Riflettiamo Insieme

nella vigna ...

La passione di Gesu’ alla luce degli scritti di Santa Veronica Giuliani

Meditiamo la Passione di Gesù, in questa Giornata particolare, attraverso una parte dell'opuscolo di Don Sabatino Sciorio, contenente riflessioni tratte dagli scritti di Santa Veronica Giuliani. Cominciamo dall'ora nel Getsemani, quando la Passione comincia a raggiungere il suo stadio più angosciante e reale (ricordiamo che le rimanenti stazioni della Via Crucis del Venerdì, verranno meditate domani):

- AL GETSEMANI
Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: “Pregate, per non entrare in tentazione”. Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e inginocchiatosi, pregava: "Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia ma la tua volontà". Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all'angoscia, pregava più intensamente; ed il Suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra (Lc 22,39-44).

Spunti di riflessione
In preda all'angoscia: L'angoscia di Gesù manifesta non solo il suo stato d'animo, ma soprattutto, la rivelazione di un Dio pieno di misericordia e condiscendenza. Questa angoscia di Gesù, domina tutta la Passione raggiungendo il culmine in quel grido: Dio mio, Dio mio perchè mi hai abbandonato? (Mt 27,46).
Il Suo sudore diventò come gocce di sangue: Luca usa il termine thromboi (coaguli di sangue). Il fenomeno è chiamato ematoidrosi (sudar sangue) a provocarlo ci vuole una spossatezza fisica, accompagnata da una forte scossa morale, causata da una profonda emozione. Lo spavento e l'angoscia terribile di sentirsi carico di tutti i peccati devono aver schiacciato Gesù.

DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Giunto che fu il Signore al monte Oliveto, entrando nell'orto con tre apostoli diede licenza all'orrore dei tormenti e della morte, che entrassero nella Sua innocentissima Umanità; quale subito divenne mestissima, afflitta e in tristezza di morte... nessun conforto veniva somministrato al Signore, anzi... Egli, Sommo Bene, compatendo ai suoi cari figli, si allontanò da loro, acciò non Lo vedessero in tanto dolore". In quell'ora che Egli "faceva orazione nell'orto", "Gli stavano avanti tutti i patimenti... il calice amaro di tutta la Sua SS. Passione", nel medesimo tempo, con fare "sacrificio della sua volontà a quella del Suo Eterno Padre, con tutto che sempre fossero stati uno stesso volere", "si sacrificò per tutti noi". "In quel punto fu al Suo cuore un dolore sì grande, vedendo la perfida ostinazione di tutti gli ostinati e quando poco conto avrebbero fatto del suo preziosissimo sangue. Questo fu il dolore principale che Egli patì nel Suo interno". Allora "l'Eterno Suo Padre Gli fece vedere e sentire in quel punto tutti i patimenti che avevano da patire i suoi Eletti, le anime Sue più care, cioé quelle che si sarebbero approfittate del Suo Sangue e di tutti i patimenti. Egli sentì tanto le pene che questi dovevano patire, che in quel punto", "cadendo con la faccia a terra, entrò in agonia tale che sudò sangue". "Vedendo il gran frutto che doveva essere alle anime elette il Suo sangue, lo volle mandar fuori avanti che i flagelli lo percuotessero". "Questa Sua agonia... l'ebbe sino allo spirare che fece in croce... gli si rinnovò in particolare... quando.ebbe il bacio del tradimento da un suo caro discepolo... quando fu consegnato a quei giovani, che facessero di Lui ciò che volevano... quando fu così empiamente (mal)trattato, che le pene e i tormenti che patì non sono noti a creatura nessuna".
Impegno di vita: Sia fatta la tua volontà (Mt 6,5b). Pater, Ave, Gloria. CANTO

7° - IL BACIO DEL TRADITORE
Mentre egli ancora parlava, ecco una turba di gente; li precedeva colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, e si accostò a Gesù per baciarlo. Gesù gli disse: "Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?" (Lc 22,47-48)

Spunti di riflessione
In questa pericope, viene ribadito con orrore, che Giuda era uno dei Dodici ossia uno dei Suoi.
Giuda con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo? E' l'ultimo appello del divin Maestro al cuore dell'amico infelice. Ma anche quest'ultimo avvertimento cade nel vuoto. Misteri del cuore umano, della debolezza umana! Da quel giorno nessuno vorrà sentirsi chiamare Giuda, anche se molti ne seguono l'agire...

DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Quando... (Gesù) ricevette il bacio del tradimento, fu all'Umanità SS. una pena così grande! Non solo per vederSi tradire ora da un Suo discepolo, ma in quel punto, in quell'atto ricevette i tradimenti, senza numero, avuti da anime più beneficate".
"Questo sì che gli (tra)passava il cuore, e sentiva tanta pena, più che degli oltraggi che Gli facevano". Impegno di vita: Fate del bene a coloro che vi odiano (Lc 6,28). Pater, Ave, Gloria. CANTO

8° - LA CATTURA
Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: "Signore, dobbiamo colpire con la spada? "E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio destro. Lasciate, basta così! E toccandogli l'orecchio, lo guarì! Poi disse a coloro che eran venuti contro, sommi sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: "Siete usciti con spade e bastoni come contro un brigante? Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete steso le mani contro di me; ma questa é la vostra ora, è l'impero delle tenebre" (Lc 22,4953) Spunti di riflessione
Gesù nega ogni tipo di azione che faccia ricorso alle armi, perciò rifiuta l'atteggiamento del partito degli zeloti, i quali volevano instaurare il Regno di Dio con la forza.
E' l'impero delle tenebre: è il momento culminante della lotta tra Gesù e Satana.

DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Il Signore andò incontro ai suoi nemici con amore sviscerato". "Ognuno faceva a gara per percuoterlo nella bocca, di dargli pugni negli occhi, di sputargli in faccia; ed Esso come mansueto agnello, tacendo, soffriva tutto con amore e per amore". I persecutori... tutti sdegno e furore, Esso era tutto obbedienza e zelo della loro salute; essi tutti a gara in percuoterlo, Esso tutto silenzio e carità; essi tutti odio, ed Egli tutto benigno, li mirava con sguardi amorosi, sopportava tutto con sapienza e sempre intento a fare la volontà SS. del Suo Eterno Padre. "Quei soldati e turba di gente, (che) l'ebbero preso e legato "con corde, ambedue le gambe e braccia e... con catene nel collo e nella cintura", "fecero sì che quelli che lo menavano passassero avanti, ed ognuno di essi Gli diedero la percossa, chi con pugni, chi con urtoni, chi con calci, chi con bastoni, chi tirandogli dei sassi, chi del fango" "facendo a gara chi poteva percuoterlo più". “Fu tale che il tormento che ebbe il pietoso Gesù, che fu un miracolo, che non morisse allora”. Uscito dall'orto "Lo fecero camminare dentro il fiume; ed i soldati stavano sopra il ponte di esso e Lo tiravano con corde e catene, ora in quò, ora in là; ed Esso si feriva tutti i piedi, per quelle pietre ed altre cose moleste che stavano dentro quella fiumana".
Impegno di vita: Pregate per coloro che vi maltrattano (Lc 6,28). Pater, Ave, Gloria. CANTO

9° - GESU' DAVANTI AD ANNA
Condussero (Gesù) prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa... interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina. Gesù gli rispose: “Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio... e non ho mai detto nulla di nascosto. Perchè interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che lo ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto”. Aveva appena detto questo, che una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: "Così rispondi al sommo sacerdote?" Gli rispose Gesù: "se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene perchè mi percuoti? " (Gv 18,13.19-23).

Spunti di riflessione
Chi diede lo schiaffo/percossa a Gesù? Il Vangelo parla di una guardia. Qualche Padre della Chiesa, come S. Giovanni Crisostomo e qualche scrittore, Ollivier, affermano che sia stato Malco (Gv 18,10), immemore ed ingrato dopo la guarigione ottenuta nell'orto degli ulivi.
Schiaffo, Gr rapisma indica percossa a mano armata. Non è inverosimile l'ipotesi dello schiaffo a mano armata con la "chirotea coriacea", una specie di guanto durissimo. Gesù veniva colpito sul volto espressione dell'intelligenza e della dignità. E' come annullare l'onore di una personalità. Lo schiaffo del servo rappresenta la risposta brutale degli ebrei e dell'umanità dinanzi alla Rivelazione di Cristo.

DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Nel primo (tribunale) Gesù patì molto stantechè l'avevano preso così furiosamente e con tali strapazzi, che mente umana non può capire. Fra le altre mie pene, lo patii - disse Gesù a S. Veronica Giuliani - di molto avanti la porta del palazzo di Anna. Qui mi fecero cadere e, per molte volte, mi batterono il capo in terra ove dalla Mia bocca uscì molto sangue" (32).
Impegno di vita: Beati voi quando vi insulteranno (Mt 5,11 a). Pater, Ave, Gloria. CANTO

10° - LA TESTIMONIANZA DI GESU’ DAVANTI A CAIFA
Allora Anna lo mandò legato a Caifa, sommo sacerdote (Gv 18,24). II sommo sacerdote gli disse: “Ti scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio”. Tu l'hai detto, gli rispose Gesù, anzi lo vi dico: d'ora innanzi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra del Padre e venire sulle nubi del cielo. Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: "Ha bestemmiato!... ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?" E quelli risposero: “E' reo di morte”. Allora gli sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono; altri lo bastonavano (Mt 26,63-67).

Spunti di riflessione
Stracciò le vesti. II gesto di stracciarsi le vesti era in Israele segno di dolore e di lutto (cfr Is 37,1). "Gesù si rivendica la dignità di giudice universale. Egli aveva sempre occultato la messianità. Ora, per la prima volta, svela il mistero della Sua persona, che supera la comune attesa giudaica del Messia, perché si attribuisce una dignità divina, qualificandosi il giudice escatologico. Ma tale rivelazione più completa della Sua misteriosa identità comporta per gli avversari un ammonimento. II Messia incompreso ed umiliato, alla fine dei tempi, sarebbe stato il loro giudice".

DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Più tormentato ed afflitto di prima... fu presentato al secondo tribunale... il Suo divino volto (era) tutto livido, per la percossa che ebbe dello schiaffo che gli fu dato" “da quella mano di ferro”. "Patì più nel Suo interno, vedendo la grande ingratitudine di quello che glielo diede, al quale poco fa aveva fatto beneficio, con risanargli l'orecchio; e che ora lo percuoteva così alla traditora".
Impegno di vita: Beati voi quando... mentendo diranno ogni sorte di male contro di voi per causa mia (Mt 5,11). Pater, Ave, Gloria. CANTO

11 ° - LA PRIGIONIA
Gli uomini che avevano in custodia Gesù lo schernivano e lo percuotevano, lo bendavano e gli dicevano: "Indovina: chi ti ha colpito? "E molti altri insulti dicevano contro di lui (Lc 22,63-65).

Spunti di riflessione
L'uso insistente dell'imperfetto, in questa pericope, vuole esprimere il tempo prolungato degli oltraggi. E molti altri insulti... esprimono il comportamento irrispettoso contro l'Inviato di Dio.

DAGLI SCRITT1 DI SANTA VERONICA GIULIANI
Quando "tutti gli Scribi, i Farisei e i Capi andarono a riposare", "consegnarono Gesù in mano e potere di gente più barbara, iniqua ed odiosa vi fosse". “Pare... che negli occhi e nella bocca Santissima di Gesù vi ponessero cose immonde e gli scarpissero ad uno ad uno con violenza tutte le palpebre; mettessero dentro agli occhi cose ben pungenti, così dentro le orecchie. Fu maggiore questa pena che non fu quando gli passavano il capo con le spine”. Questi giovani “Lo trattarono tanto male e Gli fecero tanti strapazzi e cose tutte inumane, che Iddio non ha voluto che si sappiano, perché mente umana non le potrebbe credere. Tutto ciò si saprà nel giorno del Giudizio”. Impegno di vita: A chi ti percuote sulla guancia porgi anche l'altra (Lc 6,29). Pater, Ave, Gloria. CANTO

12° - GESU' CONSEGNATO A PILATO
Venuto il mattino, tutti i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Poi messolo in catene lo condussero e consegnarono al governatore Pilato (Mt 27,1-2).

Spunti di riflessione
Il processo religioso si concluse con la consegna di Gesù a Pilato. E' la consegna del giusto innocente nelle mani dei pagani (cfr Mt 20,19).

DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
“La sua faccia non pareva più di creatura (uomo), ma era tutta livida da pugni, da schiaffi, da urtoni che Gli davano, in quel mentre, tutte le genti”.
Impegno di vita: Chiunque ascolta queste Mie parole e non le mette in pratica, é simile ad un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande (Mt 7,26-27). Pater, Ave, Gloria. CANTO

13° - GESU' DAVANTI AD ERODE
Pilato domandò a (Gesù) se era Galileo e, saputo che apparteneva alla giurisdizione di Erode, lo mandò da Erode... Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto, perché da molto tempo desiderava vederlo per averne sentito parlare e sperava di vedere qualche miracolo fatto da Lui. Lo interrogò con molte domande, ma Gesù non gli rispose nulla. C'erano là anche i sommi sacerdoti e gli scribi, e lo accusavano con insistenza. Allora Erode, con i suoi soldati, lo insultò e lo schernì, poi lo rivestì di una splendida veste e lo rimandò a Pilato (Lc 23,611).

Spunti di riflessione
Splendida veste/veste sgargiante, Gr lampran. Era un indumento molto appariscente usato in Oriente, da insigne personalità, in occasioni solenni. Presso i Romani, la veste bianca simboleggiava aspirazioni alle cariche; presso i Persiani era riservato agli dei, ma si costumava anche in quei tempi, di far indossare vesti bianche a dei poveri pazzi. Questo fu l'intento di Erode, con quella veste, deriso da tutti, é ricondotto da Pilato.

DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI

“Il re Erode lo schernì con tutta la sua corte”. “Oh Dio non posso con le parole scrivere tutto! Solo dico che non davano tempo al tempo; ma che in un subito si scaricava sopra di Gesù ogni sorte di tormenti e pene”. "Dopo che tutti (ebbero percosso e maltrattato, Gli misero quella veste bianca e lo rimandarono da Pilato".
Impegno di vita: Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel cuore (Mt 5,28). Pater, Ave, Gloria. CANTO

l4° - PILATO DICHIARA GESU' INNOCENTE
Pilato riuniti i sommi sacerdoti, le autorità e il popolo, disse: “Mi avete portato quest'uomo come sobillatore del popolo, ecco l'ho esaminato davanti a voi ma non ho trovato in lui nessuna colpa di quelle di cui lo accusate, e neanche Erode, infatti ce l'ha rimandato. Ecco Egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò dopo averlo severamente castigato lo rilascerò” (Lc 23,13-16).

Spunti di riflessione
Pilato, anche se riconosce l'innocenza di Gesù, consegna Cristo alla volontà dei Giudei. Luca ci fa comprendere che l'iniziativa dei Giudei trova complicità nella politica di Pilato.

DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Quante percosse ebbe! Sono senza numero. Ognuno lo disprezzava ed, avendolo percosso, faceva(no) gran festa", "mentre Gli tiravano le orecchie, lo facevano con tal rabbia, che ne portarono via dei pezzi". Impegno di vita: Non chi mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei Cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che é nei Cieli (Mt 7,21). Pater, Ave, Gloria. CANTO

15° - LA FLAGELLAZIONE
Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare (Gv 19,1).

Spunti di riflessione
Presso gli Ebrei la flagellazione non doveva superare i quaranta colpi di flagello; come garanzia se ne davano trentanove. Gesù é punito sotto la giurisdizione romana che non ammetteva limiti. Gesù fu torturato "mediante una robusta frusta alla cui estremità vi erano code di cuoio, appesantite da pallottoline di metallo o dotate di punte aguzze di osso, legno duro e schegge di ferro". Il flagello era uno strumento crudelissimo di tortura. Orazio definì il flagello: "horribile Ragellum". I romani flagellavano schiavi, traditori e criminali civili più colpevoli. Spesso la flagellazione era più orribile della crocifissione. Racconta Cicerone che Verre aveva fatto subire la "verberatio" al cittadino romano Servilio. Mentre Servilio parla in tribunale per discolparsi, "sei littori robustissimi ed espertissimi a battere e percuotere uomini, lo colpivano crudelissimamente con verghe; alla fine il primo littore Sestio... rovesciato il bastone, cominciò a pestare con somma veemenza gli occhi al misero. Costui, essendoglisi riempito di sangue il viso e gli occhi, cadde giù, ma, nonostante tutto, gli si pestarono i fianchi anche dopo stramazzato, affinché una buona volta dicesse di promettere. Ridotto in tale stato, per allora fu portato via di là come morto; poco dopo morì". Così i romani trattavano i propri cittadini. Cosa avranno fatto per Gesù? Veramente fu un impero di ferocia.

DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
Gesù, stando legato alla colonna, con quella gran carneficina sopra quel divinissimo Corpo, quei carnefici diedero con i flagelli un colpo nel capo di lui e con essi flagelli gli portarono via tutta la palpebra dell'occhio destro, cagionandoGli un dolore di spasimo dentro l'occhio" "Gli portarono via, in più luoghi, pezzi di carne, in specie, tutta la polpa dei bracci tanto che si vedeva l'osso". “Vedi quanto ho fatto per te?". "Lo tormentava più l'ingratitudine, che non... i flagelli". "Non erano le catene né le corde che lo tenevano così legato, ma la volontà del Suo Eterno Padre, così voleva; e stando legato con questo vincolo d'amore, uniforme a quel volere divino, lasciava il suo divinissimo Corpo sotto sì barbara carneficina. Lo tormentava l'amore... lo batteva, lo piagava, lo crocifiggeva!".
Impegno di vita: Il corpo non è per l'impudicizia (1 Cor 6,13). Pater, Ave, Gloria. CANTO

16° - LA CORONAZIONE DI SPINE
I soldati intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: "Salve, re dei giudei!" E Gli davano schiaffi (Gv 19,2-3).

Spunti di riflessione
Le spine usate dai soldati sembra che siano o il giunco marino o il rhamnus nabeca. Questa calotta di spine, conficcata a colpi di bastone Gli fece perdere molto sangue. “I soldati proclamano Gesù re per burla, parodiando I'intronizzazione dell'imperatore ma a loro insaputa attuano la regalità del Figlio di Dio, fattosi uomo... indicata dalla corona di spine, dal manto di porpora e dall'acclamazione”. Essere re come Gesù, significa rinunciare ad ogni potere e dominio e, mettersi al servizio dei fratelli.

DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
“In quel punto che fu coronato di spine”, “se noi l'avessimo veduto, in tal patire, saremmo morti di compassione e di dolore, vedendo quel capo coperto di sangue e tutto passato di spine... Le spine che più lo tormentavano, erano quelle che Gli passavano per il cervello, gli occhi e tutte le parti più sensitive ... al pari del dolore esterno, fu più grande quello interno”; "i persecutori non si saziavano di tormentarlo... Essi con odio, Egli con amore; essi lo oltraggiavano, con bestemmie ed avvilimenti, ed Egli, con carità ed amore, pregava il Suo Eterno Padre, per tutti noi"; "vedeva non si aveva a far conto di un così grande prezzo del suo sangue. Fra questi ingrati vi ero anch'io; e gli apportavo più tormento io sola, che non tutte quelle spine".
Impegno di vita: Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato (Lc 14,1 1). Pater, Ave, Gloria. CANTO

17° - LA CONDANNA A MORTE
Pilato cercava di liberarlo; ma i Giudei gridarono: "Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque infatti si fa re si mette contro Cesare..." Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi allora presero Gesù ed egli portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio detto in ebraico Golgota" (Gv 19,12.16-17).

Spunti di riflessione
Pilato cercava... si mette contro Cesare: appare il dilemma di Pilato, l'uomo integrato nel sistema del potere: o mettere in pericolo la propria posizione o sacrificare l'uomo. Contro la propria convinzione condanna l'uomo pur di mantenere la propria carica.
Egli portando la croce. Gr Kai bastazon heauto ton stauron. Tale espressione andrebbe tradotta meglio con "ed egli, caricandosi della croce". Infatti l'evangelista Giovanni vuole sottolineare la volontarietà della morte del Cristo: si carica della croce perché ha fretta di manifestare al mondo l'amore di Dio per l'uomo. "Il condannato passava, lungo la via per arrivare al Calvario, tra due fitte ali di gente che avevano il diritto di insultarlo, di percuoterlo. Di solito la gentaglia presente buttava per terra, pestava, trascinava, sputava addosso al condannato. Era anche questa una misura per accelerare la morte... La sofferenza diventava atroce quando lo buttavano a terra, gli davano calci... Il tragitto era breve, (la Torre Antonia dal Calvario distava al massimo 600-700 metri) ma diventava dolorosissimo per il trattamento bestiale a cui era sottoposta la vittima" (60).

DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Quando portò la croce" Gesù sentiva "il dolore... non solo nella spalla, ma in tutta la vita... nel capo, per la puntura delle spine; nei bracci, per le legature delle corde; nella schiena, per le percosse e gli urtoni che gli davano; nella faccia, per i pugni e guanciate che riceveva; nella bocca, per gli sputi", "polvere", "e sporcizie che vi mettevano; nelle gambe e nei piedi, per i calci e bastonate che gli davano"; "chiunque farà qualche cosa - disse Gesù a S. Veronica Giuliani - in memoria di questi patimenti occulti (non conosciuti) gli concederò qual grazia mi domanderanno". Gesù "non potendo fare un passo, per la pena che sentiva, riversarono sopra di lui (ogni genere di) percosse... ed Esso, come mansueto Agnello... in silenzio... (era) solo ansioso di arrivare al Calvario, per essere ivi crocifisso e morto, per riscatto delle anime nostre". Durante la "prima caduta che Gesù fece con la croce in spalla, ivi, non vi era Maria Santissima in persona, era lontana; ma con tutto ciò, in spirito, vedeva tutto, sentiva in sé tutte le pene del Figlio". Maria "quando incontrò il suo Figlio Gesù colla croce", (patì molto). “Si abbracciarono insieme Figlio e Madre; e quei due cuori trafitti, si unirono in un solo cuore conforme alla divina volontà, e si stabilirono di stare, sino all'ultimo respiro, fermi e disposti al decreto divino; uniformi in volere, e tutti attenti alla nostra redenzione. Maria Santissima é stata coadiutrice al suo Figlio Santissimo; tutto ciò che faceva il Figlio, lo faceva lei; tutto ciò che pativa il Figlio lo pativa lei; ma le pene maggiori... erano... quelle che pativano intimamente nell'anima e nel cuore. Vedevano le creature tutte e il poco conto che avrebbero fatto di un prezzo così grande e di tanti meriti infiniti, e quanti e quanti non volevano prevalersene”. "Stando Gesù con un peso così grande sulle spalle sue, non poteva fare un passo, e stava in agonia; perché questa da che l'ebbe nell'Orto quando sudò sangue, non gli si partì mai e stiede sempre, in tutta la sua Passione, in agonia, patendo pene così atroci, come é descritto da tutti gli Evangelisti. Noi non possiamo arrivare a penetrare il suo patire". "Nella terza caduta che fece (Gesù), mentre andava al Calvario, i perversi nemici gli attizzarono addosso i cani, ed uno di essi, gli fece una ferita mortale in un braccio... che si vedeva l'osso".
Impegno di vita: Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male (Rm 12,21). Pater, Ave, Gloria. CANTO

18° - SULLA VIA DEL CALVARIO
Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù voltandosi verso le donne disse: "Figlie di Gerusalemme, non piangete su di Me ma piangete su voi stesse e sui vostri figli" (Lc 23,2728).

Spunti di riflessione
Le parole di Gesù alle "Figlie di Gerusalemme" svelano il significato profondo di quello che sta succedendo: nella morte di Gesù si decide il destino storico del popolo di Dio.

DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
“Quando Santa Veronica (la donna della via crucis), mossa da compassione, diede a Gesù quell'asciugatoio, per asciugarsi la faccia... Esso era caduto, per la terza volta, in terra sotto la croce, e aveva il Suo santissimo volto tutto coperto di sangue, di polvere, di fango e di sputi. Mentre tutte le creature correvano chi per curiosità, chi per oltraggiare Gesù, Ella, questa matrona e serva che stava sulla porta della sua casa per vedere tutto il successo di tal novità, vedendoLa e dandoLe Egli un'occhiata, si cavò l'asciugatoio (il panno) che aveva in capo, e senza riguardo alcuno, lo porse a Gesù, perché si riasciugasse il volto. Maria Santissima era ivi, ma incognita, e nessuna la vedeva (= conosceva). Fu Ella però che riasciugò il volto al Figlio, e poi rese l'asciugatoio alla donna la cui anima restò, in quell'atto di carità santificata; ed ebbe nelle sue mani la vera effige della faccia di Gesù, ma molto più nell'anima Iddio medesimo”. "Quei carnefici gli levarono la croce di spalla, non per carità, ma perché avevano paura che non arrivasse vivo al Calvario". "Non era la gravezza del legno, che così spesso lo faceva cascare, ma bensì, la gravezza delle colpe e delle ingratitudini di tutto il mondo... O amore grande di Dio! lo, coll'ingratitudine lo conducevo alla morte e morte di croce, ed Esso con amore infinito sborsava tutto il suo sangue per l'anima mia".
Impegno di vita: Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia (Mt 5,7). Pater, Ave, Gloria. CANTO

19° - LA CROCIFISSIONE
Quando giunsero al luogo detto il Cranio, là crocifissero Gesù e i due malfattori (Lc 23,33).

Spunti di riflessione
"Non siamo in grado, oggi, di determinare con esattezza le varie particolarità della crocifissione. Se vi era una tecnica comune, si potevano avere variazioni arbitrarie in ogni fatto singolo a secondo delle circostanze di tempo e di luogo... c'é chi ha sostenuto che il condannato veniva inchiodato alla croce intera distesa per terra e poi faticosamente elevata. Questa rappresentazione non é solo popolare ma anche sostenuta da nomi insigni come sant'Anselmo... (Altra) tecnica della crocifissione, allo stato attuale delle conoscenze passiologiche, é la seguente: il condannato portava solo il patibulum al luogo del supplizio; qui giunto veniva spogliato, e poi confitto nelle mani sul patibulum, (legno trasversale) collocato a terra. Dopo questa prima operazione, a mano e con vari attrezzi, il patibulum con il corpo del condannato veniva sollevato e fissato allo stipite già precedentemente piantato sul posto; stabilito l'innesto del patibulum e legato il corpo alla croce si procedeva all'inchiodazione dei piedi".

DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Arrivato al Calvario, (i carnefici) spogliatolo delle sue vesti, gli rinnovarono tutte le piaghe, e poi, gli cavarono la corona di spine, e gliela rimisero con doppio patire". "Patì (molto) quando (i suoi crocifissori) rivoltarono la croce sossopra per ribattere i chiodi" "che gli avevano messi nelle mani e piedi". I crocifissori "misero la croce in quella buca e la calarono giù" "con tale empietà", "che in quell'istante si rinnovarono nel corpo di Gesù tutte le pene. Si strapparono i nervi", e "si riaprirono tutte le piaghe". "Stando sulla croce, il suo Cuore Santissimo provò tutti i tormenti che ebbe l'Umanità Sua, ed anche sentì in sé tutte le pene e i dolori della Sua Santissima Madre; e tutti quelli che dovevano patire i suoi Eletti". "Mentre stava sulla croce... il maggior patire che (ebbe fu) quell'abbandono interno. Le pene, la croce, i chiodi, erano come delizie al pari delle pene che pari nel suo interno". "Ebbene che vuoi più di quello che io faccio per te? Eccomi confitto in questa croce, per tuo amore". "L'Umanità Santissima... stava tutta attenta per offrire per noi tutta se stessa; e con che amore lo faceva! Questo fu tanto ardente, che lo dimostrò in tutto, specialmente però, pregando il Suo Eterno Padre, perché volesse perdonare a quelli medesimi carnefici, con scusargli, che non sapevano che cosa si facessero". "Sotto la croce... (Maria Santissima pari molto) nel vedere il Suo amato Figlio... pendente in croce. Ella partecipava dei medesimi tormenti, non per via dei carnefici, come Gesù, ma ... per via di amore e di dolore ... Il Cuore di Gesù, e il Cuore di Maria stavano ambedue uniti in pena ed in amore, e si offrivano a Dio Padre, per tutti noi mortali".

Impegno di vita: Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici (Gv 15,13). Pater, Ave, Gloria. CANTO

20° - IL PERDONO DI GESU’
Gesù diceva: "Padre perdonali perché non sanno quello che fanno" (Lc 23,34).

Spunti di riflessione
Gesù, dalla cattedra della croce, come celebre maestro, insegnò al mondo, in sette parole, la dottrina più alta del Suo amore. Il termine Gr eleghen (diceva) indica un'azione continuata. Mentre veniva crocifisso, Gesù invocava il perdono del Padre. Perdono esteso agli uomini di tutti i tempi.

DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Nella prima parola (Gesù) ci raccomanda la carità verso i nemici".
Impegno di vita: Se voi perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro Celeste perdonerà anche a voi (Mt 6,14). Pater, Ave, Gloria. CANTO

21 ° - LA PROMESSA DI GESU’
In verità ti dico, oggi sarai con Me in Paradiso (Lc 23,43).

Spunti di riflessione
II peccatore pentito ebbe il privilegio di essere il primo frutto della salvezza che la croce di Cristo portò al mondo. DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI "Nella seconda (parola, ci raccomanda) la misericordia verso i peccatori".
Impegno di vita: Quelle cose che occhio non vide né orecchio udì né mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano (1 Cor 2,9). Pater, Ave, Gloria. CANTO

22° - IL DONO DELLA MADRE
Gesù vedendo la Madre, e lì accanto a Lei il discepolo che Egli amava, disse alla Madre: "Donna, ecco tuo figlio". Poi al discepolo: "Ecco la tua Madre!" E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa (Gv 19,26-27).

Spunti di riflessione
La prese... casa, Gr elaben eis tà idia può significare anche "la prese con sé" oppure "la prese tra le sue cose più care". "L'evangelista utilizza qui uno schema di rivelazione, normalmente composto dai seguenti elementi principali: la visione di una persona (Gesù vede Maria), la frase rivelatrice, introdotta dalla particella ecco. Sicché la frase pronunciata da Gesù: Donna, ecco tuo figlio svela un mistero: Maria diventa qui la Madre, non soltanto del discepolo prediletto, ma di tutti coloro che egli rappresenta. In tal senso l'evangelista riporterebbe una vera rivelazione della maternità spirituale di Maria che vede radunarsi attorno a sé i suoi figli".

DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Nella terza (parola, ci raccomanda) la pietà verso i genitori".
Impegno di vita: Accogliete Maria nella vostra vita (Giovanni Paolo II). Pater, Ave, Gloria. CANTO

23° - LA SETE
Ho sete (Gv 19,28). Spunti di riflessione Ho sete: Gesù chiede l'accoglienza della Sua Parola. Dimostra che il Suo Amore non é stato vinto dall'odio. Perché l'uomo non si perda é sempre aperto al perdono.

DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Nella quarta (parola, ci raccomanda) il desiderio della salute dei prossimi".
Impegno di vita: Chi riconduce un peccatore dalla sua vita di errore, salverà la sua anima dalla morte (Gc 5,20). Pater, Ave, Gloria. CANTO

24° - L'ABBANDONO
Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato? (Mt 27,46).

Spunti di riflessione
Gesù, l'abbandonato, si abbandona fiduciosamente nelle mani del Padre. Mistero d'Amore.

DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
Nella quinta parola Gesù "palesò il suo cuore e narrò il suo affanno avanti alla Maestà divina" e ci raccomanda “l'orazione nelle tribolazioni e quando pare che Iddio ci abbia abbandonato”.
Impegno di vita: Chiunque vive e crede in Me, non morrà in eterno (Gv 11,26). Pater, Ave, Gloria. CANTO

25° - IL COMPIMENTO
Tutto é compiuto (Gv 19,30).

Spunti di riflessione
Con questa parola Gesù dava compimento alla sua grande opera predetta dai profeti.
DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Nella sesta (parola, ci raccomanda) l'obbedienza e la perseveranza".
Impegno di vita: Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime (Lc 21,19). Pater, Ave, Gloria. CANTO

26° - LA CONSEGNA
Padre nelle tue mani consegno il Mio spirito (Lc 23,46). "Chinato il capo spiri" (Gv 19,30).

Spunti di riflessione
Chinato il capo: gesto dell'obbedienza.
Spirò, Gr paredoken tò pneuma: letteralmente corrisponde a "effuse lo Spirito"; inaugura l'era dello Spirito Santo al momento della sua dipartita.

DAGLI SCRITTI DI SANTA VERONICA GIULIANI
"Nella settima (parola, ci raccomanda) la perfetta rassegnazione a Dio". "Dall'altare della croce ci fece intendere lo sviscerato Suo amore. Esso aveva compito tutto; restava a noi cominciare con l'Essere che Esso ci dava".
Impegno di vita: Se moriamo con Cristo, vivremo anche con lui (2 Tim 2,11). Pater, Ave, Gloria. CANTO

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Sezione dedicata alla nostra amica Patrizia:

Il Dolore solo se è accettato e offerto diviene gioia, altrimenti può diventare disperazione. Il maligno tenta sempre di farci imboccare questa strada, che porta alla distruzione di sè e degli altri.
La domanda, il grido ci salva, perchè, come un bambino quando invoca la mamma è aiutato da lei, a maggior ragione o tanto più la nostra Mamma Celeste viene in nostro soccorso, portandoci lo Spirito Consolatore che ci fa ritornare la speranza.

Questo dolore non è capito dagli uomini, difficilmente ci possono aiutare, di solito LO aumentano!

Solo TU Signore ci comprendi totalmente, perchè siamo opera Tua. Fa' o Signore che possiamo amare anche chi non comprendiamo o non ci comprende, grazie. (Patrizia)

Gesù Cristo

Gesù Cristo
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

Riflettiamo

Impariamo a soffermarci sulle parole e meditiamone il loro significato

L'importanza della preghiera

Chi prega, certamente si salva; chi non prega certamente si danna. Tutti i beati, eccettuati i bambini, si sono salvati col pregare. Tutti i dannati si sono perduti per non pregare; se pregavano non si sarebbero perduti. E questa è, e sarà la loro maggiore disperazione nell’inferno, l’aversi potuto salvare con tanta facilità, quant’era il domandare a Dio le di lui grazie, ed ora non essere i miseri più a tempo di domandarle

(Sant'Alfonso Maria De' Liguori)

Accrescere la cultura

«Io voglio vivere per Gesù e per la Chiesa. La scienza che serve a farmi vivere sempre più per il Signore e per la Chiesa è la cultura della mia vita e tutta la mia vita di cultura». Ogni giorno, ogni ora, ogni istante io sento il bisogno di accrescere le mie conoscenze. E la Chiesa è una fonte inesauribile di vita e di cultura per me!».

(San Pio da Pietrelcina)

Il dono della Sapienza

Nella Sapienza c’è uno spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile, mobile, penetrante, senza macchia, terso, inoffensivo, amante del bene, acuto, libero, benefico, amico dell’uomo, stabile, sicuro, senz’affanni. 
Onnipotente, onniveggente e che pervade tutti gli spiriti intelligenti, puri, sottilissimi. 
È un’emanazione della potenza di Dio, un effluvio genuino della gloria dell’Onnipotente, per questo nulla di contaminato in essa s’infiltra. 
È un riflesso della Luce perenne, uno specchio senza macchia dell’attività di Dio e un’immagine della sua bontà.

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Le preghiere dei Santi:

Le preghiere dei Santi:
Noi ci affidiamo a te. Non abbandonarci alla tristezza perché tu, Signore, sei con noi sempre. Tu non ci lascerai un istante. Se non avessi steso la mano, quante volte la nostra fede avrebbe vacillato! Tu, Signore, sei sempre intento ad accogliere le nostre confidenze. Aiutaci a non abbatterci nelle sofferenze fisiche e morali. Non permettere di affliggerci fino a perdere la pace interiore. Fa’ che camminiamo con buona fede, senza inquietudini e sconforti. Noi ci affidiamo a te: prendici la mano e guidaci pur per incogniti sentieri. Insegnaci ad affrontare la prova a mente serena, per amore tuo che la permetti. Donaci di acquistare tesori per la santa eternità. (San Pio da Pietrelcina)

Dio, nostro Padre, tu hai tanto amato gli uomini da mandare a noi il tuo unico Figlio Gesù, nato dalla Vergine Maria, per salvarci e ricondurci a te. Ti preghiamo, Padre buono, dona la tua benedizione anche a noi, ai nostri genitori, alle nostre famiglie e ai nostri amici. Apri il nostro cuore, affinché sappiamo ricevere Gesù nella gioia, fare sempre ciò che egli ci chiede e vederlo in tutti quelli che hanno bisogno del nostro amore. Te lo chiediamo nel nome di Gesù, tuo amato Figlio, che viene per dare al mondo la pace. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.(Venerabile Giovanni Paolo II)

Padre santo e giusto, Signore Re del cielo e della terra, ti rendiamo grazie per il fatto stesso che tu esisti, ed anche perché con un gesto della tua volontà, per l'unico tuo Figlio e nello Spirito Santo, hai creato tutte le cose visibili ed invisibili e noi, fatti a tua immagine e somiglianza, avevi destinato a vivere felici in un paradiso dal quale unicamente per colpa nostra siano stati allontanati. (San Francesco di Assisi)

Tu sei grande, Signore, e ben degno di lode; grande è la tua virtù, e la tua sapienza incalcolabile. E l’uomo vuole lodarti, una particella del tuo creato, che si porta attorno il suo destino mortale, che si porta attorno la prova del suo peccato e la prova che tu resisti ai superbi. Eppure l’uomo, una particella del tuo creato, vuole lodarti. Sei tu che lo stimoli a dilettarsi delle tue lodi, perché ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha pace finché non riposa in te. (Sant'Agostino))

“O Dio di grande Misericordia, bontà infinita, ecco che oggi tutta l’umanità grida dall’abisso della sua miseria alla Tua Misericordia, alla Tua compassione, o Dio, e grida con la voce potente della propria miseria. O Dio benigno, non respingere la preghiera degli esuli di questa terra. O Signore, bontà inconcepibile, che conosci perfettamente la nostra miseria e sai che non siamo in grado di innalzarci fino a Te con le nostre forze, Ti supplichiamo, previenici con la Tua grazia e moltiplica incessantemente su di noi la Tua Misericordia, in modo che possiamo adempiere fedelmente la Tua santa volontà durante tutta la vita e nell’ora della morte. L’onnipotenza della Tua Misericordia ci difenda dagli assalti dei nemici della nostra salvezza, in modo che possiamo attendere con fiducia, come figli Tuoi, la Tua ultima venuta...” (Santa Faustina Kowalska))

Affinché coloro che mi guardano non vedano la mia persona, ma Te in me. Rimani con me. Così risplenderò del Tuo splendore e potrò essere luce per gli altri. La mia luce verrà da Te solo, Gesù, non sarà mio nemmeno un piccolo raggio. Sei Tu che illuminerai gli altri attraverso di me. Ispirami la lode che Ti è più gradita, illuminando gli altri attorno a me. Che io Ti annunci non con le parole ma con l'esempio, con la testimonianza dei miei atti, con lo scatto visibile dell'amore che il mio cuore riceve da Te. Amen. (Madre Teresa di Calcutta))

Signore Gesù, tu hai dato la vita per me: io voglio donare la mia a te. Signore Gesù, tu hai detto: «Amore più grande non c'è che dare la vita per gli amici». Il mio supremo amore sei tu. È sera. Il giorno ormai declina. Resta con me Signore. Voglio seguirti portando la mia croce. Signore, vieni in mio aiuto e guidami nel cammino. La tua voce, Signore, ha un'eco profonda nel mio cuore. Gesù, mio Signore e mio Dio, voglio diventare in tutto simile a te, voglio soffrire e morire con te, per raggiungere con te la gioia della risurrezione. Tu, quel gran Dio che l'universo adora, vivi in me giorno e notte. E sempre la tua voce mi implora e mi ripete: «Ho sete, ho sete di amore»! Anch'io voglio ripetere la tua divina preghiera: ho sete d'amore. Io ho sete d'amore! Sazia la mia speranza, accresci in me, o Signore, il tuo ardore divino. Ho sete d'amore! Quale sofferenza, mio Dio, e come grande! Come vorrei volare da te! Il tuo amore, o Gesù, è il mio solo martirio; perché più brucia d'amore, più desidera amarti l'anima mia. Gesù, fa' che io muoia d'amore per te! (Santa Teresa di Gesù Bambino)