chiamata a generare il Figlio di Dio.

Conosciamo i nomi dei genitori della Beata Vergine tramite un testo non canonico, il Protovangelo di Giacomo. Essi sono citati nella pagina che precede l'annuncio dell'Angelo a Maria. Questa loro figlia non poteva non irradiare quella grazia tutta speciale della sua immacolatezza, la pienezza di grazia che la preparava per il disegno della maternità divina.

Possiamo immaginare quanto da lei avranno ricevuto questi due genitori, nello stesso tempo in cui esercitavano il loro compito di educatori. Il quadro che sovrasta l'altare di questa chiesa ci fa intuire qualcosa di quello che può essere stato il rapporto tra Sant'Anna e Maria anche nei confronti della Parola di Dio rivelata. Le univano, madre e figlia, oltre ai legami familiari, l'attesa condivisa del compimento delle promesse, la preghiera multiforme dei Salmi, il richiamo di una vita donata a Dio.

Avremo noi gli occhi e gli orecchi aperti per riconoscere un così alto mistero? Chiediamo ai Santi Anna e Gioacchino non solo di vedere e di udire il messaggio di Dio, ma anche di partecipare, con l'amore verso quanti incontreremo, al suo amore, in particolare portando a tutte le nostre famiglie luce e speranza. A Sant'Anna in particolare affidiamo le mamme, soprattutto quelle che sono ostacolate nella difesa della vita nascente o trovano difficoltà nel crescere ed educare i propri figli.

Papa Giovanni Paolo II nel visitare per la prima volta questa sua parrocchia di S. Anna (il 10 dicembre 1978), parlò, per così dire, della casa paterna di Maria, Madre di Cristo; di quella casa in cui, circondata dall'amore e dalla sollecitudine dei suoi genitori, Maria "imparava" da sua madre, come essere madre: "Quando dunque come "eredi della promessa" (cfr Gal 4, 28.31) divina, ci troviamo nel raggio di questa maternità - ha detto il Servo di Dio Giovanni Paolo II -, e quando risentiamo la sua santa profondità e pienezza, pensiamo allora che fu proprio Sant'Anna la prima a insegnare a Maria, sua figlia, come essere madre".

Ma c'è un altro aspetto che vorrei sottolineare: i Santi Anna e Gioacchino possono essere presi come modello anche per la loro santità vissuta in età avanzata. Secondo un'antica tradizione essi erano già anziani quando fu loro affidato il compito di dare al mondo, custodire e allevare la Santa Madre di Dio.

Nella Sacra Scrittura la vecchiaia è circondata di venerazione (2 Mac 6, 23). Il giusto non chiede di essere privato della vecchiaia e del suo peso; al contrario così egli prega: "Sei tu, Signore, la mia speranza, la mia fiducia fin dalla mia giovinezza... E ora nella vecchiaia e nella canizie, Dio, non abbandonarmi, finché io annunzi la tua potenza, a tutte le generazioni le tue meraviglie" (Sal 71 [70], 5-18).

Con la sua stessa presenza, la persona anziana ricorda a tutti, e specialmente ai giovani, che la vita sulla terra è una "parabola" con un suo inizio ed una sua fine: per provare la sua pienezza essa chiede di riferirsi a valori non effimeri e superficiali, ma solidi e profondi.

Purtroppo un gran numero di giovani del nostro tempo si avviano ad una concezione della vita in cui i valori etici diventano sempre più superficiali, dominati come sono da un edonismo imperante. Ciò che preoccupa soprattutto è che le famiglie si disgregano mano a mano che gli sposi giungono all'età matura e avrebbero maggior bisogno di amore, di aiuto e di comprensione vicendevole.

Gli anziani che hanno ricevuto una sana educazione morale dovrebbero dimostrare con la vita e con la loro condotta sul lavoro la bellezza di una sana vita morale. Dovrebbero dimostrare ai giovani la forza profonda della fede che ci hanno trasmesso i nostri martiri, e la bellezza della fedeltà alle leggi divine della morale coniugale.

Tempo fa si è rivolto a me un gruppo di cattolici giapponesi, desiderosi di costituire una Pia Associazione ispirata ai Santi Gioacchino ed Anna, che raggruppa coppie di sposi della così detta "terza età", dedite proprio a promuovere gli ideali di vita che ho appena esposto.
Per terminare desidero proporre a tutti voi qui presenti, la preghiera che essi recitano quotidianamente:

O Santi Gioacchino e Anna,
proteggete le nostre famiglie,
dai promettenti inizi
fino all'età matura,
carica delle sofferenze della vita,
e sorreggetele nella fedeltà
alle solenni promesse.

Accompagnate coloro che, anziani,
si avvicinano all'incontro con Dio.
Addolcite il trapasso, supplicando
per quell'ora la materna presenza
della vostra diletta figlia,
la Vergine Maria,
e del suo divin Figlio: Gesù.
Amen. 

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Il Dolore solo se è accettato e offerto diviene gioia, altrimenti può diventare disperazione. Il maligno tenta sempre di farci imboccare questa strada, che porta alla distruzione di sè e degli altri.
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Questo dolore non è capito dagli uomini, difficilmente ci possono aiutare, di solito LO aumentano!

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Gesù Cristo

Gesù Cristo
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

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Nella Sapienza c’è uno spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile, mobile, penetrante, senza macchia, terso, inoffensivo, amante del bene, acuto, libero, benefico, amico dell’uomo, stabile, sicuro, senz’affanni. 
Onnipotente, onniveggente e che pervade tutti gli spiriti intelligenti, puri, sottilissimi. 
È un’emanazione della potenza di Dio, un effluvio genuino della gloria dell’Onnipotente, per questo nulla di contaminato in essa s’infiltra. 
È un riflesso della Luce perenne, uno specchio senza macchia dell’attività di Dio e un’immagine della sua bontà.

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Le preghiere dei Santi:

Le preghiere dei Santi:
Noi ci affidiamo a te. Non abbandonarci alla tristezza perché tu, Signore, sei con noi sempre. Tu non ci lascerai un istante. Se non avessi steso la mano, quante volte la nostra fede avrebbe vacillato! Tu, Signore, sei sempre intento ad accogliere le nostre confidenze. Aiutaci a non abbatterci nelle sofferenze fisiche e morali. Non permettere di affliggerci fino a perdere la pace interiore. Fa’ che camminiamo con buona fede, senza inquietudini e sconforti. Noi ci affidiamo a te: prendici la mano e guidaci pur per incogniti sentieri. Insegnaci ad affrontare la prova a mente serena, per amore tuo che la permetti. Donaci di acquistare tesori per la santa eternità. (San Pio da Pietrelcina)

Dio, nostro Padre, tu hai tanto amato gli uomini da mandare a noi il tuo unico Figlio Gesù, nato dalla Vergine Maria, per salvarci e ricondurci a te. Ti preghiamo, Padre buono, dona la tua benedizione anche a noi, ai nostri genitori, alle nostre famiglie e ai nostri amici. Apri il nostro cuore, affinché sappiamo ricevere Gesù nella gioia, fare sempre ciò che egli ci chiede e vederlo in tutti quelli che hanno bisogno del nostro amore. Te lo chiediamo nel nome di Gesù, tuo amato Figlio, che viene per dare al mondo la pace. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.(Venerabile Giovanni Paolo II)

Padre santo e giusto, Signore Re del cielo e della terra, ti rendiamo grazie per il fatto stesso che tu esisti, ed anche perché con un gesto della tua volontà, per l'unico tuo Figlio e nello Spirito Santo, hai creato tutte le cose visibili ed invisibili e noi, fatti a tua immagine e somiglianza, avevi destinato a vivere felici in un paradiso dal quale unicamente per colpa nostra siano stati allontanati. (San Francesco di Assisi)

Tu sei grande, Signore, e ben degno di lode; grande è la tua virtù, e la tua sapienza incalcolabile. E l’uomo vuole lodarti, una particella del tuo creato, che si porta attorno il suo destino mortale, che si porta attorno la prova del suo peccato e la prova che tu resisti ai superbi. Eppure l’uomo, una particella del tuo creato, vuole lodarti. Sei tu che lo stimoli a dilettarsi delle tue lodi, perché ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha pace finché non riposa in te. (Sant'Agostino))

“O Dio di grande Misericordia, bontà infinita, ecco che oggi tutta l’umanità grida dall’abisso della sua miseria alla Tua Misericordia, alla Tua compassione, o Dio, e grida con la voce potente della propria miseria. O Dio benigno, non respingere la preghiera degli esuli di questa terra. O Signore, bontà inconcepibile, che conosci perfettamente la nostra miseria e sai che non siamo in grado di innalzarci fino a Te con le nostre forze, Ti supplichiamo, previenici con la Tua grazia e moltiplica incessantemente su di noi la Tua Misericordia, in modo che possiamo adempiere fedelmente la Tua santa volontà durante tutta la vita e nell’ora della morte. L’onnipotenza della Tua Misericordia ci difenda dagli assalti dei nemici della nostra salvezza, in modo che possiamo attendere con fiducia, come figli Tuoi, la Tua ultima venuta...” (Santa Faustina Kowalska))

Affinché coloro che mi guardano non vedano la mia persona, ma Te in me. Rimani con me. Così risplenderò del Tuo splendore e potrò essere luce per gli altri. La mia luce verrà da Te solo, Gesù, non sarà mio nemmeno un piccolo raggio. Sei Tu che illuminerai gli altri attraverso di me. Ispirami la lode che Ti è più gradita, illuminando gli altri attorno a me. Che io Ti annunci non con le parole ma con l'esempio, con la testimonianza dei miei atti, con lo scatto visibile dell'amore che il mio cuore riceve da Te. Amen. (Madre Teresa di Calcutta))

Signore Gesù, tu hai dato la vita per me: io voglio donare la mia a te. Signore Gesù, tu hai detto: «Amore più grande non c'è che dare la vita per gli amici». Il mio supremo amore sei tu. È sera. Il giorno ormai declina. Resta con me Signore. Voglio seguirti portando la mia croce. Signore, vieni in mio aiuto e guidami nel cammino. La tua voce, Signore, ha un'eco profonda nel mio cuore. Gesù, mio Signore e mio Dio, voglio diventare in tutto simile a te, voglio soffrire e morire con te, per raggiungere con te la gioia della risurrezione. Tu, quel gran Dio che l'universo adora, vivi in me giorno e notte. E sempre la tua voce mi implora e mi ripete: «Ho sete, ho sete di amore»! Anch'io voglio ripetere la tua divina preghiera: ho sete d'amore. Io ho sete d'amore! Sazia la mia speranza, accresci in me, o Signore, il tuo ardore divino. Ho sete d'amore! Quale sofferenza, mio Dio, e come grande! Come vorrei volare da te! Il tuo amore, o Gesù, è il mio solo martirio; perché più brucia d'amore, più desidera amarti l'anima mia. Gesù, fa' che io muoia d'amore per te! (Santa Teresa di Gesù Bambino)