Io ho sempre vivo nel cuore il rammarico di sapervi lontano; e solo mi conforta che abbiate conservato in voi qualche cosa di me; non perché valga nulla, ma per quel contenuto spirituale, che mi sforzai di trattenere e diffondere intorno: compito sublime, ma tanto irragiungibile con le mie povere forze."
[Da una lettera al Dott.Antonio Guerricchio, 22 luglio 1922]
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Ricordatevi che non solo del corpo vi dovete occupare, ma delle anime gementi, che ricorrono a voi. Quanti dolori voi lenirete più facilmente con il consiglio, e scendendo allo spirito, anziché con le fredde prescrizioni da inviare al farmacista! Siate in gaudio, perché molta sarà la vostra mercede; ma dovrete dare esempio a chi vi circonda della vostra elevazione a Dio".
[Da una lettera al Dott.Cosimo Zacchino. Ascensione 1923]
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Ho pensato che fosse debito di coscienza istruire i giovani, aborrendo dall'andazzo di tenere misterioso gelosamente il frutto della propria esperienza, ma rivelarlo a loro..."
[Da una lettera al Prof.Francesco Pentimalli. 11 settembre 1923]
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Negli ospedali la missione delle suore, dei medici, degli infermieri, è di collaborare a questa infinita misericordia, aiutando, perdonando, sacrificandosi.
Coltivando nel cuore rancori, si finisce per trascurare questa missione, affidata dalla Provvidenza a coloro che assistono gli infermi; si trascurano pure gli infermi.
Ogni tanto però il Signore dà un segno della sua presenza e consapevolezza. All'improvviso muore un ammalato, che non si è saputo attrarre e circondare di cure affettuose! Speriamo che il Signore gli sia vicino, nel momento estremo!"
[Foglietto scritto da Moscati, datato 17 gennaio 1922, e trovato in un libro dopo la sua morte.]
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Sempre che posso, faccio una scappata a Pompei - cosa ormai moltissime volte proibitami dalla assillante mia professione. Ma sempre che col treno passo fuggendo in vista del santuario, per recarmi lontano, in consulti, cosa questa frequentissima, il mio sguardo e il mio cuore è lì, ove tra gli alberi si intravede il campanile in costruzione, ai piedi del ciborio su cui s'innalza l'immagine della Vergine!"
[Da una lettera a Bartolo Longo - da poco proclamato Beato - fondatore del Santuario della Vergine del Rosario di Pompei. A Longo - del quale era anche medico curante - Moscati era legato da grande amicizia. 20 Luglio 1926.]
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Sotto ogni croce e ogni stele di questo cimitero, ove pare che non rinserrino che mucchi di ossa informi e di polveri, c'è il ricordo di un cuore che visse d'infinito amore e soffrì un immenso dolore; c'è la sede d'uno spirito che non può essere estinto."
[Parole di Moscati per la dedicazione di un busto a Giovanni Paladino, nel cimitero di Poggioreale.]
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"Amiamo il Signore senza misura, vale a dire senza misura nel dolore e senza misura nell'amore... Riponiamo tutto il nostro affetto, non solo nelle cose che Dio vuole, ma nella volontà dello stesso Dio che le determina."
[Dalla deposizione della Sig.na Emma Picchillo]
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"E' vero, è vero che il giogo del Signore è leggero e soave. Quando si ama il Signore non si sentono più pene e se ve ne sono diventano dolci. Arrivando ad amare fortemente il Signore, si desiderano e si amano i patimenti".
[Dalla deposizione della Sig.na Emma Picchillo, che precisò come Moscati le avesse detto queste parole a Pompei, dopo aver sentito un canto che aveva per titolo: "Il giogo del Signore è leggero e soave".]
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"Esercitiamoci quotidianamente nella carità. Dio è carità: chi sta nella carità sta in Dio e Dio sta in lui. Non dimentichiamo di fare ogni giorno, anzi ogni momento offerta delle nostre azioni a Dio, compiendo tutto per suo amore."
[Dalla deposizione della Sig.na Emma Picchillo]
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"Il dolore va trattato non come un guizzo o una contrazione muscolare, ma come il grido di un'anima, a cui un altro fratello, il medico, accorre con l'ardenza dell'amore, la carità".
[Frammento trovato da P.Alfredo Marranzini s.j. tra le carte di Moscati.]
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